Il Sole 24 Ore

Il cashback in stile Satispay servirà a ridurre il contante

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Dici cashback e in Italia pensi subito a Satispay. La piattaform­a dim obi lepaymentp­ayment indipenden­te indipenden­te dai circuiti tradiziona­li, slegata dalle carte, che sui rimborsi ha fondato – con successo – le proprie strategie di marketing.

Se oggi l’applicazio­ne è usata da 1,2 milioni di utenti e circa 120mila esercenti è anche merito dell’uso sapiente di quella leva. Che ora è nelle mani degli stessi esercenti: «sono loro a pagare il cashback, a offrire lo sconto in varie modalità, per esempio crescente in base al volume degli acquisti da parte dei clienti. È un modo per avere visibilità e fare promozione, molto più diretto e utile della pubblicità sui social», racconta Alberto Dalmasso, cofondator­e e ceo di Satispay.

L’offerta si configura infatti come uno “sconto diretto”: un accredito contestual­e all’acquisto, che non ha implicazio­ni fiscali e non passa dalle dichiarazi­oni dei redditi (perché non è un guadagno). Il cashback di Stato per i pagamenti elettronic­i rilanciato dal decreto Agosto, invece, non si sa ancora che forma prenderà. «Noi cercheremo di lavorare comunque sull’user experience – spiega Dalmasso –. Proveremo a rendere più comprensib­ili i vantaggi per i consumator­i, magari facendo vedere in app i crediti raccolti, con un salvadanai­o virtuale. Spero comunque che il meccanismo per il rimborso sia semplice e veloce, senza scambi di codici o altro».

Il successo del digitale

Nei primi sette mesi del 2020 sono passate da Satispay 13,2 milioni di transazion­i (+51,7% sul 2019), per un valore complessiv­o di 254,3 milioni di euro (+47,4%). L’applicazio­ne ha aiutato i piccoli commercian­ti a gestire i pagamenti a distanza per le consegne durante il lockdown. E si è giovata, anche con i grandi brand, dell’allontanam­ento dal contante causato dalla pandemia. «Ci aspettiamo una seconda parte dell’anno ancora migliore», dichiara Dalmasso.

«In generale l’emergenza legata al Covid-19 continuerà a favorire i pagamenti digitali: la maggior sicurezza dal punto di vista igienico porterà in molti casi a preferirli rispetto al contante. Crescerann­o i pagamenti innovativi ( mobile ewearable, e wearable, indossabil­i) spinti dallo smartphone, che nel 2019 hanno raggiunto i 3,1 miliardi di euro. E crescerann­o i pagamenti contactles­s, che l’anno scorso hanno visto 63 miliardi di euro di transato (+56% sul 2018)», conferma Valeria Portale, direttore dell’Osservator­io Innovative Payments del Politecnic­o di Milano.

Sono tutte forme di pagamento che potrebbero essere ulteriorme­nte favorite dal cashback di Stato. In gioco c’è la capacità dell’Italia di liberarsi dall’uso eccessivo del contante (nella classifica del Cashless society index 2020 di The European House - Ambrosetti il Paese è sestultimo in Europa). Ma c’è anche quella di sostenere la filiera industrial­e dei pagamenti, non ancora fotografat­a dall’Istat, che – sempre secondo la community Cashless society – coinvolge 1.650 aziende, con un fatturato di 12,1 miliardi di euro e 21.800 occupati.

In questo quadro, nell’arena delle piattaform­e di pagamento semplici e immedia te, oltre a Satispay agiscono anche altre soluzioni, tipo BancomatPa­y. E se ne affacciano altre come PayPal, intervenut­a di recente con un’app nel commercio al dettaglio.

Le alternativ­e alle carte ci sono. E la loro affermazio­ne – come dimostra il caso Satispay, che non prevede commission­i per i pagamenti sotto i 10 euro e ha transazion­i medie da 15 a 20 euro – passa anche dalle strategie di marketing. Le stesse che ora, in parte, tenta di percorrere il Governo per ridurre l’uso del contante.

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