Niente febbre nei tre giorni precedenti e un metro di distanza da bocca a bocca
A fine agosto i tecnici della Salute valuteranno se eliminare l’obbligo di mascherina in classe ma una prima apertura è già stata espressa ai presidi
Un metro di distanza da bocca e bocca e due tra la cattedra e la prima fila di banchi. Divieto di accesso con 37,5 di febbre. Obbligo (per ora) della mascherina in classe e negli altri spazi comuni. Sanificazione degli ambienti e igienizzazione delle mani. Sono i punti fermi per riaprire le scuole in sicurezza, che il Comitato tecnico scientifico (Cts) del ministero della Salute ha messo nero su bianco in due distinti documenti - dati 28 maggio e 22 giugno - e che l’Istruzione ha fatto propri allegandoli alle linee guida per il ritorno in classe a settembre. Documenti che intervengono anche sull’opportunità di svolgere test sierologici su docenti e personale scolastico e che fissano per fine agosto la dead line per un eventuale aggiornamento sull’obbligo generalizzato di indossare i dispositivi di protezione.
I punti fermi
Le tre condizioni per accedere in classe non cambiano e sono le stesse già fissate per gli esami di maturità in presenza che sono stati svolti dal 17 giugno in poi: non aver avuto, nei tre giorni precedenti, alcuna sintomatologia respiratoria o febbre a 37,5 o superiore (avendo l’accortezza di misurarla a casa però); non essere stati in quarantena o in isolamento domiciliare nei 14 giorni precedenti; non essere entrato in contatto, sempre nelle due settimane passati, con alcun soggetto positivo al Sars-Cov-2.
Passando alle misure organizzative che le scuole dovranno adottare i tecnici della Salute si soffermano su due condizioni di fatto difficilmente modificabili. In primis, la vetustà dei nostri 58mila edifici scolastici, che nel 23% dei casi sono stati costruiti per altre destinazioni.In secondo luogo, il fatto che riaprire le scuole significa rimettere in movimento circa 10milioni di persone tra studenti e insegnanti, con tutto ciò che comporta per i mezzi di trasporto nella fascia oraria di punta 7.00-8.30. Da qui il suggerimento di differenziare e scaglionare gli ingressi almeno alle superiori, che ritroviamo anche nelle linee guida di viale Trastevere.
In generale il Cts raccomanda comunque il rispetto di tre paletti. Il primo consiste nell’assicurare almeno un metro di distanza tra le ormai note «rime buccali» degli alunni, passando se possibile ai banchi monoposto o modificando il layout delle aule. Il secondo passa dalla capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari territoriali, e in questa direzione va il ritorno del medico nelle scuole. Il terzo prevede il rispetto delle misure di igiene per studenti, personale e ambienti e dell’obbligo di mascherina sia in classe che negli spazi comuni, con l’eccezione dei pasti (per cui potrebbe tornare utile anche il lunchbox con il pranzo da consumare al banco) e dell’ora di educazione fisica.
Il possibile aggiornamento
Proprio le norme sui dispositivi di protezione potrebbero però essere passibili di aggiornamento nell’imminenza della ripresa dell’anno scolastico. Entro due settimane dal via, e dunque entro fine agosto, il Comitato tecnico scientifico valuterà il nuovo quadro epidemiologico e si pronuncerà sull’eventuale allentamento dell’obbligo di mascherina (che attualmente è previsto per tutti gli alunni dai 6 anni in su), per verificare se almeno alla primaria potrà essere limitato agli spazi comuni ed eliminato all’interno delle classi. Ma una prima apertura, sulla non obbligatorietà in presenza del metro di distanza, sarebbe già arrivata durante l’incontro di ieri tra Cts, presidi e sindacati. E sempre per agosto dovrebbe essere chiaro anche se e quanti operatori scolastici dovranno essere sottoposti ai test sierologici prima della riapertura.
‘‘ La distanza di un metro è necessaria secondo le evidenze scientifiche e non si può ridurre perché mancano gli spazi. Si pagano 50 anni di distrazione verso la scuola