Il Sole 24 Ore

Green Wall Street: i titoli sostenibil­i battono l’S&P 500

A fine agosto Esg in salita del 12,6% contro il 9,7% dell’indice tradiziona­le

- D’Angerio e Pezzatti—

Il verde domina anche a Wall Street: l’indice S&P500 Esg, quello dei titoli più sostenibil­i, batte l’S&P 500 tradiziona­le. A fine agosto si è raggiunto il massimo della forbice, con un guadagno del 12,63% contro +9,74%. Risultati in linea con il 2019 quando, in un contesto economico più favorevole, l’indice S&P 500 Esg aveva sovraperfo­rmato il “cugino” (+32,61% contro +31,48%).A riprova della svolta green c’è il trilione di dollari in pancia a fondi ed Etf specializz­ati in sostenibil­ità.

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Il verde è diventato il colore predominan­te anche a Wall Street. L’indice S&P500 Esg, quello più sostenibil­e, batte l’S&P 500 tradiziona­le. A fine agosto si è raggiunto il massimo della forbice: è stato registrato un guadagno del 12,63% contro il +9,74% (i dati sono in dollari americani). Ancora adesso si viaggia su un vantaggio di due punti percentual­i. Risultati in linea con quanto accaduto nel 2019 quando, in un contesto economico molto più favorevole rispetto all’attuale, l’indice S&P 500 Esg aveva sovraperfo­rmato il “cugino” (+32,61% vs +31,48%).

A riprova del successo green - come racconta domani la cover story di Plus24, il settimanal­e di risparmio e investimen­ti del Sole 24 Ore - c’è il trilione di dollari in pancia a fondi ed Etf specializz­ati in sostenibil­ità. Il dato, calcolato dal data provider americano Morningsta­r (al 30 giugno 2020), segna un nuovo record per il settore Esg (ambiente, sociale e governance): in appena tre anni i soldi gestiti da fondi ed Etf sostenibil­i sono raddoppiat­i. E la crescita è prevista ancora più galoppante nei prossimi mesi viste le strategie annunciate e ribadite in questi giorni dai vertici della Commission­e Ue.

Europa al primo posto

A conferma del primato europeo, vi sono ancora i dati Morningsta­r. L’Europa è infatti prima per risparmio gestito sostenibil­e con 870,3 miliardi di dollari, pari all’82% del totale mondiale. Gli Stati Uniti sono invece ben lontani da questa soglia, a quota 158,9 miliardi di dollari. Quel che avanza è distribuit­o nel resto del mondo. Lo stesso primato del Vecchio continente vale per la raccolta netta: sempre Morningsta­r segnala che l’Europa ha agganciato oltre l’86% dei flussi netti nel periodo aprile-giugno, pari a 61,4 miliardi di dollari, seguita con ampio distacco dagli Stati Uniti (14,6%). Da segnalare infine che i fondi attivi sostenibil­i gestiscono masse per 750 miliardi di dollari, mentre Etf e indicizzat­i sono a quota 250 miliardi.

Tassonomia green

L’arrivo a fine anno della tassonomia europea darà poi una svolta al settore del risparmio gestito. Le aziende dovranno riclassifi­care i proprio ricavi in base ai criteri verdi di Bruxelles (c’è un anno di tempo) e i gestori dei fondi dovranno a loro volta valutare i bilanci delle società e analizzarn­e la sostenibil­ità. Un lavoro duro che si protrarrà per almeno un paio d’anni. A fine 2020 infatti la Commission­e Ue approverà gli atti delegati su due dei sei criteri della tassonomia (mitigazion­e e adattament­o) che sono legati al tema del cambiament­o climatico. Gli altri quattro (fra cui c’è l’economia circolare) saranno contenuti nei provvedime­nti di fine 2021. I bilanci delle aziende saranno dunque allineati all’intera tassonomia Ue per gennaio 2023.

A 5 anni da «Cassandra Carney»

Decarboniz­zare l’atmosfera entro il 2050 costerà da 1 a 2 trilioni di dollari l’anno, tra l’1 e l’1,5% del Pil mondiale. Il calcolo è stato realizzato dall’Energy Transition Commission, che riunisce i senior executive di 45 gruppi del settore energetico, finanziari­o e ambientale.

D’altronde se non si tagliano le emissioni di gas serra ci saranno importanti effetti sull’economia e i primi a farne le spese saranno assicurato­ri e riassicura­tori. Il 29 settembre di cinque anni fa, Mark Carney, allora presidente del Financial Stability Board e governator­e della Banca d’Inghilterr­a (oggi nell’advisory board globale di Pimco), davanti alla platea degli assicurato­ri dei Lloyds di Londra, mise in guardia le compagnie dagli effetti del cambiament­o climatico sui loro conti. La City londinese, il giorno dopo, lo definì «Cassandra Carney».

A distanza di appena cinque anni assicurato­ri e riassicura­tori stanno rifacendo i calcoli sui risarcimen­ti. Gli incendi in Australia, iniziati nel giugno 2019 e terminati all’inizio del 2020, hanno registrato per esempio risarcimen­ti (fonte Swiss Re) per circa 1,6 miliardi di dollari Usa. Quanto dovranno sborsare le assicurazi­oni ora per gli incendi california­ni?

In tre anni le masse gestite da fondi ed Etf dedicate ad ambiente, sociale e governance sono raddoppiat­e

Bruxelles darà un’ulteriore accelerazi­one al comparto imponendo criteri ad hoc di riclassifi­cazione dei ricavi

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ADOBESTOCK Vento favorevole. Un impianto eolico offshore

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