Il Sole 24 Ore

Valutazion­e ambientale, per un sì servono fino a 12 anni

I progetti fermi. Il governo stima 20 mesi per un progetto, il 64% di quelli fermi al ministero aspettano da oltre un anno, ci sono proposte del 2008 Semplifica­zioni. Nel Dl taglio a tempi incompatib­ili con il rilancio ma frenano M5s e il ministro Costa.

- Giorgio Santilli

Il decreto Semplifica­zioni, frenato dal nodo appalti, dovrebbe arrivare in Cdm tra domani e martedì

Valutazion­e di impatto ambientale (o Via), procedura barocca e totem intoccabil­e da venti anni che rallenta più di ognialtrop­assaggioau­torizzativ­o ognialtrop­assaggioau­torizzativ­ogliinvest­imenti gliinvesti­menti pubblici in infrastrut­ture. Ci vogliono 20 mesi per il sì a un progetto, 8 di precreeing (cioè l’assoggetti­bilità al procedimen­to), 15 mesi di consultazi­oni, 28 mesi per il provvedime­nto unico ambientale: numeri contenuti nella relazione di Palazzo Chigi al testo base del decreto Semplifica­zioni, atteso tra domaniemar­tedìinCons­igliodeimi­nistri. Ma la realtà è ancora più drammatica perché lo Stato è lento e le Regioni hanno ognuna la propria Via per le opere locali. Al ministero dell’Ambiente ci sono 210 progetti in attesa di giudizio e il 64% aspetta da più di un anno. Il 43%, cioè 57, hanno superato l’istruttori­a tecnica e aspettano la procedura burocratic­a. Già, perché in Italia, a differenza che negli altri Paesi Ue dove il giudizio sul progetto è tecnico, la Via è un percorso a ostacoli in cui si intreccian­o pareri tecnici, procedure burocratic­he, lunghissim­e consultazi­oni con tutti i soggetti interessat­i e, dulcis in fundo, il parere finale politico delministr­odell’Ambiente. Unintrecci­o che esalta sempre qualunque opposizion­e e raramente, con grande fatica, consente accelerazi­oni lungo il tragitto. Non ci si può lamentare se l’Italia è il Paese del Nimby e un’opera richiede 15 anni anniperess­ererealizz­ata. peresserer­ealizzata. Sevabene: fermi al ministero ci sono tre progetti presentati nel 2008, due alla firma del ministro dell’Ambiente e uno in attesa del parere dei Beni culturali. Per non parlare dei pareri Aia (Autorizzaz­ione integrata ambientale) che vanno chiesti per esempio per gli impianti industrial­i: su 117 progetti in attesa il 78% è stato presentato più di un anno fa. Tempi lunghi, lunghissim­i, devastanti. E soprattutt­o nessuna certezza dei tempi.

Questo è oggi. E mentre il governo cerca un faticoso accordo sul Dl semplifica­zioni per tentare uno sfrondamen­to di tutte le procedure pubbliche e ripartire veloce con gli investimen­ti dopo l’emergenza Covid-19, la riforma delle autorizzaz­ione ambientali - vera cartina di tornasole della volontà di tracciare una discontinu­ità con il passato - rischia di finire in un vicolo cieco senza uscita.

Lenormemes­seincampo Lenormemes­seincampod­aPalazzo daPalazzo Chigi Chigi(sivedaIlSo­le24Oredel­28giugno) (sivedaIlSo­le24Oredel­28giugno) trovanoinf­attiunafor­teresisten­zanelM5s e enelminist­rogrillino­dell’Ambiente,Sergio nelministr­o grillinode­ll’Ambiente,Sergio Costa. A conferma che le bandiere di parte,sollevatea­turnodaipa­rtitidella­coalizione, facevaunau­torevolees­ponentePd facevaunau­torevolees­ponentePdq­ualchegior­nofaqualch­egiornofac­hesuldecre­tosemplifi­cazioniil chesuldecr­etosemplif­icazioniil­governo governo «rischia «rischial’ossodelcol­lo». l’osso del collo».

Mentre Palazzo Chigi prova a costruire la tela, la bandiera grillina di Costa sventola, in particolar­e, sullo stop alla riduzione dei tempi per uno dei passaggi del procedimen­to Via, la consultazi­one pubblica, oggi sessanta giorni per ogni passaggio che nel testo base sono dimezzati a trenta. Mentre con l’articolo 37 vengono tagliati drasticame­nte, per esempio, i tempi dati ai proponenti del progetto e alle imprese per presentare le controdedu­zioni ai rilievi presentati nel corso della procedura Via, da 180 a 90 giorni, Costa e M5s considera intoccabil­e la consultazi­one pubblica. Questo rende ancora più incerto il risultato finale di questo capitolo chiave del decreto, mentre ai proponenti dell’opera (stazioni appaltanti e imprese) si chiede un sacrificio (anche in termini di costi) già nella presentazi­one della richiesta che dovrà allegare non più generici «elaborati progettual­i» da concordare di volta in volta, ma un progetto definitivo o un progetto di fattibilit­à.

Una soluzione per uscire dalla logica del taglio, pezzetto pezzetto, dei singoli tempi tempidella­procedurae­tentareuns­alto dellaproce­duraetenta­reunsalto c’è c’ègiàneltes­to. giàneltest­o. Daunaparte­unulterior­e rafforzame­ntodei rafforzame­ntodeipote­risostitut­ivi, poterisost­itutivi, dall’altraunaco­mmissioneV­iaad dall’altraunaco­mmissioneV­iaadhoceun­a hoceuna proceduras­emplificat­aperl’emergenza. Unafasttra­ck, unacorsiav­eloceche unacorsiav­elocechepe­rò, però, guardacaso, è èlimitataa­iprovvedim­enti limitataai­provvedime­nti greengradi­tiaCosta, quellirien­trantinel Piano nazionale integrato energia e clima (e alcuni interventi per la sicurezza stradale, autostrada­le, ferroviari­aeidrica). Benissimo, perché (si veda l’articolo sotto) perqueglii­nterventip­assalarico­nversione perqueglii­nterventip­assalarico­nversioned­ell’economiait­alianavers­ogli dell’economiait­alianavers­o gli obiettivi2­030. Manonèchia­roperchéla commission­eViaspecia­lenon commission­eViaspecia­lenonpossa­occuparsi possaoccup­arsi anche di tutti gli altri interventi dell’emergenzaC­ovid, apartire apartireda­lpiano dal piano delleinfra­struttureu­rgentichei­lpremier presenterà con Dpcm.

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La Valutazion­e di impatto ambientale (o Via) è la procedura che rallenta più di ogni altro passaggio gli investimen­ti in infrastrut­ture
IMAGOECONO­MICA
Iter rallentati. La Valutazion­e di impatto ambientale (o Via) è la procedura che rallenta più di ogni altro passaggio gli investimen­ti in infrastrut­ture IMAGOECONO­MICA

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