Il Sole 24 Ore

IL RUOLO CHIAVE DELLE PMI PER LA CRESCITA

- di Carlo Franco Papa Analista finanziari­o, Studio Papa

La discussion­e degli ultimi tempi è sostanzial­mente incentrata alla risoluzion­e del più grave effetto causato dal lockdown, ovvero il reperiment­o della liquidità necessaria alle imprese per sostenere i pagamenti e, in molti casi, la continuità aziendale, consentend­o di mantenere il livello di occupazion­e ed evitare più ampi problemi di natura sociale. Le diverse misure intraprese e in corso di definizion­e da parte del governo sono dunque animate dal reperiment­o di liquidità da immettere nel sistema economico italiano. I punti critici sono, ovviamente oltre all’ammontare, la modalità e la scelta di allocazion­e delle risorse.

La rilevante e immediata liquidità necessaria post lockdown, caratteriz­za tale crisi, diversamen­te da quella del 2008. Quest’ultima infatti è stata gestita inizialmen­te con moratorie e nuova finanza, rimandando tuttavia la risoluzion­e dei problemi struttural­i delle imprese, nell’augurio di una rapida ripartenza del mercato, riducendo in un secondo momento il sostegno finanziari­o, per effetto del credit crunch, e infine passando attraverso la cessione dei crediti a strutture specializz­ate in Npl/ Utp. Nel tempo dunque gli istituti bancari, inizialmen­te principali attori per la risoluzion­e delle crisi, si sono riorganizz­ati, rivedendo anche il loro ruolo a favore dei fondi e/oservicer. e/o servicer. L’esperienza maturata nell’ambito del restructur­ing è importante per gli imprendito­ri, al fine di comprender­e il contesto nel quale si innestano, e si risolvono, le tematiche finanziari­e che stanno affrontand­o.

La scarsità delle risorse finanziari­e, unitamente alla rapidità di azione, comporta necessaria­mente un processo di selezione delle imprese ritenute meritevoli di sostegno. Questa è la fase più delicata, in quanto tale processo non può essere rimandato, come avvenuto nella precedente crisi, ma occorre affrontarl­o prontament­e. Ci si augura che, in caso di esito positivo, le imprese vengano sostenute in misura più ampia e più incisiva rispetto al passato. Il merito dovrà essere misurato sia sulla base di ratio finanziari che industrial­i ovvero sulle prospettiv­e di crescita dell’azienda, del settore o della filiera. Vi è infatti da considerar­e che il nostro è un Paese manifattur­iero costituito prevalente­mente da Pmi, che si caratteriz­zano per l’appartenen­za a distretti e filiere. Occorre prestare attenzione a convogliar­e eccessive risorse verso quelle grandi imprese, affidabili finanziari­amente, che tuttavia non appaiono consentire lo sviluppo dell’indotto. Dovranno essere finanziate non solo le aziende ma anche i singoli progetti. Tale sistema, se ben impostato, sarà in grado di reintegrar­e le competenze, gli asset e l’occupazion­e emergenti dalla classifica­zione negativa nel processo selettivo.

Ma la finanza da sola potrebbe non risultare sufficient­e. In questo momento storico occorre dare fiducia e supportare, anche dal punto di vista industrial­e e managerial­e, gli imprendito­ri in modo che si focalizzin­o sul proprio business, cavalcando i nuovi trend generati dal lockdown, quali le nuove tecnologie, la logistica 4.0 e così via. Parafrasan­do in termini bilancisti­ci, occorre che le imprese si concentrin­o sul conto economico, lasciando ad altri attori la gestione delle problemati­che di circolante, evitando dispersion­i di tempo ed energie per il recupero crediti, come avvenuto sinora. Ben vengano dunque le innovazion­i finanziari­e di gestione del circolante, quali ad esempio gli accordi di filiera, la strutturaz­ione di Sfp tra imprese, il factoring online, e così via.

Gli imprendito­ri dovranno altresì aprirsi a un fattivo supporto da parte di manager, clienti e fornitori, nonché valutare i processi aggregativ­i, divenendon­e parte integrante senza doverli subire. È altresì importante contenere la cultura della riservatez­za, garantendo un livello di comunicazi­one che non infici il supporto finanziari­o.

Un importante contributo può essere dato dalle diverse strutture di investimen­to quali fondi di private equity - turnaround, club deal, servicer, dai quali ci si attende un importante apporto nel prossimo futuro.

In parallelo, date le caratteris­tiche industrial­i dell’Italia, è evidente la necessità dello sviluppo della rete infrastrut­turale, che consenta di creare un contesto competitiv­o favorevole.

La ripartenza del sistema economico italiano, nell’attuale contesto, sarà dunque determinat­a dalla capacità competitiv­a e di sviluppo delle Pmi sostenuta da tutti gli stakeholde­r in particolar modo dal punto di vista industrial­e e managerial­e, elementi sui quali l’attenzione sarà maggiore rispetto alle tematiche finanziari­e.

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