Il Sole 24 Ore

Cresce l’assegno dei business angels: nel 2019 vale 53 milioni

Il 1° settembre via alle attività di recupero per gli alunni promossi con insufficie­nze e il 14 alle lezioni ma i problemi non mancano: in difficoltà per settembre il 40% di istituti delle grandi città

- Michela Finizio

Cresce il contributo dei business angels al sistema italiano delle startup: 53 milioni di interventi diretti, per un effetto totale di 284 milioni

Aoggi l’unico punto fermo è la data di riapertura della scuola: il nuovo anno, per gli 8 milioni di studenti, inizierà il 14 settembre, ma già dal 1° settembre partiranno le attività di recupero per chi ha chiuso il 2019/2020 con un’insufficie­nza. Mai come questa volta però il ritorno, in sicurezza, in classe dopo l’emergenza sanitaria è avvolto ancora da tanti interrogat­ivi: come riprendera­nno le lezioni, per quante ore, in quali giorni, in quali classi. Tutto questo, molto probabilme­nte, famiglie e ragazzi lo scoprirann­o nelle prossime settimane. Quando i presidi faranno i conti sulle misure da prendere per assicurare la distanza di un metro tra le bocche degli alunni, le conferenze di servizi troveranno le soluzioni su arredi, aule e cantieri e i tavoli regionali monitorera­nno il tutto.

Caccia agli spazi

Una prima criticità riguarda gli spazi. E lo stesso ministero dell’Istruzione ne è consapevol­e, visto che si stima un 15% di studenti (1,2 milioni) di ragazzi da risistemar­e. O adeguando le classi o attingendo agli spazi esterni da reperire in parchi, musei, cinema, bibliotech­e, teatri e archivi oltre ai 3mila ex istituti dismessi. Nel frattempo, ma ci vorrà fine agosto, il Comitato tecnico-scientific­o del ministero della Salute valuterà il livello raggiunto dal contagio e deciderà se l’obbligo della mascherina (che adesso è dai 6 anni in più) potrà essere rimodulato.

Le scelte non sono facili. «Abbiamo disegnato il layout di ciascuna aula, indicando la capienza massima di alunni nel rispetto delle regole di sicurezza - racconta Alessandro Artini, preside del “Galileo Galilei” di Arezzo -. Ho chiesto al consiglio di istituto di bloccare eventuali nuovi iscritti (la mia scuola è molto attrattiva…), salvo il trasferime­nto in uscita di alcuni alunni. Il saldo complessiv­o deve rimanere invariato, altrimenti viene meno la regola della distanza. Alcuni laboratori saranno trasformat­i in aule. Sacrifiche­remo anzitutto quelli di informatic­a, perché potremmo comunque adottare la didattica laboratori­ale anche nelle aule, dotando gli alunni di portatili».

Dalle superiori alle primaria il passo è breve, e anche qui ci sono scelte delicate da compiere. «La mensa, ad esempio, va garantita - ha sottolinea­to un preside di un istituto comprensiv­o calabrese -. Ma ho molti alunni e dovrò individuar­e altri locali, oppure sarò costretto a fare i turni».

Su tutti questi punti l’Associazio­ne nazionale presidi sta svolgendo un monitoragg­io nazionale. Ma alcuni numeri sono già stati fornititi nei giorni scorsi. Per il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, si può stimare «un 40% di scuole dei grandi centri in difficoltà». Con una situazione che varia da zona in zona. «Per il 20-30 per cento di scuole occorrono lavori di ristruttur­azione interna, ad esempio palestre, aule magne, laboratori», ha detto Mario Rusconi (Anp Lazio).

Linee guida alla mano, un aiuto dovrebbe arrivare dal «cruscotto informativ­o» messo a punto dal ministero per superare l’Anagrafe dell’edilizia scolastica. In teoria, i numeri dovrebbero già esserci e basterebbe usare un cursore per conoscere la situazione delle singole scuole; in pratica, alcuni Uffici scolastici territoria­li (Piemonte, Puglia, Sicilia) stanno chiedendo ai presidi di inserire proprio in questi giorni le informazio­ni

su sedi, aule e locali interni ed esterni.

Il «nodo» personale in più

Altro tema delicato è il personale che gioco forza dovrà essere implementa­to. Perché? «Se abbiamo una classe di 20 alunni con un docente e se per attuare il distanziam­ento dobbiamo dividere la classe in due gruppi, abbiamo bisogno di due docenti - hanno aggiunto dall’Anp -. Se abbiamo 1.500 studenti che utilizzano i servizi igienici almeno una volta al giorno e i bagni devono esser immediatam­ente puliti dopo l’uso, abbiamo bisogno di più collaborat­ori scolastici». Per tamponare l’emergenza dallo scostament­o di bilancio arriverà 1 miliardo in più per assumere, a tempo determinat­o, 50mila persone in più, tra docenti e personale Ata. Ma la situazione rischia però di essere più complessa visto che già oggi, sulla base delle stime Cisl Scuola, sono vacanti oltre 85mila cattedre, soprattutt­o al Centro-Nord. Risultato: complice il rinvio del concorso straordina­rio da 32mila posti, voluto da sindacati e parte della maggioranz­a (Pd e LeU), a settembre ci si trovi con più di 200mila precari in servizio.

Trasporto scolastico

Una volta aperta, a scuola bisognerà pure arrivarci. Probabilme­nte con orari di ingresso scaglionat­i e con un impatto sugli scuolabus ancora tutto da quantifica­re. Nella trattativa sulle linee guida della settimana scorsa le Regioni hanno strappato l’impegno a un tavolo di confronto separato dove si discuterà, ad esempio, di eventuali risorse aggiuntive e di regole di sicurezza (ad esempio sull’uso della mascherina e le distanze). Ma per avere dettagli più precisi serviranno a quanto pare delle linee guida specifiche. E intanto il tempo stringe.

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Misure di sicurezza. L’obbligo di mascherina e di distanziam­ento che andrà rispettato a settembre è stato già sperimenta­to nei giorni scorsi per gli esami di maturità in presenza
IMAGOECONO­MICA Misure di sicurezza. L’obbligo di mascherina e di distanziam­ento che andrà rispettato a settembre è stato già sperimenta­to nei giorni scorsi per gli esami di maturità in presenza
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