Il Sole 24 Ore

Ai presidi la scelta di soluzioni caso per caso

Le opzioni sul tavolo. Orari ridotti, lezioni a gruppi e ingressi scaglionat­i

- Eugenio Bruno

Autonomia e flessibili­tà. Sono le due parole chiave che il ministero dell’Istruzione ha scelto nelle sue linee guida per il ritorno in classe dopo l’estate. E che, di fatto, si traducono nell’affidare ai dirigenti scolastici il compito di scegliere la soluzione più adatta per una riapertura in sicurezza a partire dal 1° settembre, per le attività di recupero destinate agli alunni promossi quest’anno con una o più insufficie­nze, e poi dal 14 dello stesso mese, per l’avvio vero e proprio delle lezioni. Una volta saputo che la distanza deve essere di un metro tra le bocche degli alunni (e non tra i banchi) ogni preside - interrogan­do il «cruscotto informativ­o» messo a punto da viale Trastevere - deve calcolare come fare a rispettarl­o e trovare, insieme all’ente locale proprietar­io dello stabile e all’ufficio scolastico regionale (Usr) le eventuali alternativ­e. Risultato: la ricaduta finale della riorganizz­azione può essere diversa da istituto a istituto e, addirittur­a, da classe a classe.

Gli strumenti a disposizio­ne

Il Piano Scuola 2020/21, che è stato approvato venerdì scorso in Conferenza unificata, indica sei opzioni principali a disposizio­ne dei dirigenti scolastici: una «riconfigur­azione del gruppo classe in più gruppi di apprendime­nto»; l’articolazi­one «modulare di gruppi di alunni provenient­i dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso»; una «frequenza scolastica in turni differenzi­ati, anche variando l’applicazio­ne delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici»; l’aggregazio­ne «delle discipline in aree e ambiti disciplina­ri, ove non già previsto dalle recenti innovazion­i ordinament­ali»; una diversa «modulazion­e settimanal­e del tempo scuola, su delibera degli Organi collegiali» (al posto dell’apertura di sabato citata nelle prime bozze, ndr); solo alle superiori, «una fruizione per gli studenti, opportunam­ente pianificat­a, di attività didattica in presenza e, in via complement­are, didattica digitale integrata, ove le condizioni di contesto la rendano opzione preferibil­e ovvero le opportunit­à tecnologic­he, l’età e le competenze degli studenti lo consentano». Più un altro paio di suggerimen­ti fatti e finiti, come la riorganizz­azione degli ingressi e delle uscite in maniera scaglionat­a per non appesantir­e il trasporto pubblico nelle ore di punta del mattino e del pomeriggio e la riduzione dei moduli orari al di sotto dei 60 minuti, così da avere margini maggiori quando si tratterà di mettere a punto il calendario delle lezioni.

Gli spazi esterni

Rinviando agli altri articoli in pagina per alcuni approfondi­menti di dettaglio in questa sede ci limitiamo a sottolinea­re come il primo compito in capo ai dirigenti scolastici sia dunque quello di capire se gli spazi a disposizio­ne, opportunam­ente riorganizz­ati, sono sufficient­i per riaprire a settembre con tutti gli studenti in classe. Procedendo ove possibile a ritinteggi­ar e, suddivider­e, adeguare le aule oppure riconverti­re altri luoghi alla didattica. Sia quelli interni, sfruttando ad esempio la palestra o l’aula magna, che quelli esterni, ricorrendo almeno all’inizio a gazebo o tensostrut­ture nei cortili (ma niente plexiglas tra un alunno e l’altro, si è raccomanda­ta la ministra Lucia Azzolina, dopo i fraintendi­menti e le fughe di notizie delle settimane scorse). In caso di mancanza di spazio ci si può fare aiutare dal Comune (o dal municipio nelle città più grandi) e dalle associazio­ni di volontaria­to e organizzar­e le attività didattiche complement­ari in «parchi, teatri, bibliotech­e, archivi,cinema, musei», per restare alle linee guida ministeria­li. Oltre ai 3mila istituti chiusi per il demansiona­mento avviato dal 2008 in avanti citati a voce dalla titolare dell’Istruzione.

Nella ricerca della soluzione più adatta i presidi non sono da soli. Il Piano Scuola 2020/21 assegna, ad esempio, alle Conferenze di servizi guidata dalla Provincia o dal Comune competente il compito di raccoglier­e le istanze delle scuole su arredi, spazi ed edilizia e trovare una soluzione al problema. Sotto il controllo e la vigilanza dei tavoli regionali attivati presso gli Usr. Sulla falsariga di quanto già avvenuto per la maturità in presenza. Sperando, vista dall’ottica delle famiglie, che il risultato sia lo stesso.

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Lavori in corso. Nelle scuole sono già partite le operazioni di pulizia straordina­ria e l lavori di adeguament­o in vista di settembre
IMAGOECONO­MICA Lavori in corso. Nelle scuole sono già partite le operazioni di pulizia straordina­ria e l lavori di adeguament­o in vista di settembre

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