La vendemmia parte bene ma con volumi più bassi
Cia: «Le nuove procedure tra fisco 4.0 e smart working ostacolano la stagione»
Il fisco 4.0 e lo smart working dei dipendenti delle Agenzie delle entrate complicano la vita degli agricoltori italiani e mettono a rischio la stagione della vendemmia. In particolare i troppi ostacoli per contrattualizzare gli stranieri che si aggiungono all’allarme lanciato dalle imprese agricole sulla mancanza di manodopera a causa della pandemia. Lo sostiene la Confederazione italiana agricoltori ( Cia) a ridosso del periodo di raccolta delle uve: « Con il fisco 4.0 e lo smart working degli uffici territoriali dell’Agenzia delle entrate - sostengono dalla Cia -, servono 15 giorni per dotare di codice fiscale i lavoratori stranieri da contrattualizzare per la vendemmia. Negli anni passati bastava un’ora per sbrigare la pratica » .
Secondo la Confederazione italiana agricoltori la procedura , che è nata per essere più semplice , oggi è più lunga e complicata: le imprese agricole, dopo aver presentato via e- mail la modulistica precompilata, devono aspettare « tempi troppo lunghi per il rilascio del codice, essenziale all’assunzione dei braccianti esteri per un regolare rapporto di lavoro. Una procedura che non ha riscontri con il passato e suscita molti dubbi sull’efficienza delle piattaforme digitali della Pubblica amministrazione, che in tempi di crisi come questo dovrebbero, invece, velocizzare le pratiche burocratiche per agevolare il rilancio dell’economia del Paese » .
Un altro problema per le aziende, sottolineano dalla Confederazione, riguarda l’indicazione degli sportelli digitali di non effettuare richieste di codici fiscali cumulativi: massimo dieci per singola e- mail.
Intanto ha preso ufficialmente il via la vendemmia 2020 in Italia: la produzione di vino Made in Italy è stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri ed è in calo di circa il 5% rispetto allo scorso anno. L’analisi in questo caso è di Coldiretti è stata fatta in occasione del distacco del primo grappolo di uva in Italia nell’azienda agricola Faccoli in via Cava a Coccaglio, nella provincia di Brescia in Franciacorta che inaugura l’inizio della vendemmia lungo tutta la Penisola con le uve Chardonnay per la produzione di spumanti, le prime ad essere raccolte.
Nonostante un meteo pazzo con caldo africano alternato a bombe d’acqua e grandinate è prevista per l’Italia un’annata di buonao addirittura ottima qualità: l’andamento della raccolta dipenderà molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo. « Con la vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 11 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino - dice il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio » . Quest’anno, secondo Coldiretti, si prospetta dunque una sfida all’ultimo acino con la Francia, dove la produzione è stimata fra 44,7 e 45,7 milioni di ettolitri secondo il Servizio statistica e previsioni del ministero dell’agricoltura d’Oltralpe, mentre in Spagna si stimano fra 43 e i 44 milioni di ettolitri.
« Dal punto di vista temporale l’inizio della vendemmia – continua la Coldiretti - è praticamente in linea con quello degli ultimi anni che, « per effetto dei cambiamenti climatici, evidenziano però un anticipo di circa un mese rispetto a 30 anni fa che smentisce il proverbio ad agosto riempi la cucina e a settembre la cantina » .
La produzione tricolore sarà destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt, sottolinea la Coldiretti, con 332 vini a denominazione di origine controllata ( Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola.