Recovery Fund, domani Conte-Merkel Conte-Merkel—
Il premier domani dalla cancelliera Merkel in vista del Consiglio Ue di venerdì Probabile nuovo round per chiudere l’accordo. Gentiloni: l’Europa ha bisogno del Piano subito
Trattativa in salita.
L’incontro di domani tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel e quello di giovedì sera con il presidente francese Emmanuel Macron concluderanno la fase preparatoria del vertice europeo del 17 e 18 luglio.
Un vertice al quale l’Italia si presenta in modo diverso dal passato. Conte lo spiegherà mercoledì in Parlamento dove chiederà un mandato preciso in vista del vertice. Italia non più Paese del Sud costretto a difendersi per le sue debolezze strutturali ma, a seguito della pandemia, parte di una maggioranza che chiede un salto di qualità all’Unione forte del consenso costruito negli ultimi mesi con la lettera dei nove (Italia e Francia capifila) e con una maggiore credibilità che si sta guadagnando per il vasto piano di riforme previsto a cominciare dal decreto semplificazione appena varato e per la prossima riforma fiscale.
Dire che tutto ciò basterà per rassicurare i timori dei Parlamenti e delle opinioni pubbliche nei quattro Paesi frugali guidati dai “falchi” olandesi è forse eccessivo ma sicuramente la musica è cambiata. Forse il vertice del 17 non sarà quello decisivo per l’accordo e già si parla con insistenza di un secondo appuntamento alla fine del mese per chiudere la partita del Recovery Fund.
La “chimica“ormai collaudata con la Merkel consentirà tuttavia domani a Conte di parlare liberamente sui dettagli della proposta Michel nella parte che prevede che sia il Consiglio ad approvare a maggioranza qualificata i piani nazionali per spendere le sovvenzioni previste dal “Recostruction and Resilience Instrument” con le singole spese che verrebbero poi approvate dalla Commissione sentito il parere del Comitato economico e finanziario. Anche venerdì sera ,dopo la cena con il collega olandese Mark Rutte, Conte ha spiegato che «non bisogna lasciarsi imbrigliare dalla burocrazia» perché il rischio è di «rendere inefficace il Recovery Plan » . Ci sono aspetti della proposta Michel che non convincono l’Italia a cominciare dalla governance del meccanismo complessivo che potrebbe creare troppa confusione e ambiguità di funzioni tra Commissione e Consiglio. Anche la riduzione del quadro finanziario pluriennale previsto da Michel non va certo nella direzione auspicata dall’Italia così come la concessione dei rebates (sconti sui contributi nazionali dei Frugali al bilancio Ue) contrasta contro la presa di posizione di ben 19 Paesi Ue tra cui l’Italia alla fine del 2019.
Con la stessa franchezza anche la Merkel chiederà a Conte ragguagli su come pensa di tenere sotto controllo la spesa pubblica e ridurre progressivamente il peso del debito fortemente ipotecato da misure come Quota 100 difficilmente giustificabile in molti Paesi del Nord Europa (anche se il Governo italiano non intende prorogarla oltre il 2021).
La Merkel ha, d’altro canto, anche l’autorevolezza per parlare con i
“frugali” a cominciare dall’Austria e indurli a più miti consigli. Il tempo è cambiato e le posizioni del passato non sono più replicabili.
Un invito a trovare un’intesa viene intanto anche dal commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni che in un’intervista al tedesco Welt ricorda che «il tempo stringe; io faccio appello a tutti i Paesi partner di andare alle trattative disposti al compromesso. L’Europa ha bisogno di questo piano velocemente perché la recessione rischia di lacerare l’Eurozona». Gentiloni esprime fiducia nella Merkel: «So come lavora, e se porta avanti un compromesso, possiamo raggiungere un accordo entro la fine di questo mese».
Il presidente del Consiglio farà mercoledì il passaggio in Parlamento in vista del Vertice del 17 e 18 luglio