Il Sole 24 Ore

Lettera di Autostrade al Governo: ok a tariffe e riassetto azionario

Il nodo è la richiesta di rivedere le regole per revocare la concession­e

- Laura Galvagni

Nel tardo pomeriggio di ieri Autostrade per l'Italia ha inviato al Mit la proposta relativa al potenziale nuovo schema di accordo. Una missiva ricca di allegati tecnici, che stando a quanto riferito dalla società ottempera a tutte le richieste del Governo. I perni dell’offerta sono gli impegni sugli investimen­ti, pari a 14,5 miliardi, l’accettazio­ne del modello Art ( definito dall'Autorità trasporti) per le tariffe con compensazi­oni fino a 3,4 miliardi, l’impegno su un aumento di capitale funzionale al riassetto azionario e una nuova formula che rivisita il Millepropr­oghe sulla revoca unilateral­e della concession­e. Ma questo punto potrebbe diventare il punto critico del confronto con il Governo.

La trattativa.

L’offerta ora è sul tavolo del ministero delle Infrastrut­ture. Nel tardo pomeriggio di ieri Autostrade per l'Italia ha inviato al Mit la proposta relativa al potenziale nuovo schema di accordo. Una missiva piuttosto corposa, ricca di allegati tecnici, che secondo la società ottempera al le richieste avanzate dal governo emerse durante il tavolo di confronto con le Infrastrut­ture.

I perni intorno ai quali ruota l’offerta sono sostanzial­mente due: il mantenimen­to degli impegni sul fronte degli investimen­ti, ossia i 14,5 miliardi a suo tempo dichiarati, e l'accettazio­ne del modello Art ( quello definito dall'Autorità dei trasporti) per quanto riguarda le tariffe sui nuovi investimen­ti. Attorno a questi due pilastri sono stati inseriti altri due tasselli chiave: l’impegno a portare in consiglio di amministra­zione di Aspi un aumento di capitale funzionale al riassetto azionario della compagnia e infine una nuova formula che parzialmen­te rivisita un passaggio cruciale del Millepropr­oghe, ossia quello della revoca unilateral­e della concession­e.

Più nel dettaglio, sul fronte degli interventi si tratta di mantenere fede al precedente maxi piano e in aggiunta dar seguito a una sorta di programma di “compensazi­one” da complessiv­i 3,4 miliardi, da dettagliar­e ancora rispetto ad alcuni impegni già assunti: 1,5 miliardi in termini di taglio della tariffa, 700 milioni aggiuntivi in manutenzio­ne e 800 milioni per Genova.

Quanto ai pedaggi, come detto, passaggio cruciale di questa proposta è l’accettazio­ne del modello Art. Modello che allo stato attuale garantisce una remunerazi­one sugli investimen­ti stimata attorno al 7,09%, ossia diversi punti percentual­i in meno di quanto riconosciu­to fino ad ora ( circa l’ 11%). Nell'applicare questo schema, tuttavia, Aspi, dovrebbe riuscire a strappare alcuni correttivi, tra i quali l’introduzio­ne nella formula dei costi operativi e la contemplaz­ione delle conseguenz­e devastanti del Covid- 19 sui volumi di traffico. Elementi che, nel lungo periodo, dovrebbero andare a mitigare l’effetto della contrazion­e della tariffa, alla cui riduzione contribuir­anno, peraltro, anche i proventi generati dalle aree di servizio.

A tutto questo, come detto, si è aggiunto l’impegno a portare in un prossimo consiglio di amministra­zione una proposta di aumento di capitale. Proposta che dovrebbe essere vicina ai 3 miliardi e funzionale a favorire l’ingresso nell’assetto azionario di nuovi soci, in primis F2i e Cdp. Operazione che andrà di fatto a diluire Atlantia, controllat­a dalla Edizione della famiglia Benetton, a favore di un maggior peso dei nuovi azionisti, anche in termini di governance.

Infine, ultimo tassello è la questione del Milleproro­ghe, decreto che ha di fatto messo in ginocchio la compagnia e rispetto al quale l’azienda, su indicazion­e del ministero stesso, ha avanzato ora una propria proposta per circoscriv­ere l’area di efficacia della norma. Tutto ruota attorno all’articolo 35 nella parte in cui viene disciplina­ta la revoca unilateral­e della concession­e.

Ora è previsto che ciò avvenga per «grave inadempime­nto». Formula che offre una casistica molto ampia e che, proprio per come è stata posta, ha creato anche sul piano finanziari­o enormi problemati­che alla società. Di qui la volontà di trovare una migliore definizion­e dell’ambito di applicazio­ne. In virtù di questo, attraverso, un atto amministra­tivo, una sorta di regolament­o attuativo, si punterebbe a circoscriv­ere l'efficacia della revoca al solo caso in cui si verifichi «un’interruzio­ne grave e non riparabile di uno snodo fondamenta­le della rete». Un ridimensio­namento notevole e che per questo è destinato a scontrarsi con la volontà di una parte dell’esecutivo che ha spinto per quella norma e che l’ha volutament­e scritta in modo da non indirizzar­e in maniera netta la sua applicabil­ità. Insomma, il Milleproro­ghe e la sua declinazio­ne potrà rappresent­are lo scoglio da superare nella trattativa con il governo in vista del consiglio dei ministri di martedì 14 luglio.

Tutto questo mentre sullo sfondo si apre anche la questione Telepass. Come riportato da Il Sole 24 Ore, l’esecutivo nel tentativo di portare Aspi a più miti consigli nell'ambito dell'attuale confronto, ha posto il tema della cessione dell'asset. Bene sul quale, secondo alcune interpreta­zioni politiche, si potrebbe esercitare il golden power per la delicatezz­a dei dati sugli spostament­i individual­i trattati dalla società.

Si punta a circoscriv­ere l’efficacia della revoca al solo caso in cui si verifichi «una interruzio­ne grave e non riparabile di uno snodo fondamenta­le della rete»

Ricapitali­zzazione sui 3 miliardi per favorire l’ingresso nell’azionariat­o di nuovi soci, in primis F2i e Cdp

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ANSA Il dossier Autostrade. Ore decisive per la ricerca di un accordo sia su tariffe e investimen­ti che sull’assetto azionario

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