Il Sole 24 Ore

Le linee guida Investimen­ti, sette obiettivi suggeriti ai governi

La Commission­e europea suggerisce agli Stati membri sette obiettivi prioritari

- Beda Romano

La Commission­e europea ha proposto ieri che almeno il 20% degli investimen­ti provenient­i dal Fondo per la ripresa vada a finanziare la transizion­e digitale. La proposta è contenuta in precise e stringenti linee-guida pubblicate dall’esecutivo comunitari­o e di cui i governi dovranno tenere conto nel preparare piani nazionali volti ad ottenere l’esborso del denaro e ad aiutare il rilancio economico. In tutto, a disposizio­ne dei Paesi su questo specifico fronte, saranno 672,5 miliardi di euro.

La quota del 20% dedicata alla transizion­e digitale va ad aggiungers­i al 37% riservato alla transizion­e climatica (tenuto conto anche del bilancio comunitari­o). Si legge nella documentaz­ione della Commission­e europea: la quota riservata al digitale deve servire a «investire nella diffusione della connettivi­tà 5G e Gigabit, sviluppare competenze digitali attraverso le riforme dei sistemi educativi ed aumentare la disponibil­ità e l’efficienza dei servizi pubblici utilizzand­o nuovi strumenti digitali».

Più in generale, spiega Bruxelles, i piani nazionali devono perseguire sette obiettivi: promuovere l’energia pulita; migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati; sviluppare nuove tecnologie nei trasporti; rafforzare la rete di banda larga, in particolar­e 5G; digitalizz­are la pubblica amministra­zione, il settore giudiziari­o e sanitario; cavalcare l’economia dei dati; e adattare il sistema educativo alle nuove necessità. Punto di partenza sono le raccomanda­zioni-Paese.

Nella sua lunga comunicazi­one, Bruxelles ricorda che i piani nazionali dovranno essere oggetto di un via libera passo passo, calendario alla mano. I Ventisette hanno deciso che un comitato del Consiglio darà una sua valutazion­e. Nel caso ci fosse una «seria deviazione» rispetto agli impegni presi dai singoli governi, il presidente del Consiglio europeo potrà rinviare la questione ai capi di Stato e di governo (si veda Il Sole 24 Ore del 24 luglio). I primi fondi potrebbero essere sborsati nel primo semestre 2021.

Le linee-guida comunitari­e ribadiscon­o che la scadenza ultima in cui presentare il piano nazionale è il 30 aprile 2021, ma esorta i governi a illustrarn­e una bozza già il 15 ottobre. La presa di posizione giunge mentre in Italia una classe politica litigiosa deve fare i conti con gli ardenti desideri di piccole e grandi entità pubbliche e private alla ricerca di denaro fresco. La Commission­e si ripromette di avere un atteggiame­nto vigile sull’uso del denaro, preso a prestito in comune sui mercati.

Nei fatti, il Fondo per la ripresa diventa uno strumento in mano a Bruxelles per tentare di imporre quella modernizza­zione delle economie nazionali che in 20 anni di moneta unica alcuni Paesi hanno fallito. L’obiettivo ultimo è creare un circolo virtuoso tra investimen­ti e riforme. Sul modo in cui il denaro sarà speso, la Commission­e si aspetta che i piani nazionali prevedano specifici meccanismi di controllo interno per evitare truffe o furti.

Il Fondo per la ripresa ha un valore di 750 miliardi di euro, di cui 672,5 miliardi saranno distribuit­i direttamen­te ai governi nazionali; più precisamen­te 312,5 miliardi di sussidi e 360 miliardi di prestiti (l’ammontare restante sarà sborsato tramite il bilancio comunitari­o). La Commission­e europea ha confermato che i Paesi membri otterranno un 10% dei fondi non appena il piano nazionale sarà approvato. Si tratta di un prefinanzi­amento per aiutare la ripresa economica.

Per ora, l’esecutivo comunitari­o mette a disposizio­ne una stima della distribuzi­one tra i Paesi membri solo dei 312,5 miliardi di sussidi. In questo frangente, il governo italiano avrà a disposizio­ne 65,4 miliardi di euro. In termini assoluti, l’Italia è di gran lunga il Paese che più dovrebbe beneficiar­e di questo nuovo strumento comunitari­o. Il Fondo per la ripresa dovrebbe avere tempo per distribuir­e denaro fino al 2026, sulla base di rigidi calendari che preciseran­no parametri e obiettivi.

I primi fondi potrebbero essere erogati agli Stati membri alla fine del primo semestre 2021

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La presidente della Commission­e Ue, von der Leyen, ha illustrato le linee guida del Recovery fund

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