Germania e Italia pronte alle sfide green e digitale
L’opportunità di ridisegnare il futuro energetico e tecnologico del continente
Anche nel mondo post Covid vale l’insegnamento «mai sprecare una buona crisi» e sembra che i Paesi europei, con Germania e Italia in testa, stiano cogliendo la sfida. Transizione green; recupero della sovranità tecnologica europea; costruzione di un nuovo umanesimo digitale; stretta collaborazione nella ricerca scientifica, a cominciare dal vaccino per SarsCov-2; cooperazione industriale e sviluppo di una visione comune tra i principali attori dell’integrazione Ue sono le potenziali eredità positive dell’emergenza sanitaria.
Nel suggestivo spazio espositivo Pirelli Hangar Bicocca, circondati dagli spettacolari Sette Palazzi Celesti dell’artista tedesco Anselm Kiefer, i presidenti Sergio Mattarella e FrankWalter Steinmeier hanno concluso ieri la giornata milanese mettendo a fuoco i capitoli più importanti della “Rinascita ai tempi del Covid”.
«Siamo ancora ai tempi del Covid, anche se abbiamo alle spalle la parte più insidiosa - ha detto Mattarella -. Abbiamo di fronte un percorso che speriamo si concluda velocemente ma che ci interpella per la ripresa. Mi sembra che il Covid, o meglio la reazione al Covid, abbia costituito un forte fattore di accelerazione di tendenze in parte già disegnate o in atto». In primo luogo nel rapporto tra natura e tecnologia. «La ripresa - ha continuato il presidente della Repubblica - passa attraverso la tecnologia capace anche di disegnare un migliore rapporto tra la natura e le attività umane». Sarà importante che a livello europeo ci sia «la capacità di dare attuazione al Green Deal e di recuperare una sovranità tecnologica» considerando anche che «lo sviluppo e lo spazio delle innovazioni tecnologiche sono inarrestabili e occorre porsi alla testa dei cambiamenti». Per questo ricerca e formazione hanno un ruolo fondamentale e altrettanto importante è che Italia e Germania collaborino su tale terreno, nella speranza «che questa cooperazione non sia effimera e limitata alla pandemia».
Secondo Steinmeier «le crisi rendono visibili gli sviluppi sbagliati e permettono di rettificare le cose da fare». Il presidente tedesco ha accennato a una delle sfide più difficili: la decarbonizzazione. «Saremo capaci - si è chiesto - di produrre in modo sufficiente idrogeno green?».
Uno dei pilastri di Next Generation Ue, è accelerare la duplice transizione verde e digitale. Per quanto riguarda la prima, Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, ha chiarito che i progetti messi in moto dalla Ue con il Recovery Fund devono avere tre caratteristiche: sostenibilità energetica, contenuto digitale, attivazione rapida. «La Commissione - ha detto - è stata molto chiara nel sostenere che le iniziative e i progetti che avranno maggiore probabilità di attrarre investimenti saranno quelli che avranno come dimensione la transizione verso una energia più sostenibile, il contenuto digitale e, soprattutto, la possibilità di impegnare fondi nel periodo 2021-2023, quindi progetti concreti che si possano mettere in cantiere in tempi abbastanza veloci». Bisognerà vedere come gli Stati membri riusciranno a declinare queste necessità affinché i fondi non vadano sprecati.
Sul fronte digitale, Francesca Bria, presidente del Fondo nazionale per l’innovazione, ha sottolineato che i Paesi hanno « l’opportunità storica per recuperare la sovranità tecnologica europea e per governare una digitalizzazione sostenibile, costruendo un nuovo umanesimo digitale, senza mentalità da guerra fredda». Dovrà essere colmato il divario infrastrutturale, riconosciuto il valore pubblico dei dati per creare innovazione, accelerati il dispiegamento di reti 5G veloci e gli investimenti in cloud computing.
«È evidente che l’Europa ha bisogno di uno sforzo realmente da Dopoguerra - ha affermato Marco Fortis, economista e docente universitario - perché la crisi ha messo in difficoltà anche i Paesi più forti e i danni della pandemia sono stati paragonati a quelli di una guerra. L’Europa ha pianificato strumenti importanti ma perché possano essere usati efficacemente è importante una stretta cooperazione tra i principali attori, Germania, Francia e Italia». Fortis ha insistito sulla solidità del bilancio italiano, un concetto ripreso anche da Mattarella: «Italia e Germania sono due Paesi solidi con molte somiglianze. Ad esempio l’avanzo primario di bilancio. Negli ultimi anni, solo Germania e Italia hanno avuto un avanzo primario costante, e questo va detto rispetto all’uso di categorie arbitrarie, come Paesi cultori della frugalità o non frugalità».
La cooperazione, del resto, è l’unico modo di affrontare il nemico, soprattutto quando si passa al fronte della lotta al virus con i vaccini. «Una delle sfide - ha detto Alberto Mantovani, immunologo, direttore scientifico di Humanitas - è condividere quello che sappiamo per dare speranza. Ci sono oltre 300 ipotesi di vaccino, una decina in sperimentazione clinica, e c’è almeno un cavallo italiano, un buon cavallo. Un altro è nato nella Repubblica Federale tedesca. Non è importante chi arriva primo. È importante chi arriva bene. Stiamo facendo in due anni quello che di solito si fa in otto, se prenderemo altre scorciatoie e se la sbagliamo rischiamo di avere ricadute per la salute globale».