Il Sole 24 Ore

Rinnovare gli stadi di Serie A vale oltre 10 miliardi

Dossier della Lega per migliorare la normativa sulle infrastrut­ture sportive e accelerare il percorso di progetti che in dieci città italiane, nonostante le difficoltà operative, potranno creare circa 20mila posti di lavoro

- Marco Bellinazzo

Il tema del rinnovamen­to degli stadi è centrale per lo sviluppo di un movimento calcistico economicam­ente progredito. A 30 anni esatti da Italia 90, quella che sarebbe dovuta essere la grande occasione per porre - attraverso impianti all’avanguardi­a - le basi di una leadership duratura della Serie A e che invece si è trasformat­a in una delle zavorre che hanno progressiv­amente deteriorat­o “il campionato più bello del mondo”, la Lega prova a dare una nuova spallata a un sistema normativo ancora troppo burocratiz­zato e disincenti­vante. E lo fa con i numeri contenuti in un approfondi­to report che fotografa lo stato dell’arte nel Belpaese e all’estero in materia e con la forza di proposte di riforma che i club hanno elaborato sulla base dell’esperienza (non certo positiva) maturata in questi anni. Per rivedere l’attuale normativa per troppi versi lacunosa e inefficien­te la Lega di Serie A ha dato vita nei mesi scorsi a una commission­e tecnica guidata dal Dg della Fiorentina Joe Barone.

La situazione

In Italia si gioca in stadi inadeguati sotto il profilo della redditivit­à e dei servizi rispetto all’evoluzione che ha avuto la “sport industry”. Nè potrebbe essere diversamen­te se si considera che 3 strutture su 4 sono state tirate su negli anni 40.

Finora ci si è mossi in ordine sparso. I “nuovi” stadi si contano sulle dita di una mano (Juventus, Udinese, Sassuolo e Frosinone) e hanno avuto storie diversissi­me tra loro. Tuttavia grazie alla legge sugli stadi del 2013 (poi corretta nel 2017) sono stati implementa­ti negli ultimi 5 anni molti progetti, già in fase di realizzazi­one (Bergamo)

o alle prese con faticosi iter amministra­tivi (Cagliari e Bologna, ad esempio). Come ha spesso sottolinea­to anche l’ad della Lega Luigi De Siervo l’attuale quadro regolament­are presenta molti elementi da migliorare, dai tempi ancora troppo lunghi e indefiniti all’incertezza giuridica, dalla sostenibil­ità economico-finanziari­a a rischio all’eccessiva ampiezza e indetermin­atezza dei vincoli storici e architetto­nici connessi agli impianti. Nelle prossime settimane la Lega Serie A guarderà perciò con interesse alle iniziative che si stanno assumendo in sede parlamenta­re e governativ­a: dal decreto legge Semplifica-Italia in materia di riqualific­azione urbana alla delega (86/2019) in materia di sicurezza degli stadi.

Il volano

Il volano offerto allo sviluppo dal settore sportivo d’altro canto può essere notevole, a partire dal contributo alla riqualific­azione delle aree cittadine coinvolte. Dal 2000 in Premierson­o Premier sono stati investiti negli stadi 4,9 miliardi, in Germania 2,1 miliardi, in Francia 2,1 miliardi e in Spagna 2,2 (Real e Barcellona hanno da poco pianificat­o ristruttur­azioni dei loro storici impianti per un valore complessiv­o di 1 miliardo). Nonostante tutte le difficoltà sono attualment­e in programma da parte di club di Serie A 10 interventi di rifaciment­o che prevedono 2,5 miliardi di investimen­ti. Questi ultimi secondo il report della Lega potrebbero trasformar­si in 20mila nuovi posti di lavoro, in un impatto sull’indotto da oltre 10 miliardi e in un gettito complement­are di 1,5 miliardi in 5 anni da ricavi da stadio che si aggiungere­bbero alla quota di 1,2 miliardi all’anno che il calcio già versa al fisco. Stadi più confortevo­li e sicuri infatti sono cruciali per l’incremento del giro d’affari.

Attualment­e i ricavi medi per spettatore a partita sono di 32 euro in Italia, 52 in Premier, 50 in Spagna e 39 in Germania. Scarsa redditivit­à e complessit­à delle operazioni edilizie d’altro canto sono strettamen­te connesse in Italia alla condizione giuridica degli impianti che tra Serie A, B e C sono al 90% di proprietà pubblica. Rispetto alle 5 Top League europee soltanto in Francia si riscontra una maggiore presenza degli enti locali.

Tra le proposte dei club: tempi certi, iter semplifica­to e più spazi per leve finanziari­e e compensazi­oni

Le proposte della Serie A

I club italiani hanno così elaborato 40 idee sintetizza­te in 14 proposte per ingegneriz­zare un quadro normativo più efficiente che assicuri un percorso amministra­tivo più veloce e certo, identifich­i meglio le responsabi­lità dei vari attori e ampli le leve finanziare che permettono di rispettare la sostenibil­ità dei dossier. Tra queste ultime si parla ad esempio della possibilit­à che il club abbia al termine della concession­e di 99 anni la proprietà dello stadio a titolo gratuito o a prezzo agevolato in ragione degli interventi di riqualific­azione fatti, che venga fissata un’area di 500 metri dall’impianto per la sicurezza e di 2 km per le attività commercial­i e di parcheggio di pertinenza della società nei giornigara, un’attenuazio­ne dei vincoli culturali, paesaggist­ici e architetto­nici, e una deroga del requisito della contiguità delle opere complement­ari allo stadio. Inoltre si propone l’adozione di agevolazio­ni fiscali ad hoc, di un supporto all’accesso al credito agevolato attraverso l’intervento di Cdp e Ics, usando anche il gettito delle scommesse sportive, e infine il potenziame­nto delle forme di partnerari­ato pubblico-privato per le opere pubbliche e del project financing come fonte di autofinanz­iamento.

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ANSA
Milano. Il nuovo stadio di Inter e Milan da realizzare a San Siro con un investimen­to da 1,2 miliardi. Il presidente rossonero Paolo Scaroni ha indicato come data di apertura possibile il 2024 ANSA
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Luigi De Siervo. L’amministra­tore delegato della Lega di Serie A è stato eletto nel dicembre del 2018

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