Gb, lockdown nel Nord-Est per 2 milioni di inglesi
La ripresa dei contagi riporta le restrizioni nel Nord-Est dell’Inghilterra
Il governo britannico ha annunciato nuove restrizioni nel Nord-Est dell’Inghilterra per contenere la recrudescenza del nuovo coronavirus. Il premier Johnson: «Essere duri adesso per salvare il Natale».
Il governo britannico ha annunciato nuove restrizioni nel Nordest dell’Inghilterra, attorno a Newcastle, per contenere la recrudescenza del coronavirus (che ieri ha registrato quasi 4mila nuovi casi di contagi nel Paese), con il premier Boris Johnson che ritiene che sia necessario « essere duri adesso » per salvare il Natale. Le misure riguardano un area in cui risiedono quasi due milioni di persone. Da oggi, quindi, in diverse località sarà vietato riunirsi tra case diverse, nei pub sarà consentito solo il servizio al tavolo e i luoghi di intrattenimento dovranno chiudere tra le 22 e le 5, come ha spiegato il ministro della Salute, Matt Hancock, alla Camera dei Comuni. Si tratta, ha aggiunto Hancock, di «una risposta immediata» al nuovo incremento dei contagi nella zona, con tassi di infezione locali compresi al momento fra 70 e 103 casi diagnosticati per ogni 100.000 abitanti, nettamente superiori alla media nazionale.
Avanti dunque con nuove restrizioni locali per evitare la minaccia di una seconda ondata di contagi generalizzati nel Regno Unito e per salvare l’obiettivo di un Natale relativamente normale allontanando lo spettro - «disastroso » per l’economia - di un lockdown nazionale bis. Il messaggio è stato rilanciato già ieri mattina in un’intervista al Sun da Johnson, dopo che il governo aveva adottato in queste settimane strette localizzate in città a più elevata diffusione di nuovi casi di Covid come Birmingham o Leicester.
Tenere alta la guardia «è l’unico modo per far sì che il Paese possa poi godersi il Natale » , ha detto Johnson, difendendo fra l’altro la decisione recente di re-imporre un limite ai contatti sociali e alle riunioni familiari in tutta l’isola fino a un massimo di sei persone, all’interno o all’esterno. «Ciò che voglio evitare è un nuovo lockdown di pezzi della nostra economia » , ha spiegato, insistendo che per scongiurare un simile epilogo occorre tuttavia agire «adesso» in modo da « far flettere » la seconda ondata: «la seconda gobba del dromedario o del cammello » , ha aggiunto, scherzando sul fatto di «non ricordare» mai quale dei due abbia in effetti due gobbe.
Nello stesso tempo il premier Tory ha tuttavia sfumato l’appello rivolto da uno dei suoi ministri alla popolazione a denunciare i vicini che non rispettassero la restrizione della ’ regola del 6’ nei contatti sociali. «Non mi è mai piaciuta la cultura della delazione», ha sottolineato BoJo, invitando la gente a richiamare personalmente gli eventuali trasgressori « prima di chiamare la polizia ». » .
Il quadro generale rimane del resto allarmante in tutta Europa. L’Organizzazione mondiale della sanità ha avvertito che nel Vecchio continente, dove i governi cercano di barcamenarsi tre la necessità di contenere i nuovi casi e l’esigenza di non imporre alla popolazione restrizioni eccessive, il livello di trasmissione è « preoccupante » e i numeri dei contagi registrati nelle ultime settimane devono servire da « sveglia » .
Quella che si sta verificando in Europa, ha detto il capo regionale dell’Agenzia dell’Onu Hans Kluge, « è una situazione molto grave » . Oltre la metà dei Paesi europei, ha sottolineato in un briefing online, «hanno registrato aumenti di oltre il 10% nelle ultime due settimane e in sette Paesi l’incremento è stato pari a più del doppio » . I casi settimanali di coronavirus, questo è il dato più preoccupante, «hanno superato quelli segnalati quando la pandemia ha colpito per la prima volta a marzo » ». .
Anche per questo la posizione dell’Oms sulla quarantena non cambia: l’isolamento per chi ha contratto il coronavirus deve restare di quattordici giorni. « È nell’interesse dei pazienti», ha risposto la funzionaria dell’agenzia dell’Onu Catherine Smallwood a proposito della decisione di alcuni Paesi, tra cui la Francia, di ridurre il periodo a sette giorni.