Boeing 737Max, la Faa completa i test per la certificazione
Dopo l’ok dell’Autorità Usa servirà anche il sì dei regolatori degli altri Paesi
La Federal Aviation Administration ha completato i voli test di certificazione dei Boeing 737 Max. Un passo avanti nel tormentato processo per il ritorno nei cieli dell’aereo a medio raggio del costruttore americano: potrebbe avvenire entro fine anno. «Durante tre giorni di test i piloti e gli ingegneri della Faa hanno valutato le proposte di cambiamento al sistema di volo automatico di Boeing sull’aeroplano», informa in una nota il regolatore. Il 737Max usato per i test – identificato con la sigla BOE701 - ha effettuato diversi voli di prova sopra i cieli dello stato di Washington, vicino agli stabilimenti produttivi di Seattle. L’aereo ha effettuato una serie di manovre per verificare il funzionamento del sistema di controllo elettronico al volo - il cui malfunzionamento aveva i due incidenti aerei in Indonesia e in Etiopia costati la vita a 346 persone – con gli aggiornamenti apportati funzioni correttamente, assieme agli altri cambiamenti chiesti dal regolatore per adeguare il velivolo agli standard di sicurezza.
Una foto diffusa dalla Faa mostra due piloti e altri due tecnici nella cabina di pilotaggio protetti dalle mascherine. Il regolatore, più volte criticato al Congresso per la sua vicinanza al produttore americano, ha precisato in diverse occasioni negli ultimi mesi che la nuova certificazione al volo del 737Max rivisto non verrà rilasciata fino a quando non sarà soddisfatto della sua sicurezza. Molti passi restano ancora da fare. Dopo la luce verde della Faa, e delle altre autorità regolatrici in altre nazioni, dovranno essere approvati le nuove regole di addestramento per i piloti sui 737Max. Un panel esterno di esperti di aviazione dovrà inoltre approvare tutti i cambiamenti effettuati sul velivolo. L’Agenzia di sicurezza europea al volo Easa a inizio settimana ha fatto sapere in una nota che effettuerà suoi voli di test autonomi sui 737Max «durante l’estate».
La crisi dei 737Max è costata a Boeing oltre 18 miliardi di dollari, dai dati aziendali di gennaio. Il coronavirus ha appesantito ancora di più il conto con lo stop produttivo degli stabilimenti e il taglio degli ordini dei principali carrier, atterrati dalla pandemia.
La saga dei 737 Max si è fatta sentire anche sull’economia americana: Boeing è il principale esportatore manifatturiero degli Stati Uniti ed è uno dei maggiori datori di lavoro del paese. Lo stop ai 737 ha causato un calo degli ordini dei beni durevoli e delle esportazioni americane. Nei tre mesi successivi all’ultimo incidente in Etiopia, marzo 2019, Boeing ha perso oltre 38 miliardi di dollari in Borsa, pari al 16% del suo valore di mercato. Il titolo ha perso ancora il 48,36% nell’ultimo anno. Anche i fornitori e i subfornitori di Boeing che sono 13mila in tutto il mondo – molti sono anche in Italia - hanno subito l’impatto della pesante crisi dei 737 Max.