Valutazione ambientale, per un sì servono fino a 12 anni
I progetti fermi. Il governo stima 20 mesi per un progetto, il 64% di quelli fermi al ministero aspettano da oltre un anno, ci sono proposte del 2008 Semplificazioni. Nel Dl taglio a tempi incompatibili con il rilancio ma frenano M5s e il ministro Costa.
Il decreto Semplificazioni, frenato dal nodo appalti, dovrebbe arrivare in Cdm tra domani e martedì
Valutazione di impatto ambientale (o Via), procedura barocca e totem intoccabile da venti anni che rallenta più di ognialtropassaggioautorizzativo ognialtropassaggioautorizzativogliinvestimenti gliinvestimenti pubblici in infrastrutture. Ci vogliono 20 mesi per il sì a un progetto, 8 di precreeing (cioè l’assoggettibilità al procedimento), 15 mesi di consultazioni, 28 mesi per il provvedimento unico ambientale: numeri contenuti nella relazione di Palazzo Chigi al testo base del decreto Semplificazioni, atteso tra domaniemartedìinConsigliodeiministri. Ma la realtà è ancora più drammatica perché lo Stato è lento e le Regioni hanno ognuna la propria Via per le opere locali. Al ministero dell’Ambiente ci sono 210 progetti in attesa di giudizio e il 64% aspetta da più di un anno. Il 43%, cioè 57, hanno superato l’istruttoria tecnica e aspettano la procedura burocratica. Già, perché in Italia, a differenza che negli altri Paesi Ue dove il giudizio sul progetto è tecnico, la Via è un percorso a ostacoli in cui si intrecciano pareri tecnici, procedure burocratiche, lunghissime consultazioni con tutti i soggetti interessati e, dulcis in fundo, il parere finale politico delministrodell’Ambiente. Unintreccio che esalta sempre qualunque opposizione e raramente, con grande fatica, consente accelerazioni lungo il tragitto. Non ci si può lamentare se l’Italia è il Paese del Nimby e un’opera richiede 15 anni anniperessererealizzata. peressererealizzata. Sevabene: fermi al ministero ci sono tre progetti presentati nel 2008, due alla firma del ministro dell’Ambiente e uno in attesa del parere dei Beni culturali. Per non parlare dei pareri Aia (Autorizzazione integrata ambientale) che vanno chiesti per esempio per gli impianti industriali: su 117 progetti in attesa il 78% è stato presentato più di un anno fa. Tempi lunghi, lunghissimi, devastanti. E soprattutto nessuna certezza dei tempi.
Questo è oggi. E mentre il governo cerca un faticoso accordo sul Dl semplificazioni per tentare uno sfrondamento di tutte le procedure pubbliche e ripartire veloce con gli investimenti dopo l’emergenza Covid-19, la riforma delle autorizzazione ambientali - vera cartina di tornasole della volontà di tracciare una discontinuità con il passato - rischia di finire in un vicolo cieco senza uscita.
Lenormemesseincampo LenormemesseincampodaPalazzo daPalazzo Chigi Chigi(sivedaIlSole24Oredel28giugno) (sivedaIlSole24Oredel28giugno) trovanoinfattiunaforteresistenzanelM5s e enelministrogrillinodell’Ambiente,Sergio nelministro grillinodell’Ambiente,Sergio Costa. A conferma che le bandiere di parte,sollevateaturnodaipartitidellacoalizione, facevaunautorevoleesponentePd facevaunautorevoleesponentePdqualchegiornofaqualchegiornofachesuldecretosemplificazioniil chesuldecretosemplificazioniilgoverno governo «rischia «rischial’ossodelcollo». l’osso del collo».
Mentre Palazzo Chigi prova a costruire la tela, la bandiera grillina di Costa sventola, in particolare, sullo stop alla riduzione dei tempi per uno dei passaggi del procedimento Via, la consultazione pubblica, oggi sessanta giorni per ogni passaggio che nel testo base sono dimezzati a trenta. Mentre con l’articolo 37 vengono tagliati drasticamente, per esempio, i tempi dati ai proponenti del progetto e alle imprese per presentare le controdeduzioni ai rilievi presentati nel corso della procedura Via, da 180 a 90 giorni, Costa e M5s considera intoccabile la consultazione pubblica. Questo rende ancora più incerto il risultato finale di questo capitolo chiave del decreto, mentre ai proponenti dell’opera (stazioni appaltanti e imprese) si chiede un sacrificio (anche in termini di costi) già nella presentazione della richiesta che dovrà allegare non più generici «elaborati progettuali» da concordare di volta in volta, ma un progetto definitivo o un progetto di fattibilità.
Una soluzione per uscire dalla logica del taglio, pezzetto pezzetto, dei singoli tempi tempidellaproceduraetentareunsalto dellaproceduraetentareunsalto c’è c’ègiàneltesto. giàneltesto. Daunaparteunulteriore rafforzamentodei rafforzamentodeipoterisostitutivi, poterisostitutivi, dall’altraunacommissioneViaad dall’altraunacommissioneViaadhoceuna hoceuna procedurasemplificataperl’emergenza. Unafasttrack, unacorsiaveloceche unacorsiavelocecheperò, però, guardacaso, è èlimitataaiprovvedimenti limitataaiprovvedimenti greengraditiaCosta, quellirientrantinel Piano nazionale integrato energia e clima (e alcuni interventi per la sicurezza stradale, autostradale, ferroviariaeidrica). Benissimo, perché (si veda l’articolo sotto) perquegliinterventipassalariconversione perquegliinterventipassalariconversionedell’economiaitalianaversogli dell’economiaitalianaverso gli obiettivi2030. Manonèchiaroperchéla commissioneViaspecialenon commissioneViaspecialenonpossaoccuparsi possaoccuparsi anche di tutti gli altri interventi dell’emergenzaCovid, apartire apartiredalpiano dal piano delleinfrastruttureurgenticheilpremier presenterà con Dpcm.