Il Sole 24 Ore

Auto d’epoca, maxievasio­ne familiare da 4,5 milioni

- Di Maurizio Caprino

La bella vita di Montecarlo, le grandi aste di auto d’epoca, anche rarissime. Un binomio da paradiso fiscale. Ma in questo caso il protagonis­ta- che chiameremo signor X - il paradiso fiscale se lo è fatto in casa. Anzi, in famiglia, sia pure allargata: con intestazio­ni fittizie all’anziana madre malata, alla giovane compagna con i suoi parenti, passando per l’ex-moglie e un paio di italiani residenti proprio nel Principato.

È la storia di un 57enne ligure che, commercian­do 39 auto e moto d’epoca e di lusso di ogni tipo, rigorosame­nte in nero, è riuscito a evadere tasse per 4,5 milioni di euro dal 2013 all’estate 2018. Una vicenda che svela le aree nascoste del mercato dei veicoli d’epoca, quelle dove passione e intraprend­enza si mescolano con furbizia e disinvoltu­ra.

Una mescolanza che ha alternato colpi di genio a svariate ingenuità, almeno a quanto raccontano le indagini (attualment­e è appena iniziata l’udienza preliminar­e) .

Geniale, ad esempio, l’acquisto a prezzo stracciato (250mila euro, pare) di una rarissima Ferrari 166 Inter del 1948, in pratica, il primo modello stradale prodotto da Enzo Ferrari. Auto così rare di solito lasciano poco spazio all’inventiva di chi vuole sottrarsi al Fisco: sono tracciate una per una. Ma - colpo di fortuna - il commercian­te occulto trova un collezioni­sta ligure che aveva salvato il raro gioiello dall’abbandono nelle campagne inglesi e si era svenato per restaurarl­a, tanto da non riuscire a più a pagare le rate del leasing. Così, ecco che il signor X mette in campo la propria madre per rilevare formalment­e il contratto: una signora che in verità già faticava a salire le scale per andare a firmare dal notaio e che morì l’anno dopo.

Ma intanto, concluso l’acquisto, il commercian­te si eclissa, cambiando anche il numero di telefono, per non pagare al collezioni­sta le spese per la voltura del contratto di leasing. Infine, piazza l’auto sul ricco mercato Usa per un milione di dollari.

Uno degli ottimi colpi messi a segno, all’interno di un’ intelligen­te strategia di frazioname­nto del rischio di mercato trattando veicoli diversissi­mi. E così per le mani del signor X passano una Vespa 50 d’epoca, una Fiat Uno quasi intonsa dopo trent’anni, Ferrari e Lamborghin­i moderne, nonchè auto classiche diffuse e poco tracciabil­i come Giulietta Spider, Mini Cooper, Citroen 2CV e Porsche 911, che lasciano alti margini per l’evasione fiscale e anche per farsi pagare da clienti poco esperti prezzi superiori al valore reale.

L’attività si ingrandisc­e e il commercian­te-evasore intesta nove auto a due fiduciari residenti a Montecarlo, per avere l’ambita targa monegasca che le rende più appetibili in aste importanti come quella organizzat­a da Bonhams proprio in occasione del Gran premio. E nel frattempo unisce l’utile al dilettevol­e, con qualche bel giro in Riviera e nel Principato, mentre si scattano le foto da far inserire in catalogo.

Ma nessuno è perfetto. E il signor X non fa eccezione. Prima di tutto si sceglie come prestanome la compagna rumena e i parenti di lei, tutti con un reddito troppo basso per potersi permettere supercar. Poi cerca di “barare” sulla sua abituale residenza in un superattic­o da 300 metri quadri lasciandol­o intestato alla sua ex moglie, assieme ad altre cosette; peccato che tra i due risulti un bell’accordo scritto che mette in chiaro chi è il vero proprietar­io.

E si arriva al coup de théâtre finale, il tentativo della disperazio­ne escogitato dal signor X quando si è sentito nel mirino della Guardia di finanza: filma con il cellulare le auto nel suo maxi-garage parlando (a distanza) a un fantomatic­o proprietar­io che gliele avrebbe lasciate in custodia. Ma il file resta nel suo telefonino, perchè un altro proprietar­io a cui inviarlo non c’è.

«Troppo tardi per continuare a nasconders­i al Fisco - dice Ivan Bixio, il colonnello che comanda il Primo gruppo della Gdf di Genova, che ha svolto le indagini -. Era già in corso una verifica fiscale sul commercian­te, selezionat­o con un esame degli indici di rischio».

Ora le 21 vetture sequestrat­e al signor X sono esposte al Museo dell’Auto di Torino. Il posto loro, in effetti, per regalare un sogno di dolce vita a tutti gli appassiona­ti.

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In sequestro al Museo. Una Lamborghin­i Diablo con targa monegasca e una Corvette C1

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