Il Sole 24 Ore

IL NUOVO FRONTE DELLE VALUTE DIGITALI

- Di Marcello Minenna

Nonostante la crisi pandemica, i progetti delle banche centrali sulle valute digitali ( Central bank digital currency, Cbdc) non rallentano. La nuova valuta a corso legale potrebbe prendere la forma di un conto di deposito presso la banca centrale ad uso universale che addirittur­a potrebbe pagare un tasso di interesse, o quella di un token digitale anonimo senza interessi come le attuali cripto valute.

Pochi giorni fa la Banca dei Regolament­i Internazio­nali (Bri) ha pubblicato il suo ultimo survey sullo stato di avanzament­o dei progetti in 66 banche centrali. Rispetto al 2018, il 40% delle banche rispondent­i ha avviato esperiment­i oltre la fase di studio teorico, mentre il 10% ha in esecuzione progetti pilota. Negli ultimi due anni la probabilit­à di varo di una Cbdc è aumentata sia nel breve (1-2 anni) che nel medio termine.

Atirare la volata è la Cina: da aprile 2020 ci sono progetti pilota avanzati nelle città di Shenzhen, Suzhou, Chengdu, and Xiong'an; l'obiettivo è avviare un test nazionale entro i giochi olimpici invernali del 2022. Seguono a stretto giro le isole Bahamas e gli altri Paesi caraibici che sono sedi finanziari­e offshore e gestiscono flussi imponenti di capitali dall'estero.

Le banche centrali dei Paesi industrial­izzati non sono uscite dalla fase di progettazi­one teorica. La Banca Centrale Europea ( Bce), tramite diversi esponenti del board ha ribadito la propria posizione di cauto interesse. Sia Yves Mersch che Fabio Panetta hanno espresso particolar­e attenzione per l’impatto che una nuova valuta digitale di adozione universale potrebbe avere sull’utilizzo di contante e sul sistema bancario.

Se si ipotizza un conto presso la banca centrale per ogni cittadino, attivabile attraverso l'utilizzo di documenti ufficiali, questo wallet digitale

( fruttifero di interessi o meno) supererebb­e la sicurezza e la tracciabil­ità dei depositi bancari.

Ciò costringer­ebbe le banche ad aumentare i tassi di interesse sui depositi per rimanere concorrenz­iali e si riflettere­bbe in tassi più alti anche sui prestiti ed in una contrazion­e involontar­ia del credito alle imprese.

Inoltre con un Cbdc il risparmiat­ore potrebbe trasferire istantanea­mente la liquidità verso la banca centrale al minimo accenno di stress su singoli istituti o su tutto il sistema bancario. Infine a fronte dei nuovi conti di deposito la banca centrale dovrebbe espandere i propri investimen­ti: partecipaz­ioni azionarie e magari anche prestiti diretti. Un accentrame­nto eccessivo dei ruoli di risk management tipici delle banche che sfocerebbe in distorsion­i ed inefficien­ze.

La disinterme­diazione del sistema bancario non è un fenomeno desiderabi­le, ma è difficile progettare una valuta digitale che non invada il campo da gioco delle banche commercial­i. Una possibile soluzione al problema è quella del tiering, già applicata con successo nel caso delle riserve in eccesso delle banche presso la Bce ed esteso ai nuovi prestiti per l’economia reale T- LTRO III.

Nel caso delle valute digitali, il tiering si applichere­bbe sul conto corrente universale acceso presso la Bce. Fino ad una certa soglia ( ipotizziam­o 3.000 euro), le somme depositate sarebbero remunerate al tasso dello 0%, emulando in digitale la funzione che ha adesso il contante. Oltre questa soglia però, i depositi in E- Euro presso la Bce sarebbero penalizzat­i da un tasso di interesse negativo. In questa maniera si scoraggere­bbe esplicitam­ente l’accumulazi­one di risparmio privato presso la BCE, salvaguard­ando il ruolo svolto dal sistema bancario che dovrebbe intercetta­re l'eccesso di risparmio attraverso l’offerta di servizi finanziari evoluti.

Per l’arrivo di una valuta digitale europea non è più questione di se ma di quando. Se l'esperiment­o cinese dovesse avere successo, potrebbe essere molto prima del previsto. Direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

MarcelloMi­nenna Le opinioni espresse sono strettamen­te personali

Per l’arrivo di una valuta digitale europea non è più questione di se ma di quando. Se l'esperiment­o cinese dovesse avere successo, potrebbe essere molto prima del previsto

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Fonte: Bank for Internatio­nal Settlement

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