Ferrari: certificata la parità di retribuzione tra uomini e donne
Il vociare dei 400 bambini che anche in questa estate davvero straordinaria frequentano il centro estivo della Ferrari è uno dei segnali che la casa automobilistica di Maranello non è un posto per soli uomini. Il contributo femminile è in aumento, tant’è che dal 2016 al 2019 le dipendenti sono aumentate dall’11,5% a oltre il 14% dei 4.285 lavoratori e hanno assunto responsabilità e ruoli crescenti. «Oggi le donne sono oltre 600, solo nell’ultimo anno ne sono state assunte 70 - spiega il responsabile delle risorse umane, Michele Antoniazzi -. La pesatura delle posizioni avviene facendo un confronto con il mercato italiano ed estero, in modo da garantire la nostra competitività in relazione a come si muove il mercato, la retention del nostro capitale umano e l’equity interna. Quello che guida le nostre assunzioni è il merito, la nostra è un’azienda meritocratica e tecnocratica».
La conseguenza di questo approccio è che ogni volta che viene assunto un ingegnere o il lavoratore assume un ruolo, ha esattamente quello che dice il mercato. Sia esso uomo o donna. È così che a parità di mansioni lo stipendio è lo stesso per uomini e donne e che Ferrari è diventata la prima azienda italiana a ricevere la certificazione Equal Salary. Il riconoscimento è arrivato dopo uno studio svolto dalla società di revisione PwC ed è stato conferito dalla fondazione svizzera Equal salary. In particolare, lo studio ha analizzato nei dettagli i livelli retributivi di tutti lavoratori e ha rilevato che la casa automobilistica ha eliminato il divario retributivo tra uomini e donne. Un risultato reso possibile anche dalle politiche di gestione e sviluppo delle risorse umane. Confermate dagli stessi dipendenti che hanno compilato in forma anonima dei sondaggi e hanno partecipato a interviste individuali e a focus group sulla loro percezione della cultura e dell’impegno aziendale su inclusione e diversità.
Per l’amministratore delegato Louis Camilleri, «questa certificazione rappresenta una pietra miliare nel percorso verso il miglioramento continuo del nostro posizionamento e delle nostre azioni per un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle differenze. La parità retributiva e di opportunità non riguarda solo un principio di equità. È un pilastro fondamentale per attrarre, trattenere e sviluppare i migliori talenti e stimolare così l’innovazione e la nostra crescita nel lungo periodo». Il responsabile delle risorse umane la considera «un punto di partenza raggiunto in maniera naturale e frutto di un lavoro molto strutturato che ha voluto valorizzare l’equità . Proprio questa è la maggiore soddisfazione perché è il segno che l’azienda si sta muovendo correttamente. Abbiamo 70 anni di storia di successo e ognuno in Ferrari ha la responsabilità di lasciare in eredità a chi verrà dopo di lui un’azienda che abbia altri 70 anni di storia». Per questo ciò che guida la selezione delle persone e i percorsi di carriera è il merito. «Se trovo un ingegnere donna brava la assumo, senza problemi - dice Antoniazzi -. La responsabile emissioni è donna, in verniciatura abbiamo un giovane ingegnere donna, nel commerciale e nella ricerca e sviluppo abbiamo una buona presenza femminile». A sostenere la presenza femminile c’è anche tutto il welfare Ferrari che comincia dal sostegno alla genitorialità, passa per la salute e il benessere, per arrivare al maggiordomo. Solo due esempi. «Abbiamo creato un check up specifico per le donne e abbiamo molte facilities, come al posto tuo - racconta Antoniazzi -: in pratica è un servizio che prevede una persona che al posto tuo sbriga pratiche amministrative e burocratiche sgravando il lavoratore da queste incombenze».
Le donne sono più di 500, oltre il 14% degli addetti. Solo nell’ultimo anno 70 assunte