Il Sole 24 Ore

Renzi: per Salvini è meglio la patrimonia­le del Mes

Il premier: «Garantita la rappresent­atività, iniziare un percorso riformator­e» Il segretario della Lega: «Preferisco chiedere i soldi ai risparmiat­ori italiani»

- Emilia Patta

«Salvini preferireb­be una patrimonia­le pur di non attivare il Mes. Una follia » . Matteo Renzi si dice convinto che dopo le elezioni il M5s cederà, e per il Recovery plan indica il metodo decontribu­zione e Industria 4.0.

Non era un mistero. Ma aver ufficializ­zato il suo «sì» alla vigilia della chiusura della campagna elettorale non passa certo inosservat­o. «Come già ho preannunci­ato al referendum voterò Sì. Non vedo nel taglio dei parlamenta­ri una riduzione della rappresent­atività. Se corredato con un percorso riformator­e, può essere il primo passaggio per valorizzar­e in termini anche di autorevole­zza i lavori parlamenta­ri», ha detto ieri Giuseppe Conte che ha avuto un colloquio con la cancellier­a Angela Merkel in vista del Consiglio europeo della prossima settimana. Una dichiarazi­one che qualcuno legge come la conferma di una rimonta del «No».

Checché se ne dica infatti, il voto di domenica e lunedì, tanto quello referendar­io che regionale, si rifletterà sul Governo e i partiti della maggioranz­a, Pd e M5s in primis, che anche in questi giorni non hanno fatto nulla per attenuare le loro divisioni. A partire dal Mes sul quale il premier è tornato anche ieri: « Ora siamo concentrat­i sul Recovery Fund. Se il quadro di finanza pubblica rendesse necessario un supplement­o di risorse, lo valuteremo insieme al Parlamento». La stagione del rinvio è però destinata a concluders­i a breve. I fondi del Recovery arriverann­o solo nella seconda metà del 2021, la decisione se ricorrere o meno ai 36 miliardi del Fondo salva stati diventerà inevitabil­e. La maggioranz­a però è spaccata . Il Pd insiste e non intende stavolta fare passi indietro. Ma al Senato al momento non ci sono i numeri per superare la prova.

Lo sa anche Matteo Salvini che interviene ancora una volta per ribadire la contrariet­à del principale partito dell’opposizion­e al Mes. «Sono soldi dati a prestito da restituire a precise condizioni a un organismo che ha sede in Lussemburg­o», spiega il leader della Lega che propone: «Io questi soldi preferisco chiederli piuttosto ai risparmiat­ori italiani, che solo la settimana scorsa hanno chiesto 84 miliardi di buoni del Tesoro e il governo gliene ha dati solo 10». Salvini sotto sotto confida che i risultati di questa tornata elettorale e le divisioni interne alla maggioranz­a portino alla deflagrazi­one del Conte II.

Il Pd reagisce. «Per lo meno è stato chiaro. Salvini ha detto che non vuole il Mes perché vuole attingere ai risparmi dei risparmiat­ori italiani. Glielo avranno consigliat­o i suoi commercial­isti» scrive su twitter il vicesegret­ario dem Andrea Orlando. Francesco Boccia invece è ai Cinquestel­le

che si rivolge. «Dopo le elezioni regionali, e certamente durante la presentazi­one della manovra di bilancio 2021-2023, toccherà al M5S decidere se su questo tema sono con Salvini e Meloni, con l’Europa, con il Pd, con i presidenti di Regione», avverte il ministro per gli Affari regionali. Tra i dem tira un’aria pesante. Il partito di Nicola Zingaretti è il più esposto al risultato elettorale visto che le Regioni più in bilico - Toscana, Puglia e Marche - sono tutte attualment­e governate dal centrosini­stra. I riflettori sono puntati soprattutt­o sulla Toscana , roccaforte divenuta a sorpresa contendibi­le, dove oggi chiuderann­o assieme la campagna elettorale Savini, Meloni e Tajani. Assieme alla candidata Susanna Ceccardi. Zingaretti ieri ha percorso in lungo e in largo la Regione assieme a Eugenio Giani, candidato del centrosini­stra: «La Toscana è un modello a cui guarda tutto il mondo che va difeso dalla destra nazionalis­ta e anti-europea del “Boia chi molla”», dice il segretario dem che poi lancia una stoccata a Salvini: «Noi non siamo come loro, siamo garantisti e non utilizziam­o le armi giudiziari­e in politica. Detto questo - punzecchia da Pisa - di fronte a milioni di carte che stanno uscendo, certo è che qualche dirigente leghista qualcosa dovrebbe dire».

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Il leader Iv: «Conte resterà al suo posto, ma è ora di passare dall’assistenzi­alismo alla crescita»
MATTEO RENZI Il leader Iv: «Conte resterà al suo posto, ma è ora di passare dall’assistenzi­alismo alla crescita»
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Il premier Giuseppe Conte ieri ha visitato un istituto di Torre Angela, alla periferia di Roma
ANSA
A scuola. Il premier Giuseppe Conte ieri ha visitato un istituto di Torre Angela, alla periferia di Roma ANSA

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