IL RUOLO CHIAVE DELLE PMI PER LA CRESCITA
La discussione degli ultimi tempi è sostanzialmente incentrata alla risoluzione del più grave effetto causato dal lockdown, ovvero il reperimento della liquidità necessaria alle imprese per sostenere i pagamenti e, in molti casi, la continuità aziendale, consentendo di mantenere il livello di occupazione ed evitare più ampi problemi di natura sociale. Le diverse misure intraprese e in corso di definizione da parte del governo sono dunque animate dal reperimento di liquidità da immettere nel sistema economico italiano. I punti critici sono, ovviamente oltre all’ammontare, la modalità e la scelta di allocazione delle risorse.
La rilevante e immediata liquidità necessaria post lockdown, caratterizza tale crisi, diversamente da quella del 2008. Quest’ultima infatti è stata gestita inizialmente con moratorie e nuova finanza, rimandando tuttavia la risoluzione dei problemi strutturali delle imprese, nell’augurio di una rapida ripartenza del mercato, riducendo in un secondo momento il sostegno finanziario, per effetto del credit crunch, e infine passando attraverso la cessione dei crediti a strutture specializzate in Npl/ Utp. Nel tempo dunque gli istituti bancari, inizialmente principali attori per la risoluzione delle crisi, si sono riorganizzati, rivedendo anche il loro ruolo a favore dei fondi e/oservicer. e/o servicer. L’esperienza maturata nell’ambito del restructuring è importante per gli imprenditori, al fine di comprendere il contesto nel quale si innestano, e si risolvono, le tematiche finanziarie che stanno affrontando.
La scarsità delle risorse finanziarie, unitamente alla rapidità di azione, comporta necessariamente un processo di selezione delle imprese ritenute meritevoli di sostegno. Questa è la fase più delicata, in quanto tale processo non può essere rimandato, come avvenuto nella precedente crisi, ma occorre affrontarlo prontamente. Ci si augura che, in caso di esito positivo, le imprese vengano sostenute in misura più ampia e più incisiva rispetto al passato. Il merito dovrà essere misurato sia sulla base di ratio finanziari che industriali ovvero sulle prospettive di crescita dell’azienda, del settore o della filiera. Vi è infatti da considerare che il nostro è un Paese manifatturiero costituito prevalentemente da Pmi, che si caratterizzano per l’appartenenza a distretti e filiere. Occorre prestare attenzione a convogliare eccessive risorse verso quelle grandi imprese, affidabili finanziariamente, che tuttavia non appaiono consentire lo sviluppo dell’indotto. Dovranno essere finanziate non solo le aziende ma anche i singoli progetti. Tale sistema, se ben impostato, sarà in grado di reintegrare le competenze, gli asset e l’occupazione emergenti dalla classificazione negativa nel processo selettivo.
Ma la finanza da sola potrebbe non risultare sufficiente. In questo momento storico occorre dare fiducia e supportare, anche dal punto di vista industriale e manageriale, gli imprenditori in modo che si focalizzino sul proprio business, cavalcando i nuovi trend generati dal lockdown, quali le nuove tecnologie, la logistica 4.0 e così via. Parafrasando in termini bilancistici, occorre che le imprese si concentrino sul conto economico, lasciando ad altri attori la gestione delle problematiche di circolante, evitando dispersioni di tempo ed energie per il recupero crediti, come avvenuto sinora. Ben vengano dunque le innovazioni finanziarie di gestione del circolante, quali ad esempio gli accordi di filiera, la strutturazione di Sfp tra imprese, il factoring online, e così via.
Gli imprenditori dovranno altresì aprirsi a un fattivo supporto da parte di manager, clienti e fornitori, nonché valutare i processi aggregativi, divenendone parte integrante senza doverli subire. È altresì importante contenere la cultura della riservatezza, garantendo un livello di comunicazione che non infici il supporto finanziario.
Un importante contributo può essere dato dalle diverse strutture di investimento quali fondi di private equity - turnaround, club deal, servicer, dai quali ci si attende un importante apporto nel prossimo futuro.
In parallelo, date le caratteristiche industriali dell’Italia, è evidente la necessità dello sviluppo della rete infrastrutturale, che consenta di creare un contesto competitivo favorevole.
La ripartenza del sistema economico italiano, nell’attuale contesto, sarà dunque determinata dalla capacità competitiva e di sviluppo delle Pmi sostenuta da tutti gli stakeholder in particolar modo dal punto di vista industriale e manageriale, elementi sui quali l’attenzione sarà maggiore rispetto alle tematiche finanziarie.