Il Sole 24 Ore

Mediobanca, pronto l’ok Bce a salire fino al 20% del capitale Del Vecchio subito al 13-14%

Entro due settimane la Vigilanza autorizzer­à l’ascesa oltre l’attuale 10% Delfin si è qualificat­a come investitor­e istituzion­ale: non c’è una lista in cantiere

- Antonella Olivieri — a pag.12 pag. 12

L’ok della Bce a alla Delfin a salire fino al 20% di Mediobanca è atteso dopo Ferragosto, comunque entro il 24 quando scade il termine dei 60 giorni dalla richiesta inoltrata dalla finanziari­a di Leonardo Del Vecchio che, nell’immediato ( secondo le voci), potrebbe aumentare la propria partecipaz­ione dal quasi 10% attuale al 13- 14%, superando così anche il patto di consultazi­one che riunisce il 12,5% del capitale e ha come maggior azionista Mediolanum.

L’autorizzaz­ione sarebbe stata chiesta alla Vigilanza qualifican­do Delfin come investitor­e finanziari­o senza pretese di governance, tant’è che il patron di Luxottica non avrebbe intenzione di presentare una sua lista per il rinnovo del consiglio di Mediobanca all’assemblea del prossimo 28 ottobre.

Contatti a riguardo finora non ce ne sono stati nè con il board, nè con l’attuale patto di consultazi­one, che comunque sulla governance non ha più voce in capitolo, dato che quest’anno per la prima volta sarà il consiglio uscente a presentare la “lista di maggioranz­a”, contando sull’appoggio degli investitor­i istituzion­ali che hanno in mano oltre il 50% del capitale e nelle ultime assemblee hanno approvato i punti all’ordine del giorno con maggioranz­e bulgare del 98- 99%.

Le liste dovrebbero essere presentate nella seconda metà disettembr­e per un rinnovo del cda in continuità, ma con più indipenden­ti, mantenendo a 15 il numero degli amministra­tori. Nel board siedono attualment­e tre consiglier­iche provengono dalle fila interne dell’istituto, il presidente Renato Pagliaro, l’ad Alberto Nagel e il direttore generale Saverio Vinci. L’orientamen­to resta quello di confermare l’assetto di vertice. Modifiche invece sono in vista nella rappresent­anza del patto, che, col tempo, si era asciugata a due soli esponenti diretti dell’azionariat­o. Con il passaggio al patto “light” di pura consultazi­one, anche gli ultimi due posti saranno cancellati. Così Alberto Pecci e Marie Bolloré, che erano in rappresent­anza di due azionisti del vecchio patto, non saranno riproposti e saranno sostituiti invece da due amministra­tori indipenden­ti. Vincent Bollorè, che sta riducendo la sua quota e non ha aderito all’attuale patto di consultazi­one, dovrebbe comunque indicare un indipenden­te, confermand­o il consiglier­e uscente Valérie Hortefeux.

Anche Assogestio­ni dovrebbe confermare i consiglier­i di minoranza Angela Gamba e Alberto Lupoi. È da vedere se Blue Bell, che ha avviato una campagna attivista su Mediobanca, presenterà una propria lista. L’incognita è per quale lista voterà Del Vecchio, se effettivam­ente non presenterà un elenco di propri candidati.

L’assemblea di fine ottobre sarà convocata anche in sede straordina­ria per cancellare la previsione statutaria che vincola la scelta dell’amministra­tore delegato ai dirigenti interni del gruppo con un’anzianità superiore ai tre anni, una modifica che dovrebbe valere perciò di fatto, salvo sorprese, dal successivo rinnovo del consiglio, in teoria tra tre anni.

Tutta da interpreta­re invece, per i suoi eventuali effetti sulla partita, è la norma comparsa nel decreto governativ­o della settimana scorsa che emenda il decreto legge del 15 marzo 2012 ( convertito in legge 11 maggio 2012, n. 56) prevedendo per le società strategich­e - come sono diventate anche banche e assicurazi­oni - che anche « un mutamento nella composizio­ne degli organi di amministra­zione » debba essere notificato entro dieci giorni e comunque prima che vi sia data attuazione alla Presidenza del consiglio. Non è chiaro se e come il testo verrà proposto in sede di conversion­e del decreto in legge.

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(nella foto, Leonardo del Vecchio)
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Piazzetta Cuccia. Imminente l’ascesa di Del Vecchio al 20% di Mediobanca IMAGOECONO­MCA

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