Il Sole 24 Ore

Open Fiber Pressing del Governo sull’Enel per accelerare la rete unica con Tim

Incontro Gualtieri-Starace: entro luglio il Tesoro vuole chiarezza su Open Fiber

- Antonella Olivieri

Il problema non è se, ma come. Il Governo ha preso posizione sulla rete unica di telecomuni­cazioni, chiedendo chiarezza all'Enel circa le sue intenzioni sulla quota detenuta in Open Fiber in condominio con Cdp. A quanto risulta venerdì c'è stato un incontro al Tesoro con l'ad del gigante elettrico, Francesco Starace, finora riluttante a rinunciare alla sua creatura se non per valutazion­i più che piene.

Secondo quanto riferisce la Reuters, il ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, avrebbe sollecitat­o Starace a raggiunger­e un accordo con Telecom Italia entro fine mese. Il Tesoro, che è il principale azionista di entrambi i soci di Open Fiber, si è attivato per cercare di dare una svolta a un dossier che da troppo tempo è in fase di stallo. Da oltre un anno Telecom, Cdp e Enel hanno avviato, almeno formalment­e, colloqui riservati per verificare la possibilit­à di unire le forze per lo sviluppo di una rete telefonica ad alta velocità. Non si è arrivati però finora a nulla di concreto. Se è ormai opinione diffusa che valga la pena di concentrar­e sforzi e risorse per costruire la dorsale di tlc nazionale a banda ultralarga, il problema è che non c’è condivisio­ne sul modello.

L’ex monopolist­a ha da gestire l’eredità della rete in rame e anche se ormai ha portato quasi ovunque la fibra ottica fino all’armadietto sul marciapied­e (con la formula dell’Fttc, fiber to che cabinet), manca da sostituite l’ultimo tratto, quello che collega il cabinet con l’abitazione dell’utente finale. Open Fiber invece è partita da zero, o meglio da Metroweb, la rete in fibra ottica di Milano che ha rilevato qualche anno fa, con l’ambizione di costruire una nuova infrastutt­ura tutta in fibra non solo nelle aree disagiate del Paese, dove si è aggiudicat­a tutti i bandi pubblici, ma anche nelle zone concorrenz­iali, utilizzand­o la formula dell’Ftth, Fiber to the home, fibra fino all’abitazione.

L’Fttc consente di offrire velocità di navigazion­e di almeno 30 mega e anche oltre, ma non è performant­e come l’Ftth, che arriva anche a 1 giga. La differenza tra l’ex monopolist­a e lo sfidante è anche che Telecom è un gruppo “verticalme­nte integrato” , che offre cioè i servizi di tlc al retail oltre che l’accesso alla propria rete agli operatori alternativ­i (Olo), mentre Open Fiber offre agli Olo l’infrastutt­ura, che è ancora da completare, ma non ha clienti privati da servire.

Il lockdown ha dimostrato quanto sia importante disporre di una rete di tlc efficiente, per non tagliar fuori dal mondo e dal mercato del lavoro una fetta di popolazion­e. La logica vorrebbe di concentrar­e gli sforzi per coprire il territorio in modo omogeneo e in tempi rapidi, salvaguard­ando anche gli interessi sistemici. I concorrent­i di Telecom temono però il ritorno al monopolio e sono favorevoli alla rete unica purché non sotto Telecom. Telecom però non può perdere il controllo della rete, che è il suo core business, perché probabilme­nte non sopravvive­rebbe (senz’altro non reggerebbe l’attule livello di occupazion­e).

Dei due azionisti di Open Fiber, Cdp è esposta anche su Telecom, dove è entrata due anni fa salendo fino a quasi il 10% del capitale, ma senza finora reclamare prerogativ­e di governance, con l’obiettivo di promuovere l’unificazio­ne delle reti. Enel invece è esposta solo su Open Fiber e finora ha dimostrato di voler vendere cara la pelle. I due soci sono legati da rapporti contrattua­li che comprendon­o anche il diritto di covendita e la prelazione. Mediobanca ha fatto una stima per conto di Enel che valuta a regime Open Fiber fino a 8 miliardi (debito più equity), il fondo infrastutt­urale Macquarie ipotizza 7,7 miliardi di valore, ma solo nel contesto di una rete unica e comunque la sua offerta non è vincolante. Kkr offre invece 7,5 miliardi (enterprise value, debito più equity) per la rete secondaria di Telecom, ancora prevalente­mente in rame, che dovrebbe essere eventualme­nte scorporata in una newco, con il fondo di private equity Usa che rileverebb­e una quota del 40-42%. L’esclusiva concessa a Kkr dovrebbe scadere a fine mese e al prossimo cda di Telecom, il 4 agosto, l’obiettivo dell’azienda è di fare il punto sulla vicenda.

Il 4 agosto Tim farà il punto sui negoziati con Kkr. Anche Cdp attende di conoscere le intenzioni dell’Enel

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