Corte dei conti, a Trento e Bolzano nomine a vita dalla Provincia
L’autocontrollo è cruciale sul piano personale, ma zoppica su quello istituzionale. Da qui la polemica sulle nuove norme per la Corte dei conti di Trento e Bolzano attese domani all’organismo paritetico fra Governo e Province autonome che regola l’attuazione degli Statuti speciali. Perché quelle norme trasformano la Corte in un braccio della Provincia: che nominerebbe, con mandato a vita, 2 giudici del controllo su 4 a Trento, e 3 su 4 a Bolzano. E assorbirebbe nei propri organici dirigenti e dipendenti della magistratura contabile.
La terzietà dei giudici non è un dogma nei territori a Statuto speciale. In Alto Adige sono già di nomina politica i magistrati del Tar, ad Aosta la Regione nomina per sette anni 2 giudici contabili su 4, e anche l’azzardo estremo del mandato vitalizio ha un precedente in Friuli Venezia Giulia. Ma ora a Trento e Bolzano il pacchetto è completo. Le Province dovrebbero «indicare» i giudici da nominare al governo, che farebbe da passacarte, e pagherebbero lo stipendio ai funzionari dell’organo che deve vigilare sui loro bilanci: un’idea «palesemente contraria ai principi costituzionali», tuona l’Associazione nazionale dei magistrati contabili, confidando che «il governo si opponga». Ma più di un sospettoso esponente del centrodestra, all’opposizione a Roma e Bolzano (ma non a Trento), ricorda i numeri sempre traballanti a Palazzo Madama, che impreziosiscono i voti dei tre senatori Svp, in uno scenario che aiuta il governo a chiudere un occhio. Ipotesi, ovviamente, respinta dai leader Svp.
IL NO DELL’ANM CONTABILE L’associazione nazionale dei magistrati contabili chiede al governo di bocciare la norma Ma i voti dell'Svp sono determinanti per la maggioranza al Senato