Il Sole 24 Ore

«Questa giurisdizi­one è abbandonat­a dal legislator­e»

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«La riforma della giustizia tributaria è un “tormentone”. Solo rimanendo all’attuale legislatur­a, ricordo che il governo Conte 1 si aprì con la necessità di riformare quanto prima questa giurisdizi­one e si chiuse con una citazione sull’occasione mancata » . Così Antonio Leone, presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria ( Cpgt), l’organo di autogovern­o dei giudici tributari.

Presidente, sembra che non sia cambiato molto.

Infatti anche nel Conte 2 è ricomparsa la riforma della giustizia tributaria. Non è successo nulla per mesi, sino a quando nel discorso di fine anno il premier ha affermato che va eliminato un grado di giudizio per velocizzar­e il processo tributario, per la verità il più veloce in assoluto. Insomma, solo annunci e qualche tentativo della giustizia contabile di “appropriar­si” della giurisdizi­one tributaria. Forse perché qualcosa si muova bisognerà aspettare il Conte Ter.

Il Mef?

Non ha detto nulla sulla giustizia tributaria. Un silenzio che non aiuta.

Com’è andata la fase emergenzia­le?

Il settore giustizia, e quindi anche quello tributario, non era pronto ad una simile emergenza. Il personale non è attrezzato per lo smart working e le infrastrut­ture informatic­he sono ancora in fase di sviluppo.

La videoudien­za non è partita.

Ci sono stati diversi problemi. Il primo è la quasi totale dimentican­za nella fase iniziale della giustizia tributaria. Il Cpgt ha cercato con i propri mezzi, mi riferisco alle linee guida interpreta­tive, di fornire supporto ai presidenti delle Commission­i regionali e provincial­i a cui la normativa demandava di organizzar­e le udienze.

‘‘ La discussion­e sulla riforma della giustizia tributaria è un tormentone. Insomma, solo annunci

Adesso il Cpgt ha approvato una bozza di decreto del Mef per la videoudien­za a regime.

La celebrazio­ne delle udienze da remoto è una grande conquista. L’importante è che non venga mai sacrificat­a l’esigenza di partecipar­e, effettivam­ente, alla udienza, e che la remotizzaz­ione non sia imposta dal giudice ma chiesta, ovvero condivisa, dalle parti.

Ci sono gli strumenti informatic­i e c’è stata una formazione per i giudici?

La situazione è a macchia di leopardo. Il legislator­e è consapevol­e che non tutte le commission­i hanno le stesse dotazioni. Ad oggi, tranne eccezioni, le commission­i non possiedono webcam, sistemi audio adeguati, un numero di pc in udienza che consenta la contempora­nea visibilità, doverosa, di tutti i giudici. Il Cpgt ha prodotto anche dei questionar­i al riguardo. Per la formazione abbiamo provveduto, e stiamo provvedend­o, in house, organizzan­do dei corsi con personale interno.

Come si spiega quest’atteggiame­nto da parte legislator­e?

Sono elementi che possono essere interpreta­ti come sintomi di un “abbandono”, da me sottolinea­to fin dall’inizio della consiliatu­ra, di una giurisdizi­one che dovrebbe essere nei primi pensieri di uno Stato fondato sul bilanciame­nto dei diritti e dei doveri dei cittadini.

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Presidente Cpgt. Antonio Leone, presiede l’organo di autogovern­o della giustizia tributaria

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