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Spunta una norma per superare il caos delle autostrade liguri
Entra anche il tentativo di sbloccare il caos delle autostrade liguri nell’ultima versione del decreto Semplificazioni, inviato per la bollinatura alla Raguioneria generale in vista della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a quasi una settimana dal «salvo intese» sancito dal consiglio dei ministri nella notte fra lunedì e martedì.
Rispetto alle versioni circolate nei giorni scorsi il testo allarga drasticamente il proprio raggio d’azione: e nei 65 articoli che lo compongono trovano spazio tutti gli ingredienti classici del provvedimento omnibus: aumenti in busta paga per vigili del fuoco e polizia, ma anche un incremento del 50% del compenso degli scrutatori nella sezione Estero in vista del referendum di settembre per confermare il taglio dei parlamentari. Tra le novità si incontra poi l’ennesima proroga per la restituzione del prestito ponte da parte di Alitalia: la nuova scadenza è fissata (si fa per dire) al 31 dicembre prossimo. I sindaci vedono poi il ritorno del potere pieno di ordinanza, sospeso dal decreto Marzo all’inizio dell’emergenza sanitaria nel tentativo di creare un coordinamento con le misure centrali di tutela della salute.
Ma alcune novità importanti riguardano anche l’oggetto del decreto intitolato alle «semplificazioni». In particolare, il nuovo testo estende una sorta di modello Genova alle ricostruzioni delle aree terremotate, rafforzando i poteri dei commissari straordinari che potranno agire in deroga alle normative (con le solite eccezioni per antimafia e regole Ue) e applicare tutte le misure straordinarie previste dallo stesso decreto.
Ma è lo sbloccagallerie a intrecciare uno dei temi più caldi di queste settimane, caratterizzate dal caos che ha intasato le autostrade liguri e che, senza contromosse, potrebbe replicarsi presto in altre aree del Paese a partire dall’Abruzzo.
I blocchi determinati dalle verifiche di questi giorni nascono dall’applicazione rigida, su indicazione della Procura di Genova, di una circolare del 1967 secondo la quale le gallerie vanno controllate con «ispezioni visive», che impongono complessi lavori di “smontaggio” delle infrastrutture per esaminarne le componenti interne. Queste ispezioni richiedono tra le altre cose un ampio utilizzo di personale, e per questo sono state fermate durante il lockdown perché non avrebbero consentito il rispetto delle misure di distanziamento sociale.
La nuova norma interviene in due modi. Per il riassetto a regime dei controlli prova ad affidare il tema alla commissione Gallerie del Consiglio superiore dei lavori pubblici, tentando così di risolvere l’intreccio di competenze che sta complicando la fase attuale. Ma, soprattutto, autorizza di fatto il ministero ad attivare subito le indagini «geodiagnostiche», che al contrario di quelle «visive» utilizzano le nuove tecnologie, impensabili nel 1967, e permettono di completare i controlli in modo più veloce e con meno ricadute sulla circolazione stradale.
Nel menù completo offerto dall’ultima versione del decreto si incontra poi la norma che prova ad accelerare l’utilizzo dei fondi Ue per la coesione, con un iter più snello e incentivi al personale legati alle quote di spesa effettiva; via libera poi alle autorizzazioni per le reti energetiche nazionali di elettricità e gas, in attesa dell’approvazione del Piano decennale sul tema. Per la cancellazione dal registro imprese basterà la determinazione del conservatore; un pacchetto di semplificazioni riguarda anche le Zes. Confermata, infine, la possibilità di varare fino al 30 aprile prossimo aumenti di capitale con il via libera dei rappresentanti della metà delle quote. Sempre che tutto questo insieme eterogeneo di norme sopravviva all’esame di Ragioneria e Quirinale.
Nel testo anche la proroga per il prestito ad Alitalia e modello Genova per i commissari nelle aree terremotate