Il Sole 24 Ore

Erdogan: Santa Sofia ora è luogo di preghiera

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La decisione del Consiglio di Stato non ha sorpreso nessuno: come desiderava il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, il museo di Santa Sofia a Istanbul - patrimonio mondiale dell’umanità per l’Unesco - riavrà lo status di moschea, posta sotto l’amministra­zione dell’autorità di Stato per gli affari religiosi. Il decreto che Erdogan ha firmato, e diffuso sul proprio profilo Twitter, riapre Hagia Sophia alla preghiera islamica. La conversion­e in museo dell’edificio a cui nella storia hanno fatto riferiment­o cristiani ortodossi e musulmani insieme, e voluta nel 1934 dal fondatore della Turchia moderna e laica Mustafa Kemal Ataturk, viene ora definita illegale.

Numerose le reazioni critiche, che vanno ad aggiungers­i a quelle dei giorni scorsi. La decisione del massimo organo amministra­tivo turco «è un’aperta provocazio­ne», fa sapere il ministero greco della Cultura. L’ultimo passo nel processo di islamizzaz­ione della politica turca, nei 17 anni di potere di Erdogan. Il Patriarca Bartolomeo, capo di 300 milioni di ortodossi in tutto il mondo, ha parlato di « frattura » tra Oriente e Occidente. Anche il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, aveva invitato Ankara a preservare lo status di museo di Santa Sofia.

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La riconversi­one del museo solleva pesanti critiche
Patrimonio dell’umanità? La riconversi­one del museo solleva pesanti critiche

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