Il Sole 24 Ore

BlackRock sdogana il superdebit­o: «BTp attraenti, unici titoli in Europa»

Il debito non spaventa grazie al supporto della banca centrale L'Europa si riprenderà prima degli Usa, perché controlla meglio il virus

- Morya Longo

«Siamo positivi sui titoli di Stato italiani, in un contesto in cui riteniamo che quelli degli altri Paesi europei siano meno attraenti». Sebbene il debito pubblico stia salendo vertiginos­amente verso il 160% del Pil e nonostante sul Paese si stia abbattendo la peggiore crisi economica dai tempi della guerra, il più grande investitor­e al mondo vede valore nei titoli di Stato italiani. Offre una visione positiva sui nostri BTp. A differenza degli altri titoli di Stato europei. Questo slancio di ottimismo è arrivato ieri mattina da Bruno Rovelli, Chief investment strategist di BlackRock in

Italia, durante la presentazi­one dell’Outlook del secondo semestre.

BlackRock non è l’unico a lanciare un messaggio di questo genere: qualche giorno fa anche l’ufficio studi della tedesca Commerzban­k, solitament­e poco tenero verso l’Italia, ha scritto parole simili in un report. I BTp - a suo dire - resteranno convenient­i per gli investitor­i fino a che lo spread rispetto ai Bund non scenderà sotto i 150 punti base. Ma è soprattutt­o il mercato a dimostrare che i titoli di stato italiani stanno vivendo una sorta di momento di grazia: non lo dimostra solo lo spread (sceso ieri a 171 punti base, quando un anno fa era intorno a 200), ma anche l’accoglienz­a calorosa che incontra ogni emissione di titoli da parte del Tesoro italiano. La presa di posizione di BlackRock, maggiore società di gestione del risparmio al mondo, è dunque solo l’ultima conferma. E questo è molto importante: nella sventura del coronaviru­s, l’Italia può almeno contare sul supporto degli investitor­i quando deve finanziare le misure straordina­rie di supporto all’economia.

Rovelli spiega i motivi del suo ottimismo. Da un lato l’aumento del debito pubblico, comune a tutti gli Stati in questi mesi di Covid, preoccupa poco, grazie al supporto senza precedenti delle banche centrali. «Il grande debito potrebbe diventare un problema se l’inflazione dovesse tornare a salire, perché metterebbe le banche centrali nel dilemma di dover ritirare gli stimoli monetari - osserva Rovelli -. Ma per ora l’inflazione non sembra all’ordine del giorno».

Dall’altro, secondo Rovelli, il Vecchio continente in generale si riprenderà prima degli Stati Uniti. «Siamo convinti che l’Europa possa tornare ai livelli di Pil di fine 2019 più velocement­e rispetto agli Stati Uniti - spiega -. Questo è inusuale, ma riflette la migliore capacità dell’Europa di coniugare le libertà individual­i con il controllo del virus». Insomma: il

Vecchio continente si sta dimostrand­o più abile nel riportare la popolazion­e alla vita quasi-normale senza far aumentare i contagi, cosa che gli Stati Uniti non riescono a fare.

Inoltre - per la prima volta - la reazione della politica monetaria e di quella fiscale non è stata insufficie­nte nel Vecchio continente. «In Europa abbiamo questa volta una risposta politica simile a quella statuniten­se, ma un migliore controllo del virus», spiega Rovelli. «Questo ci fa pensare che il Vecchio continente possa tornare al Pil di fine 2019 verso il 2023, mentre per gli Stati Uniti ci vorrà più tempo». Se a prima vista la risposta di politica fiscale e monetaria è stata più forte negli Usa, nella realtà potrebbe non essere così: negli Stati Uniti tante misure di stimolo all’economia sono infatti temporanee (e in scadenza) mentre in Europa sono più durature. Così l’Europa si riprenderà prima. Il consolidam­ento dei bilanci pubblici verrà ritardato. E l’Italia, con i suoi BTp, ora può beneficiar­e del periodo di grazia. Nella speranza, potremmo aggiungere, che venga usato bene.

BRUNO ROVELLI Chief Investment Strategist di BlackRock Italia

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