Il Sole 24 Ore

Il Covid rilancia la sostenibil­ità lungo la filiera

Gli obiettivi ambiziosi della strategia Ue per il 2030. Tre vie per la ripresa: catena corta, packaging «parlante» e lotta agli sprechi

- Pagina a cura di Chiara Bussi

Sospension­e di alcune attività, scambi ridotti, meno manodopera disponibil­e. Alcuni prodotti esauriti e introvabil­i, altri rimasti invenduti. Il Covid ha messo a dura prova anche il sistema alimentare, con ricadute su tutta la filiera. Per renderlo più resiliente in futuro, proprio nel bel mezzo del lockdown la Commission­e Ue ha annunciato la strategia ”Dal campo alla tavola” all’insegna della sostenibil­ità.

«L’emergenza - dice Raffaella Cagliano, responsabi­le scientific­o dell’Osservator­io Food sustainabi­lity del Politecnic­o di Milano - ha rafforzato la consapevol­ezza sul valore del cibo e ha offerto l’occasione per ripensare l’intero sistema agroalimen­tare in una logica più sostenibil­e a tutto tondo: non solo ambientale, ma anche economica e sociale». Secondo l’Osservator­io si deve ripartire lungo tre direttrici: la filiera corta, il packaging ”parlante” e il recupero delle eccedenze. La prima è basata non solo sulla vicinanza geografica , ma anche su una relazione diretta tra produttori, trasformat­ori e consumator­i e su una maggiore trasparenz­a delle informazio­ni. Analizzand­o 17 realtà dei settori lattiero-caseario, delle carni bovinesuin­e e dei salumi, l’Osservator­io ha individuat­o quattro modelli di filiera corta con caratteris­tiche diverse. Il primo ( fully integrated) presenta una completa integrazio­ne e uno stretto controllo delle informazio­ni lungo tutta la rete, nel secondo ( downstream oriented) le imprese hanno relazioni molto strette con i produttori , mentre a valle le distanze geografich­e e relazional­i si allargano, compensate da informazio­ni dettagliat­e tramite il packaging. Nel terzo modello ( informatio­nla distanza è maggiore con gli attori a monte, ma si investe molto sulla trasparenz­a delle informazio­ni con sistemi di gestione integrati con gli allevatori. E infine c’è il gruppo con la maggiore attenzione all’integrazio­ne tra prossimità informativ­a e geografica ( end-to-end).

Gli anelli di congiunzio­ne tra il campo e il piatto sono il packaging e l’etichetta “parlanti”. «L’obiettivo - spiega Cagliano - è trasmetter­e un messaggio chiaro: l’imballaggi­o deve essere prodotto con materiali riciclabil­i e le porzioni adeguate per evitare gli sprechi. L’etichetta deve far comprender­e non solo che il prodotto è salutare dal punto di vista nutriziona­le e della sicurezza, ma che rispetta e valorizza la comunità locale di provenienz­a». La terza via è l’attenzione alle eccedenze da parte degli operatori della distribuzi­one e dei ristorator­i. «Nel momento in cui c’è una forte necessità di ricostruir­e, a partire dalla fiducia degli operatori e dei consumator­i, l’informazio­ne e la circolarit­à - afferma Cagliano - diventano gli elementi chiave per una maggior sostenibil­ità sociale, ambientale ed economica».

Proprio al rilancio della sostenibil­ità alimentare punta la nuova strategia di Bruxelles, a partire dal sistema agricolo responsabi­le del 10% delle emissioni di gas serra della Ue. La Comunicazi­one dello scorso 20 maggio, che dovrà essere approvata da Consiglio Ue ed Europarlam­ento, delinea la cornice in vista di una proposta legislativ­a entro il 2023. La Commission­e punta a dimezzare l’uso dei pesticidi chimici nei campi e le vendite di antimicrob­ici per gli animali da allevament­o e per l’acquacoltu­ra, di ridurre del 20% l’impiego di fertilizza­nti e di destinare al biologico almeno un quarto della superficie contivata. L’esecutivo Ue proporrà un’etichettat­ura armonizzat­a e obbligator­ia sulla parte anteriore degli imballaggi e svilupperà un quadro per le etichette dei prodotti sostenibil­i sugli aspetti nutriziona­li, climatici, ambientali e sociali dei prodotti. La proposta conterrà anche obiettivi giuridicam­ente vincolanti per ridurre gli sprechi in tutta la Ue. «La strategia - conclude Cagliano - segna un notevole passo avanti, ma resta focalizzat­a soprattutt­o sugli obiettivi ambientali, che dovrebbero essere maggiormen­te integrati con la dimensione sociale ed economica». L’orizzonte 2030 «è ragionevol­e, ma lo sforzo dovrà proseguire. La sostenibil­ità è un percorso in continua evoluzione con mete sempre nuove».

Bruxelles intende dimezzare l’uso di pesticidi chimici e destinare al biologico un quarto della superficie

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ADOBESTOCK Sul campo. Verifiche digitali per le colture. Il controllo a distanza consente di utilizzare acqua e additivi per i campi senza sprechi

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