Open Fiber Pressing del Governo sull’Enel per accelerare la rete unica con Tim
Incontro Gualtieri-Starace: entro luglio il Tesoro vuole chiarezza su Open Fiber
Il problema non è se, ma come. Il Governo ha preso posizione sulla rete unica di telecomunicazioni, chiedendo chiarezza all'Enel circa le sue intenzioni sulla quota detenuta in Open Fiber in condominio con Cdp. A quanto risulta venerdì c'è stato un incontro al Tesoro con l'ad del gigante elettrico, Francesco Starace, finora riluttante a rinunciare alla sua creatura se non per valutazioni più che piene.
Secondo quanto riferisce la Reuters, il ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, avrebbe sollecitato Starace a raggiungere un accordo con Telecom Italia entro fine mese. Il Tesoro, che è il principale azionista di entrambi i soci di Open Fiber, si è attivato per cercare di dare una svolta a un dossier che da troppo tempo è in fase di stallo. Da oltre un anno Telecom, Cdp e Enel hanno avviato, almeno formalmente, colloqui riservati per verificare la possibilità di unire le forze per lo sviluppo di una rete telefonica ad alta velocità. Non si è arrivati però finora a nulla di concreto. Se è ormai opinione diffusa che valga la pena di concentrare sforzi e risorse per costruire la dorsale di tlc nazionale a banda ultralarga, il problema è che non c’è condivisione sul modello.
L’ex monopolista ha da gestire l’eredità della rete in rame e anche se ormai ha portato quasi ovunque la fibra ottica fino all’armadietto sul marciapiede (con la formula dell’Fttc, fiber to che cabinet), manca da sostituite l’ultimo tratto, quello che collega il cabinet con l’abitazione dell’utente finale. Open Fiber invece è partita da zero, o meglio da Metroweb, la rete in fibra ottica di Milano che ha rilevato qualche anno fa, con l’ambizione di costruire una nuova infrastuttura tutta in fibra non solo nelle aree disagiate del Paese, dove si è aggiudicata tutti i bandi pubblici, ma anche nelle zone concorrenziali, utilizzando la formula dell’Ftth, Fiber to the home, fibra fino all’abitazione.
L’Fttc consente di offrire velocità di navigazione di almeno 30 mega e anche oltre, ma non è performante come l’Ftth, che arriva anche a 1 giga. La differenza tra l’ex monopolista e lo sfidante è anche che Telecom è un gruppo “verticalmente integrato” , che offre cioè i servizi di tlc al retail oltre che l’accesso alla propria rete agli operatori alternativi (Olo), mentre Open Fiber offre agli Olo l’infrastuttura, che è ancora da completare, ma non ha clienti privati da servire.
Il lockdown ha dimostrato quanto sia importante disporre di una rete di tlc efficiente, per non tagliar fuori dal mondo e dal mercato del lavoro una fetta di popolazione. La logica vorrebbe di concentrare gli sforzi per coprire il territorio in modo omogeneo e in tempi rapidi, salvaguardando anche gli interessi sistemici. I concorrenti di Telecom temono però il ritorno al monopolio e sono favorevoli alla rete unica purché non sotto Telecom. Telecom però non può perdere il controllo della rete, che è il suo core business, perché probabilmente non sopravviverebbe (senz’altro non reggerebbe l’attule livello di occupazione).
Dei due azionisti di Open Fiber, Cdp è esposta anche su Telecom, dove è entrata due anni fa salendo fino a quasi il 10% del capitale, ma senza finora reclamare prerogative di governance, con l’obiettivo di promuovere l’unificazione delle reti. Enel invece è esposta solo su Open Fiber e finora ha dimostrato di voler vendere cara la pelle. I due soci sono legati da rapporti contrattuali che comprendono anche il diritto di covendita e la prelazione. Mediobanca ha fatto una stima per conto di Enel che valuta a regime Open Fiber fino a 8 miliardi (debito più equity), il fondo infrastutturale Macquarie ipotizza 7,7 miliardi di valore, ma solo nel contesto di una rete unica e comunque la sua offerta non è vincolante. Kkr offre invece 7,5 miliardi (enterprise value, debito più equity) per la rete secondaria di Telecom, ancora prevalentemente in rame, che dovrebbe essere eventualmente scorporata in una newco, con il fondo di private equity Usa che rileverebbe una quota del 40-42%. L’esclusiva concessa a Kkr dovrebbe scadere a fine mese e al prossimo cda di Telecom, il 4 agosto, l’obiettivo dell’azienda è di fare il punto sulla vicenda.
Il 4 agosto Tim farà il punto sui negoziati con Kkr. Anche Cdp attende di conoscere le intenzioni dell’Enel