Regno Unito, cancellati 17 anni di crescita: il Pil crolla del 20,4%
L’economia è in recessione e registra un calo più grave di Eurozona e Stati Uniti L’incertezza, unita a Brexit, potrà forzare un rinvio della Finanziaria d’autunno
La Gran Bretagna è diventata il fanalino di coda del G-7. L’economia è in recessione per la prima volta da 11 anni. Il Pil è crollato del 20,4% nel trimestre aprile-giugno, il periodo più intenso del lockdown, secondo i dati resi noti ieri dall’Ufficio nazionale di Statistica (Ons). Il calo trimestrale nell’Eurozona è stato del 12,1% e negli Stati Uniti del 9,5 per cento.
«La recessione causata dalla pandemia di coronavirus ha portato al maggiore calo del Pil mai registrato - ha detto Jonathan Athow, deputy national statistician dell’Ons -. L’economia ha mostrato segnali di ripresa in giugno, ma nonostante questo il Pil resta sotto il livello di febbraio, prima che il virus colpisse».
Dopo il calo del Pil del 2,2% nel periodo gennaio-marzo, il dato del secondo trimestre porta la Gran Bretagna ufficialmente in recessione. Unico segnale positivo la ripresa in giugno, quando il Pil è cresciuto dell’8,7% rispetto a maggio grazie all’allentamento delle misure restrittive. Secondo la Banca d’Inghilterra però l’economia tornerà ai livelli pre-Covid solo verso la fine del prossimo anno.
«I dati confermano che sono tempi difficili, stiamo affrontando una situazione senza precedenti - ha commentato ieri il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak -. Centinaia di migliaia di persone hanno già perso l’impiego, e purtroppo nei prossimi mesi molti altri lo perderanno. Dovremo fare delle scelte difficili ma ce la faremo e vi posso assicurare che non lasceremo nessuno senza speranza o senza opportunità».
Il numero di disoccupati sta salendo al ritmo più rapido dai tempi della crisi finanziaria e 730mila persone hanno perso il lavoro dall’inizio del lockdown. Secondo la Banca d’Inghilterra entro la fine dell’anno il tasso di disoccupazione salirà dall’attuale 3,9% al 7,5 per cento. Si prevede che a ottobre, quando finirà il programma di sostegno dell’occupazione del Tesoro, ci sarà un’impennata nel numero di senza lavoro.
Il calo generalizzato del Pil, che ha toccato tutti i settori dell’economia, è il risultato di un lockdown che in Gran Bretagna è partito più tardi e si è protratto più a lungo che nel resto dell’Europa. Il Regno Unito ha registrato il maggior numero di decessi per coronavirus in Europa – oltre 50mila - e ora, temendo una ripresa delle infezioni, ha avviato una politica di lockdown localizzati.
L’Ons ha dichiarato che la pandemia ha cancellato 17 anni di crescita economica in sei mesi, riportando il Pil ai livelli del 2003. Il settore edilizio è crollato del 35% nell’ultimo trimestre, mentre il cruciale settore dei servizi, che rappresenta l’80% dell’economia, è calato del 19,9% e la produzione industriale del 16,9 per cento. La brusca frenata degli investimenti da parte delle imprese e degli acquisti da parte dei consumatori ha aggravato la situazione.
Nei primi sei mesi dell’anno l’economia britannica ha subìto una contrazione del 22,1%, seconda per gravità solo alla Spagna (-22,7%) in Europa. L’Italia ha registrato un -17,1 per cento.
Nonostante i segnali di ripresa dell’economia in giugno e luglio, la previsione è di un 2020 da dimenticare per Londra. L’EY Item Club prevede una contrazione del Pil dell’11,5% quest’anno e una crescita del 6,5% nel 2021, una lenta ripresa in un contesto di debolezza, scarsa fiducia dei consumatori, cautela delle imprese e disoccupazione in aumento. «Riteniamo che l’economia non tornerà ai livelli del quarto trimestre 2019 fino al 2024 -, ha detto Howard Archer, chief economic advisor dell’EY Item Club -. Inoltre resta il rischio di una nuova ondata di coronavirus che porterebbe all’imposizione di un nuovo lockdown. È impossibile calcolare l’impatto negativo sull’occupazione e sulle imprese, nonostante il sostegno del Governo».
Senza contare la prospettiva di un aumento delle tariffe negli scambi con l’Unione Europea: i negoziati bilaterali non procedono bene e resta elevata la possibilità di una Brexit senza un’intesa alla fine del periodo di transizione il 31 dicembre.«Le speranze di una transizione morbida verso un accordo commerciale con la Ue stanno svanendo rapidamente - ha detto Elizabeth Martins, Senior Economist, Hsbc -. Il governo britannico si è impegnato a fare ‘whatever it takes' e quindi dovrà pensare a nuove forme di sostegno per l’economia».
Il Tesoro ha già preso in prestito centinaia di miliardi di sterline per il programma di sostegno dell’occupazione, che Sunak ha escluso di prorogare oltre ottobre. Alcuni economisti si attendono nuove misure nel Budget d’autunno, ma di fronte a questo scenario difficile il cancelliere starebbe considerando la possibilità di rinviare alla prossima primavera la presentazione della Finanziaria. Troppe incertezze per definire un programma di lungo termine che dovrebbe impostare la ripresa.