Renzi: per Salvini è meglio la patrimoniale del Mes
Il premier: «Garantita la rappresentatività, iniziare un percorso riformatore» Il segretario della Lega: «Preferisco chiedere i soldi ai risparmiatori italiani»
«Salvini preferirebbe una patrimoniale pur di non attivare il Mes. Una follia » . Matteo Renzi si dice convinto che dopo le elezioni il M5s cederà, e per il Recovery plan indica il metodo decontribuzione e Industria 4.0.
Non era un mistero. Ma aver ufficializzato il suo «sì» alla vigilia della chiusura della campagna elettorale non passa certo inosservato. «Come già ho preannunciato al referendum voterò Sì. Non vedo nel taglio dei parlamentari una riduzione della rappresentatività. Se corredato con un percorso riformatore, può essere il primo passaggio per valorizzare in termini anche di autorevolezza i lavori parlamentari», ha detto ieri Giuseppe Conte che ha avuto un colloquio con la cancelliera Angela Merkel in vista del Consiglio europeo della prossima settimana. Una dichiarazione che qualcuno legge come la conferma di una rimonta del «No».
Checché se ne dica infatti, il voto di domenica e lunedì, tanto quello referendario che regionale, si rifletterà sul Governo e i partiti della maggioranza, Pd e M5s in primis, che anche in questi giorni non hanno fatto nulla per attenuare le loro divisioni. A partire dal Mes sul quale il premier è tornato anche ieri: « Ora siamo concentrati sul Recovery Fund. Se il quadro di finanza pubblica rendesse necessario un supplemento di risorse, lo valuteremo insieme al Parlamento». La stagione del rinvio è però destinata a concludersi a breve. I fondi del Recovery arriveranno solo nella seconda metà del 2021, la decisione se ricorrere o meno ai 36 miliardi del Fondo salva stati diventerà inevitabile. La maggioranza però è spaccata . Il Pd insiste e non intende stavolta fare passi indietro. Ma al Senato al momento non ci sono i numeri per superare la prova.
Lo sa anche Matteo Salvini che interviene ancora una volta per ribadire la contrarietà del principale partito dell’opposizione al Mes. «Sono soldi dati a prestito da restituire a precise condizioni a un organismo che ha sede in Lussemburgo», spiega il leader della Lega che propone: «Io questi soldi preferisco chiederli piuttosto ai risparmiatori italiani, che solo la settimana scorsa hanno chiesto 84 miliardi di buoni del Tesoro e il governo gliene ha dati solo 10». Salvini sotto sotto confida che i risultati di questa tornata elettorale e le divisioni interne alla maggioranza portino alla deflagrazione del Conte II.
Il Pd reagisce. «Per lo meno è stato chiaro. Salvini ha detto che non vuole il Mes perché vuole attingere ai risparmi dei risparmiatori italiani. Glielo avranno consigliato i suoi commercialisti» scrive su twitter il vicesegretario dem Andrea Orlando. Francesco Boccia invece è ai Cinquestelle
che si rivolge. «Dopo le elezioni regionali, e certamente durante la presentazione della manovra di bilancio 2021-2023, toccherà al M5S decidere se su questo tema sono con Salvini e Meloni, con l’Europa, con il Pd, con i presidenti di Regione», avverte il ministro per gli Affari regionali. Tra i dem tira un’aria pesante. Il partito di Nicola Zingaretti è il più esposto al risultato elettorale visto che le Regioni più in bilico - Toscana, Puglia e Marche - sono tutte attualmente governate dal centrosinistra. I riflettori sono puntati soprattutto sulla Toscana , roccaforte divenuta a sorpresa contendibile, dove oggi chiuderanno assieme la campagna elettorale Savini, Meloni e Tajani. Assieme alla candidata Susanna Ceccardi. Zingaretti ieri ha percorso in lungo e in largo la Regione assieme a Eugenio Giani, candidato del centrosinistra: «La Toscana è un modello a cui guarda tutto il mondo che va difeso dalla destra nazionalista e anti-europea del “Boia chi molla”», dice il segretario dem che poi lancia una stoccata a Salvini: «Noi non siamo come loro, siamo garantisti e non utilizziamo le armi giudiziarie in politica. Detto questo - punzecchia da Pisa - di fronte a milioni di carte che stanno uscendo, certo è che qualche dirigente leghista qualcosa dovrebbe dire».