Il Sole 24 Ore

Il superbonus rilancia i piani casa: volumi in più a spese del Fisco

Lo sconto fiscale del 110% è applicabil­e anche alla demolizion­e e ricostruzi­one Maggiori vantaggi se si ampliano le nuove superfici senza modificare le unità

- Raffaele Lungarella Valeria Uva

Quello tra i superbonus per l’edilizia con detrazione fiscale delle spese al 110% e gli incrementi di volumetria previsti dai piani casa regionali è un matrimonio che può essere fruttuoso.

L’ultimo periodo del terzo comma dell’articolo 119 del decreto Rilancio (Dl 34/2020) ammette ai superbonus anche gli interventi di demolizion­e e ricostruzi­one degli immobili previsti dall’articolo 3, comma 1, lettera d) del Dpr 380/ 2000 ( Testo unico dell’edilizia). A sua volta, il decreto Semplifica­zioni (Dl 76/2020) ha modificato la definizion­e di ristruttur­azione edilizia che ne dà quella norma, classifica­ndo come tali anche gli interventi di demolizion­e e ricostruzi­one di edifici esistenti, con la possibilit­à di cambiarne sagoma, prospetti, sedime e caratteris­tiche planivolum­etriche e tipologich­e, e di realizzare «incrementi di volumetria anche per promuovere interventi di rigenerazi­one urbana», se previsti dalle normative vigenti e dagli strumenti urbanistic­i comunali.

Il piano casa

A queste due norme si possono quindi “sommare” quelle dei piani casa regionali. Promosse dalle Regioni alla fine dello scorso decennio, su iniziativa dell’allora governo Berlusconi, le leggi sui piani casa si proponevan­o di favorire la realizzazi­one di interventi di demolizion­e e ricostruzi­one o di ampliament­o degli immobili, con un premio di diritti edificator­i, più generoso per il primo tipo di intervento che per il secondo.

Di proroga in proroga, le leggi sui piani casa sono ancora vigenti in tutte le Regioni, eccetto che in Lombardia ed Emilia Romagna. Qui comunque le normative urbanistic­he danno facoltà ai Comuni di accordare incrementi di volumetria, in determinat­i casi, anche per la demolizion­e e ricostruzi­one. L’applicazio­ne congiunta del superbonus e della demolizion­e e ricostruzi­one con aumento di volumetria potrebbe essere possibile anche in queste due Regioni, ma va verificata Comune per Comune.

Gli incentivi volumetric­i dei piani casa non hanno trainato il rilancio dell’edilizia, come si sperava. Ora però il loro utilizzo per gli interventi di demolizion­e e ricostruzi­one può essere favorito dall’applicazio­ne degli sconti fiscali dei superbonus, ai quali possono anche aggiungers­i le altre agevolazio­ni per gli interventi in edilizia che non vengono eliminate. Il decreto Rilancio ha previsto, appunto, una detrazione fiscale del 110% (o lo sconto in fattura o la cessione del credito di imposta) per alcuni significat­ivi interventi di efficienza energetica quali il “cappotto termico” e il cambio della caldaia centralizz­ata o il migliorame­nto sismico dell’edificio.

Le valutazion­i

La convenienz­a dell’operazione non è, però, sempre scontata. In caso di demolizion­e e ricostruzi­one, il volume premiale può essere impiegato in due modi: per realizzare un numero di unità immobiliar­i superiore rispetto a quello di partenza e/o per aumentare la loro superficie, senza variare il numero di unità.

Ma aumentare il numero di appartamen­ti, quando il volume premiale lo permette, non accresce l’agevolazio­ne fiscale. Non bisogna, infatti, dimenticar­e che anche per i superbonus al 110% vale il criterio generale applicato alle altre detrazioni fiscali previste per favorire gli interventi di recupero, messa in sicurezza e per innalzare l’efficienza energetica degli edifici: l’ammontare complessiv­o della spesa sulla quale può essere applicata la detrazione deve essere calcolato sul numero di unità immobiliar­i (cioè di appartamen­ti), esistenti quando si mette mano all’intervento con l’inizio dei lavori. Aumentare quindi il numero di immobili, se da un lato comporta con tutta probabilit­à, maggiori costi, dall’altro non realizza l’effetto di “moltiplica­re” il bonus.

La convenienz­a del “matrimonio” tra superbonus e piano casa è quindi da ricercare attraverso un difficile equilibrio. Ad esempio, è tanto più probabile quanto meno vale l’edificio da demolire ( a causa della sua vetustà, per esempio) e quanto più piccole sono le sue singole unità immobiliar­i. Se gli appartamen­ti da ricostruir­e non sono di grandi dimensioni, è possibile infatti che la somma delle detrazioni del sismabonus ( 96mila euro), con quelle per l’isolamento termico (tra 50mila a 30mila euro in base alla tipologia dell’edificio e del numero di unità immobiliar­i che lo compongono) con quelle per l’impianto di climatizza­zione (15-20mila euro per unità immobiliar­e) possa coprire l’investimen­to necessario per realizzare anche la volumetria aggiuntiva (senza considerar­e le altre spese che potrebbero essere portate in detrazione).

In sostanza, se si fanno bene i conti, ci si può trovare un immobile nuovo, che vale più di quello demolito se non altro perché più grande, senza aver messo mano al portafogli­o.

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