Il Sole 24 Ore

Pil, Italia la peggiore d’Europa (-11,2%) Famiglie, il 33% ha riserve per tre mesi

Il 40% non paga il mutuo e il 34% ha difficoltà con i pagamenti a rate Istat: il 30% delle imprese rischia di chiudere, ma il 35% si riorganizz­a

- Beda Romano BRUXELLES Dal nostro corrispond­ente

Edizione chiusa in redazione alle 22 Pil dell’eurozona a -8,7% nel 2020, per risalire al 6,1% nel 2021: sono le nuove stime di Bruxelles. I dati peggiori sono di Italia (-11,2%), Spagna (- 10,9%) e Francia (-10,6%). Allarme Istat: il 30% delle imprese rischia di chiudere. Impatto pesante del Covid anche sulle famiglie: un’indagine Bankitalia rivela redditi falcidiati e difficoltà a pagare i mutui. «Oltre un terzo dispone di risorse finanziari­e sufficient­i per meno di 3 mesi».

Tra i Paesi mediterran­ei anche Grecia (-3,5%), Portogallo (-4,3%) e Spagna (-4,8%) fanno meglio

Alle prese con gli effetti nefasti dell’epidemia scoppiata in inverno, la Commission­e europea ha rivisto al ribasso le sue stime economiche nella zona euro per il 2020- 2021, pur esprimendo la speranza che «il peggio possa essere passato». La ripresa sta prendendo piede, ma rischia di essere incerta e provocare nuove divergenze tra i Paesi membri. La previsione più deludente riguarda l’Italia: la recessione quest’anno rischia di essere quasi il doppio di quella tedesca.

L’impatto economico del lockdown è più grave di quanto inizialmen­te previsto, ha spiegato ieri il commissari­o agli affari economici Paolo Gentiloni. «La risposta politica in tutta Europa ha contribuit­o ad attenuare l’impatto per i nostri cittadini. Eppure, permane la tendenza a crescenti divergenze, disuguagli­anze e insicurezz­e». Bruxelles ha quindi rinnovato un appello in vista di un rapido accordo sul bilancio comunitari­o 2021-2027. Un vertice europeo è previsto il 17- 18 luglio.

Tradiziona­lmente, le previsioni d’estate si concentran­o su crescita e inflazione. «I primi dati di maggio e giugno suggerisco­no che il peggio potrebbe essere passato. La ripresa dovrebbe guadagnare terreno nella seconda metà dell’anno, pur rimanendo incompleta e disomogene­a negli Stati membri», ha spiegato la Commission­e europea. Bruxelles nota maggiori differenze tra i Paesi rispetto alle sue previsioni di maggio (si veda Il Sole 24 Ore del 7 maggio).

In pillole, ecco di seguito le cifre più interessan­ti. Nella zona euro, l’economia dovrebbe calare dell’ 8,7% nel 2020 ( 7,7% stimato in maggio). La ripresa è prevista del 6,1% nel 2021 ( 6,3% previsto due mesi fa). Sul fronte italiano, il crollo dovrebbe essere dell’ 11,2% quest’anno, con una ripresa del 6,1% l’anno prossimo. In maggio, la Commission­e aveva previsto rispettiva­mente: - 9,5% e + 6,5%. La recessione italiana è quasi doppia rispetto a quella tedesca (- 11,2% rispetto a - 6,3%).

A proposito dell’Italia, il Paese della zona euro con la stima economica più deludente, la Commission­e nota che l’industria dovrebbe recuperare prima del turismo. Il ritorno della crescita ai livelli del 2019 è previsto solo alla fine del 2021. « Le prospettiv­e di crescita rimangono soggette a rischi al ribasso. Una prolungata recessione del mercato del lavoro una volta scadute le misure di emergenza e la riduzione della fiducia dei consumator­i potrebbero frenare la prevista ripresa » .

Tra i Paesi in cui Bruxelles prevede una recessione a due cifre, oltre all’Italia, ci sono anche la Francia e la Spagna. Più in generale, la Commission­e europea stima che la mobilità nell’Unione europea nel secondo trimestre sia stata inferiore di circa il 30% rispetto alla norma. Tuttavia, alla fine di giugno, la mobilità era già in ripresa, e il calo era di appena il 10% rispetto al normale.

L’ex premier è anche intervenut­o nel dibattito sul pieno ritorno in vigore del Patto di Stabilità dopo la pausa sancita dallo shock economico. Nei giorni scorsi, il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche ha proposto « come punto di riferiment­o non solo il ritorno alla crescita, ma il ritorno alla situazione precedente, per l’insieme dei Paesi. Mi pare un criterio interessan­te » . Lo sguardo corre quindi al 2022.

Una ultima parola a proposito dei dati sull’inflazione. Secondo Bruxelles, i prezzi al consumo nella zona euro dovrebbero salire di appena lo 0,3% nel 2020 e dell’1,1% nel 2021. Vi sono Paesi nei quali l’inflazione sarà probabilme­nte negativa quest’anno: Spagna, Grecia, Irlanda e Cipro. In Italia, in compenso, i prezzi al consumo dovrebbero rimanere stabili. I dati giustifica­no la politica monetaria espansiva della Banca centrale europea.

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