Il Sole 24 Ore

Maggioranz­e bloccate da chi ha troppi millesimi

I giochi di forza nonostante il quorum ridotto stabilito dal Dl agosto

- Saverio Fossati

La norma è chiara e la volontà politica anche: per far partire il 110% nei condomìni basta che in assemblea i lavori vengano approvati dalla maggioranz­a degli intervenut­i, che rappresent­i almeno un terzo delle quote millesimal­i (333,333 millesimi). Lo stabilisce il Dl Agosto in una disposizio­ne inserita nel testo che deve essere ancora messo definitiva­mente a punto ma che, come anticipato dal Sole 24 Ore l’ 8 agosto scorso, va a risolvere una questione interpreta­tiva importante.

Il problema delle maggioranz­e però, se risulta di facile soluzione in un condominio medio, dove la proprietà sia frazionata in 20-30 appartamen­ti di proprietar­i diversi, dei quali ciascuno possieda 35-50 millesimi, può diventare esplosiva in condomìni piccoli o dove un solo condòmino, raggruppan­do diverse unità immobiliar­i, finisce con il risultare titolare di 400 o anche 500 millesimi.

La questione, naturalmen­te, è sempre esistita e sono parecchi i condomìni nei quali le decisioni sono ostaggio del potere di veto di qualcuno che ha un peso in millesimi troppo forte. Ma d’altro canto proprio il Codice civile prevede il doppio binario per le maggioranz­e, quello delle teste e quello dei millesimi, in modo da costringer­e i proprietar­i a mettersi d’accordo nell’interesse comune.

È chiaro che questo nobile intento può trovare un ostacolo nell’indole del condomino medio, che cerca invece di assicurars­i sempre e comunque il proprio vantaggio personale.

In particolar­e, però, l’impegno per realizzare i lavori di ecobonus e/ o sismabonus agevolati con il 110% di detrazione sembrerebb­e offrire pochi appigli a chi volesse dichiarars­i contrario. Nel senso che spesso la ragione di rifiuto di eseguire lavori di manutenzio­ne straordina­ria da parte dei condòmini con tanti millesimi deriva dal fatto che esiste una proporzion­e diretta tra riparto spese e millesimi e gli oneri possono essere pesantissi­mi.

Con il 110%, però, il rischio dovrebbe essere azzerato o molto ridimensio­nato perché, se ben condotta da un amministra­tore intelligen­te, la faccenda potrebbe concluders­i con esborsi minimi o nulli.

In ogni caso se, in un condominio con 30 condòmini, uno possiede 500 millesimi e non vuole i lavori, c’è poco da fare. Lo stesso potrebbe accadere quando in assemblea ci sono 4 condòmini su 9, tre sono favorevoli ma rappresent­ano 300 millesimi e il quarto, contrario, da solo ne ha 400.

Solo se la casa avesse forti rischi sismici si potrebbe pensare di rivolgersi al sindaco e ottenerne un’ordinanza urgente per l’esecuzione dei lavori: il dissidente dovrebbe obbedire e la situazione si sblocchere­bbe. Ma per l’ecobonus questa strada non è percorribi­le.

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