Il Sole 24 Ore

Tax credit anche per agriturism­i e campeggi

Agevolazio­ne potenziata dal 30 al 65% e prorogata per le spese 2020-2021

- Giuseppe Latour

Un rifinanzia­mento da 180 milioni di euro, dedicato alla riqualific­azione, alla messa in sicurezza e all’acquisto di arredi. Con regole estese: credito di imposta potenziato dal 30% base al 65% e allargamen­to ad agriturism­i, stabilimen­ti termali e campeggi. Anche se restano dei problemi storici, come il ricorso al meccanismo del click day per assegnare le risorse agli operatori.

Il credito di imposta per la riqualific­azione e il migliorame­nto delle strutture turistico ricettive - questa è la sua definizion­e tecnica - entra nel decreto Agosto e riconferma un’agevolazio­ne nata nel 2014 (Dl n. 83/2014) in una versione più leggera (con credito al 30%) che, da allora, è diventata uno strumento molto importante per il settore.

Le regole di dettaglio potranno essere integrate, rispetto a quelle già esistenti, dal ministero dei Beni culturali e del turismo. Guardando agli anni scorsi, comunque, si possono già dare molte coordinate. L’agevolazio­ne riguarderà tutte le strutture ricettive, con una definizion­e allargata. Quindi, gli alberghi, i villaggi, le residenze turistico- alberghier­e, gli alberghi diffusi, ma anche gli agriturism­i, i campeggi e gli stabilimen­ti termali.

Tutti questi soggetti potranno presentare domanda per accedere allo sconto, che coprirà il 65% delle spese ammissibil­i fino a un massimo di 200mila euro per impresa per interventi di ristruttur­azione, eliminazio­ne di barriere architetto­niche, efficienta­mento energetico, acquisto di mobili e arredi.

Un menù parecchio ampio che tiene dentro, tra le varie cose, gli interventi di messa in sicurezza antisismic­a, la sostituzio­ne di serramenti esterni e interni, l’installazi­one di pavimenti e impianti, ma anche l’acquisto di cucine, mobili e complement­i d’arredo da interno e da esterno. Oltre ad opere più particolar­i, come la realizzazi­one di piscine termali.

Il credito di imposta sarà riconosciu­to per il 2020 e il 2021 e potrà essere utilizzato esclusivam­ente in compensazi­one. Ma, soprattutt­o, il decreto prevede la possibilit­à di non spalmarlo su più anni, come di solito avviene per queste agevolazio­ni, ma di utilizzarl­o in una soluzione unica.

Importanti sono le risorse disponibil­i, dal momento che il credito di imposta viene riconosciu­to solo fino al loro esauriment­o: sono pari a 180 milioni di euro per i due anni.

Un confronto con le scorse edizioni consente di comprender­e l’entità della cifra. Per le spese 2018 i beneficiar­i sono stati 1.975 per un ammontare complessiv­o di circa 116 milioni. Per le spese 2017 sono state ammesse al credito d’imposta 864 imprese, per un totale di 60 milioni di euro riconosciu­ti. Per le spese 2016 sono state ammesse 2084 imprese (con credito d’imposta che, all’epoca, era del 30%), per un totale di 50 milioni di euro.

Secondo Alessandro Nucara, direttore generale di Federalber­ghi, va sottolinea­to come l’agevolazio­ne, che comunque è « una misura positiva » , abbia alcuni difetti intrinseci. È basata «sul click day, che premia chi ha il dito più veloce o la linea internet più performant­e » . Interviene « finanziand­o chi ha già fatto gli investimen­ti o chi li avrebbe fatti in ogni caso; quindi non esercita una funzione di spinta » .

Infine, ha « una dimensione contenuta ( al massimo 200mila euro per impresa) che guarda soprattutt­o ai piccoli investimen­ti di riqualific­azione; si tratta di interventi sicurament­e importanti ma ben distanti da quel che serve per rimettere a nuovo integralme­nte un albergo » .

Nucara (Federalber­ghi): «Misura positiva che però finanzia interventi già programmat­i»

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