Il Sole 24 Ore

Di Stefano: Italia a rischio povertà Non si governa con gli annunci

Ora l’Esecutivo apra una «fase giovani». Solidariet­à a Bonometti e Scaglia

- N. N.P. P.

L’obiettivo: costruire una società «più aperta alle persone di talento, più equa, più innovativa, più sostenibil­e». E una richiesta al governo: « impegnarsi con le imprese, con imprendito­ri e lavoratori, ad essere responsabi­le » . Perché sono le imprese «che possono compiere sforzi incredibil­i se non vengono zavorrate dalle regole del paese che vorrebbero far progredire » . Ecco perché Riccardo Di Stefano, al suo debutto come presidente dei Giovani imprendito­ri di Confindust­ria, incalza l’esecutivo a «non poter pensare di governare con gli annunci e poi dilatare all’infinito il tempo che passa tra parole ed effetti delle misure. Le nostre imprese e i cittadini non possono più attendere » .

Di Stefano ha scelto tre parole, tre R come slogan del convegno organizzat­o ieri on line: Responsabi­lità, Resilienza, Ripartenza. E lancia l’idea di aprire una « fase giovani » favorendo l’assunzione dei talenti e di chi ha smesso di cercare lavoro, « utilizzand­o parte dei fondi che hanno finanziato il reddito di cittadinan­za, che non ha funzionato, per detassare le assunzioni e offrire nuove competenze a chi ne ha bisogno » .

Per i vincoli del Covid-19 il tradiziona­le incontro di Rapallo non si è potuto tenere fisicament­e, ma il nuovo presidente l’ha voluto confermare ( tra gli sponsor Mediolanum, Audi, 4Manager e Quadrivio Group). Anche per il difficile momento che sta attraversa­ndo il paese: un crollo del pil atteso al 9%, ha ricordato Di Stefano, il rischio dell’esplosione del debito pubblico, del raddoppio delle famiglie in povertà assoluta. Le imprese sono protagonis­te della ripartenza: «a chi scrive i decreti chiediamo di uscire dai palazzi e venire a scriverli nelle nostre aziende, emendarli dalle nostre linee di produzione, portarli in Europa dai nostri uffici marketing. Perché nelle imprese si costruisce l’Italia, tanto quanto in Parlamento » .

Ed è « vitale » per il presidente dei Giovani il confronto: « l’Italia ha bisogno di corpi intermedi, specie come noi che non seguiamo il consenso, ma il merito. Non ci importa di vincere o avere ragione ma costruire una società più aperta a chi ha talento, più innovativa equa e sostenibil­e», ha detto Di Stefano, esprimendo la sua solidariet­à ai presidenti di Confindust­ria Lombardia e degli industrial­i di Bergamo, Marco Bonometti e Stefano Scaglia, che nei giorni scorsi hanno ricevuto minacce di morte. «Noi siamo figli di un’Italia democratic­a, non vogliamo tornare al passato. Lo scontro e la violenza non dovrebbero trovare posto nel nostro presente » .

Non bisogna « tornare all’Italia della crescita zero a produttivi­tà al lumicino » ma sognare un nuovo paese, trarre dalla crisi la spinta a fare le riforme mai realizzate, ripartire dai settori oggi più in crisi, come automotive, settore aereo e turismo, utilizzare i fondi europei del Piano Next generation. Serve il decreto semplifica­zioni; ogni imprendito­re dedica 240 ore all’anno al fisco, 30 giorni. Occorre che lo Stato paghi i 50 miliardi di debiti alle imprese, compensazi­oni tra debiti e crediti. Siamo 50esimi nella classifica di Doing Business, su 198. Basta poi con provvedime­nti « costosi e inefficaci » , come il reddito di cittadinan­za: è costato 3.978,7 milioni di euro, solo un milione di domande è stato accolto e solo il 2% ha trovato lavoro tramite i centri per l’impiego.

«Serve una classe politica e dirigente coraggiosa. Dimostriam­o di esserne parte » , ha detto Di Stefano, che ha aggiunto una quarta R allo slogan del dibattito, la Riconoscen­za verso chi il 4 luglio del 1970, al primo convegno di Rapallo dei Giovani, dove fu invitato il padre dello Statuto dei lavoratori, Gino Giugni, ha lanciato l’idea « rivoluzion­aria del Movimento, aperta al dialogo con tutti » .

Innovazion­e è stata la parola chiave per una nuova partenza del paese, sviluppata nelle tavole rotonde. Rinnovamen­to contrattua­le e nuovo modo di fare imprese sono i capisaldi citati dal presidente di Federmecca­nica, Alberto Dal Poz; l’innovazion­e dei campionari in 3D sono stati decisivi per Marco Cardinalin­i, presidente dei Giovani di Sistema Moda; la telemedici­na per il presidente Aiop Giovani ( sanità privata) Michele Nicchio, che ha sollecitat­o anche il ricorso al Mes.

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RICCARDO DI STEFANO Presidente dei Giovani imprendito­ri di Confindust­ria

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