IL NUOVO FRONTE DELLE VALUTE DIGITALI
Nonostante la crisi pandemica, i progetti delle banche centrali sulle valute digitali ( Central bank digital currency, Cbdc) non rallentano. La nuova valuta a corso legale potrebbe prendere la forma di un conto di deposito presso la banca centrale ad uso universale che addirittura potrebbe pagare un tasso di interesse, o quella di un token digitale anonimo senza interessi come le attuali cripto valute.
Pochi giorni fa la Banca dei Regolamenti Internazionali (Bri) ha pubblicato il suo ultimo survey sullo stato di avanzamento dei progetti in 66 banche centrali. Rispetto al 2018, il 40% delle banche rispondenti ha avviato esperimenti oltre la fase di studio teorico, mentre il 10% ha in esecuzione progetti pilota. Negli ultimi due anni la probabilità di varo di una Cbdc è aumentata sia nel breve (1-2 anni) che nel medio termine.
Atirare la volata è la Cina: da aprile 2020 ci sono progetti pilota avanzati nelle città di Shenzhen, Suzhou, Chengdu, and Xiong'an; l'obiettivo è avviare un test nazionale entro i giochi olimpici invernali del 2022. Seguono a stretto giro le isole Bahamas e gli altri Paesi caraibici che sono sedi finanziarie offshore e gestiscono flussi imponenti di capitali dall'estero.
Le banche centrali dei Paesi industrializzati non sono uscite dalla fase di progettazione teorica. La Banca Centrale Europea ( Bce), tramite diversi esponenti del board ha ribadito la propria posizione di cauto interesse. Sia Yves Mersch che Fabio Panetta hanno espresso particolare attenzione per l’impatto che una nuova valuta digitale di adozione universale potrebbe avere sull’utilizzo di contante e sul sistema bancario.
Se si ipotizza un conto presso la banca centrale per ogni cittadino, attivabile attraverso l'utilizzo di documenti ufficiali, questo wallet digitale
( fruttifero di interessi o meno) supererebbe la sicurezza e la tracciabilità dei depositi bancari.
Ciò costringerebbe le banche ad aumentare i tassi di interesse sui depositi per rimanere concorrenziali e si rifletterebbe in tassi più alti anche sui prestiti ed in una contrazione involontaria del credito alle imprese.
Inoltre con un Cbdc il risparmiatore potrebbe trasferire istantaneamente la liquidità verso la banca centrale al minimo accenno di stress su singoli istituti o su tutto il sistema bancario. Infine a fronte dei nuovi conti di deposito la banca centrale dovrebbe espandere i propri investimenti: partecipazioni azionarie e magari anche prestiti diretti. Un accentramento eccessivo dei ruoli di risk management tipici delle banche che sfocerebbe in distorsioni ed inefficienze.
La disintermediazione del sistema bancario non è un fenomeno desiderabile, ma è difficile progettare una valuta digitale che non invada il campo da gioco delle banche commerciali. Una possibile soluzione al problema è quella del tiering, già applicata con successo nel caso delle riserve in eccesso delle banche presso la Bce ed esteso ai nuovi prestiti per l’economia reale T- LTRO III.
Nel caso delle valute digitali, il tiering si applicherebbe sul conto corrente universale acceso presso la Bce. Fino ad una certa soglia ( ipotizziamo 3.000 euro), le somme depositate sarebbero remunerate al tasso dello 0%, emulando in digitale la funzione che ha adesso il contante. Oltre questa soglia però, i depositi in E- Euro presso la Bce sarebbero penalizzati da un tasso di interesse negativo. In questa maniera si scoraggerebbe esplicitamente l’accumulazione di risparmio privato presso la BCE, salvaguardando il ruolo svolto dal sistema bancario che dovrebbe intercettare l'eccesso di risparmio attraverso l’offerta di servizi finanziari evoluti.
Per l’arrivo di una valuta digitale europea non è più questione di se ma di quando. Se l'esperimento cinese dovesse avere successo, potrebbe essere molto prima del previsto. Direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
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Per l’arrivo di una valuta digitale europea non è più questione di se ma di quando. Se l'esperimento cinese dovesse avere successo, potrebbe essere molto prima del previsto