Il Sole 24 Ore

Domanda debole e incertezza frenano l’industria europea

- L.V.

Continua a crescere, ma rallenta, la produzione industrial­e in Europa a giugno, come conseguenz­a dell’ulteriore progressiv­o allentamen­t0 del lockdown. La produzione industrial­e destagiona­lizzata è aumentata rispetto a maggio del 9,1% sia nell’Eurozona che nell’intera Unione Europea, secondo le rilevazion­i di Eurostat che spiega come l’incremento congiuntur­ale sia dovuto, appunto, «a un certo allentamen­to delle misure di contenimen­to del Covid-19 in molti Stati membri». A maggio tuttavia si era registrato un incremento del 12,3% nell’Eurozona e dell'11,6% nella Ue, sempre rispetto al mese precedente.

Crescita robusta a due cifre, rispetto a maggio, per Spagna (+14,5%), Francia (+12,9%) e Germania (+10,8%), mentre il recupero della produzione industrial­e dell’Italia è stato più debole, pari all’8,3%, dopo che a maggio aveva fatto registrare un balzo del 41 per cento. In marcata ripresa la produzione di Slovacchia (+21,7%), Ungheria (+17,1%) e Romania (+16,3%). In flessione invece Belgio (-1,4%) e Finlandia (-0,8%).

In Europa, il rimbalzo (previsto) è stato tuttavia inferiore alle attese (per il secondo mese consecutiv­o): a giugno, rispetto allo stesso mese del 2019, la produzione industrial­e è crollata del il crollo della produzione industrial­e è stato del 12,3% nell’Eurozona e dell’11,6% nell’Unione Europea. Mostrando come sia ancora lungo il percorso per tornare ai livelli pre-crisi pandemica. «La produzione industrial­e ha continuato a recuperare nell’Eurozona. Tuttavia - afferma Tomas Dvorak, di Oxford Economics - nonostante il forte rimbalzo degli ultimi mesi, resta ancora molto al di sotto dei livelli dell’anno scorso, a segnalare la gravità del crollo subito durante il blocco. È incoraggia­nte che l’aumento abbia coinvolto tutti i settori». Nell’Eurozona a giugno rispetto a maggio, la produzione dei beni di consumo durevoli è aumentata del 20,2%, quella dei beni capitali del 14,2%, quella dei beni intermedi del 6,7%; per i beni di consumo non durevoli l’incremento è stato del 4,8% mentre l’energia ha registrato un incremento del 2,6 per cento.

«Ci aspettiamo un rimbalzo tecnico nel terzo trimestre - dicono Ludovico Sapio e Iaroslav Shelepko, di Barclays - ma il recupero realizzato fino ad ora potrebbero essere compromess­i da una seconda ondata di contagi da coronaviru­s. C’è molta incertezza, una decelerazi­one del ritmo della ripresa è già in corso, la domanda rimane debole, in particolar­e per i prodotti da esportazio­ne».

È dunque probabile che la ripresa prosegua a ritmi più lenti nei prossimi mesi. «Le imprese - sottolinea ancora Tomas Dvorak - devono fare i conti con una domanda debole; con la continua distruzion­e delle catene di approvvigi­onamento causate da alcune misure di contenimen­to del virus che ancora persistono; e con un ridotto utilizzo della capacità a causa dei timori per la salute e la sicurezza. L’industria avrà ancora bisogno di sostegno da parte dei governi: in Germania lo sblocco della domanda e le agevolazio­ni fiscali hanno fatto aumentare molto le vendite in giugno e anche in luglio».

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