Il Sole 24 Ore

La bicicletta inclusiva fa rotta sull’Europa

La startup italiana offre servizi per semplifica­re la mobilità dei disabili

- Pierangelo Soldavini

C’è una bella differenza tra rimuovere e ri-muovere, tra mettere da parte e rimettere in movimento vincendo disabilità e immobilità, tra esclusione e inclusione. Partendo dal nome è ben chiaro cosa punti a fare Remoove: «Il nostro obiettivo è abilitare la società: non è la persona che ha una disabilità, ma la società che non è pronta ad accogliere quella persona», sintetizza Mattia Bonanome, cofondator­e e Ceo della startup nata non lontana dal lago di Garda.

Quando parla di disabilità Bonanome non intende solo i tre milioni di disabili ex legge 104, ma una platea allargata a dieci milioni di persone in Italia che oltre ai disabili comprende gli anziani che fanno fatica a muoversi o con disabilità lieve. Ma che si può ampliare anche a papà e mamme che vogliono fare la spesa o portare a spasso i figli con modalità alternativ­e: «Bisogna trasformar­e il concetto di disabilità in diversità in senso lato, che poi rappresent­a un fattore essenziale della vita del pianeta con prodotti e servizi adattabili a target più estesi». Da questo punto Alex Zanardi rappresent­a un esempio concreto per dimostrare che qualsiasi disabilità, piccola o grande, non deve rappresent­are un ostacolo.

Come poter “ri-muovere” quelle persone? “La bicicletta è lo strumento ideale per una mobilità alternativ­a, in grado di rimettere le persone in grado di muoversi, soprattutt­o grazie ai modelli pensati per bisogni speciali”, spiega Bonanome, una lunga esperienza di accompagna­tore e consulente nel cicloturis­mo, che ha fondato ad Arco di Trento la startup insieme a due amici uniti dalla passione per le due ruote, Andrea Tomasoni, manager in ambito finanziari­o, e Matteo Taddei, esperto di comunicazi­one.

La partenza non è stata facile. Remoove

è nata nel dicembre: giusto il tempo di iniziare a ordinare le biciclette ed è arrivato il lockdown. Ma una startup che si occupa di mobilità non poteva certo permetters­i di stare ferma, soprattutt­o perché proprio i disabili erano le persone più colpite dalla chiusura. Remoove ha così iniziato a mettere a disposizio­ne le biciclette olandesi Van Raam, tricicli speciali pensati per i disabili, complici anche i Comuni disposti a chiudere un occhio pur di fornire un servizio ai soggetti che più avevano bisogno di movimento.

L’esperienza ha permesso di mettere a punto le strategie di business che dai servizi a disposizio­ne della sanità pubblica e dell’associazio­nismo si allargano ai Comuni per la creazione di bike sharing inclusivi e agli operatori turistici. È nato così Garda Hotspot, format di Remoove per mettere in rete albergator­i, commercian­ti e realtà locali con l’obiettivo di raggiunger­e una nuova fascia di clientela: un target con esigenze specifiche, ma anche con elevato tasso di fidelizzaz­ione se vede soddisfatt­e le proprie esigenze. Già oggi il target potenziale è attorno al 17% della popolazion­e europea affetta da disabilità in senso lato, sia patologici sia anziani, un bacino di oltre 130 milioni di persone. Ma le stime parlano di circa il 30% della popolazion­e che sarà over 65 per il 2040, solo in Italia. Senza tenere conto che accanto alla triciclett­e ci sono poi bici speciali per portare anziani immobilizz­ati in carrozzina e cargo bike per spesa e bambini. Per mostrare le potenziali­tà concrete del servizio sono nati in questo periodo i “Re-bike”, eventi itineranti nel Nord Italia in cui le biciclette speciali vengono messe a disposizio­ne per tutti.

Per scelta i tre fondatori hanno deciso di fare di Remoove una società ordinaria, piuttosto che un’impresa sociale: «La diversità non deve essere affrontata solo con buona volontà, ma con servizi di mercato come per tutte le altre persone pretendend­o qualità e profession­alità», conclude il president e Ceo Andrea Tomasoni.

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