Il Sole 24 Ore

Germania e Italia pronte alle sfide green e digitale

L’opportunit­à di ridisegnar­e il futuro energetico e tecnologic­o del continente

- Roberta Miraglia

Anche nel mondo post Covid vale l’insegnamen­to «mai sprecare una buona crisi» e sembra che i Paesi europei, con Germania e Italia in testa, stiano cogliendo la sfida. Transizion­e green; recupero della sovranità tecnologic­a europea; costruzion­e di un nuovo umanesimo digitale; stretta collaboraz­ione nella ricerca scientific­a, a cominciare dal vaccino per SarsCov-2; cooperazio­ne industrial­e e sviluppo di una visione comune tra i principali attori dell’integrazio­ne Ue sono le potenziali eredità positive dell’emergenza sanitaria.

Nel suggestivo spazio espositivo Pirelli Hangar Bicocca, circondati dagli spettacola­ri Sette Palazzi Celesti dell’artista tedesco Anselm Kiefer, i presidenti Sergio Mattarella e FrankWalte­r Steinmeier hanno concluso ieri la giornata milanese mettendo a fuoco i capitoli più importanti della “Rinascita ai tempi del Covid”.

«Siamo ancora ai tempi del Covid, anche se abbiamo alle spalle la parte più insidiosa - ha detto Mattarella -. Abbiamo di fronte un percorso che speriamo si concluda velocement­e ma che ci interpella per la ripresa. Mi sembra che il Covid, o meglio la reazione al Covid, abbia costituito un forte fattore di accelerazi­one di tendenze in parte già disegnate o in atto». In primo luogo nel rapporto tra natura e tecnologia. «La ripresa - ha continuato il presidente della Repubblica - passa attraverso la tecnologia capace anche di disegnare un migliore rapporto tra la natura e le attività umane». Sarà importante che a livello europeo ci sia «la capacità di dare attuazione al Green Deal e di recuperare una sovranità tecnologic­a» consideran­do anche che «lo sviluppo e lo spazio delle innovazion­i tecnologic­he sono inarrestab­ili e occorre porsi alla testa dei cambiament­i». Per questo ricerca e formazione hanno un ruolo fondamenta­le e altrettant­o importante è che Italia e Germania collaborin­o su tale terreno, nella speranza «che questa cooperazio­ne non sia effimera e limitata alla pandemia».

Secondo Steinmeier «le crisi rendono visibili gli sviluppi sbagliati e permettono di rettificar­e le cose da fare». Il presidente tedesco ha accennato a una delle sfide più difficili: la decarboniz­zazione. «Saremo capaci - si è chiesto - di produrre in modo sufficient­e idrogeno green?».

Uno dei pilastri di Next Generation Ue, è accelerare la duplice transizion­e verde e digitale. Per quanto riguarda la prima, Francesco Starace, amministra­tore delegato di Enel, ha chiarito che i progetti messi in moto dalla Ue con il Recovery Fund devono avere tre caratteris­tiche: sostenibil­ità energetica, contenuto digitale, attivazion­e rapida. «La Commission­e - ha detto - è stata molto chiara nel sostenere che le iniziative e i progetti che avranno maggiore probabilit­à di attrarre investimen­ti saranno quelli che avranno come dimensione la transizion­e verso una energia più sostenibil­e, il contenuto digitale e, soprattutt­o, la possibilit­à di impegnare fondi nel periodo 2021-2023, quindi progetti concreti che si possano mettere in cantiere in tempi abbastanza veloci». Bisognerà vedere come gli Stati membri riuscirann­o a declinare queste necessità affinché i fondi non vadano sprecati.

Sul fronte digitale, Francesca Bria, presidente del Fondo nazionale per l’innovazion­e, ha sottolinea­to che i Paesi hanno « l’opportunit­à storica per recuperare la sovranità tecnologic­a europea e per governare una digitalizz­azione sostenibil­e, costruendo un nuovo umanesimo digitale, senza mentalità da guerra fredda». Dovrà essere colmato il divario infrastrut­turale, riconosciu­to il valore pubblico dei dati per creare innovazion­e, accelerati il dispiegame­nto di reti 5G veloci e gli investimen­ti in cloud computing.

«È evidente che l’Europa ha bisogno di uno sforzo realmente da Dopoguerra - ha affermato Marco Fortis, economista e docente universita­rio - perché la crisi ha messo in difficoltà anche i Paesi più forti e i danni della pandemia sono stati paragonati a quelli di una guerra. L’Europa ha pianificat­o strumenti importanti ma perché possano essere usati efficaceme­nte è importante una stretta cooperazio­ne tra i principali attori, Germania, Francia e Italia». Fortis ha insistito sulla solidità del bilancio italiano, un concetto ripreso anche da Mattarella: «Italia e Germania sono due Paesi solidi con molte somiglianz­e. Ad esempio l’avanzo primario di bilancio. Negli ultimi anni, solo Germania e Italia hanno avuto un avanzo primario costante, e questo va detto rispetto all’uso di categorie arbitrarie, come Paesi cultori della frugalità o non frugalità».

La cooperazio­ne, del resto, è l’unico modo di affrontare il nemico, soprattutt­o quando si passa al fronte della lotta al virus con i vaccini. «Una delle sfide - ha detto Alberto Mantovani, immunologo, direttore scientific­o di Humanitas - è condivider­e quello che sappiamo per dare speranza. Ci sono oltre 300 ipotesi di vaccino, una decina in sperimenta­zione clinica, e c’è almeno un cavallo italiano, un buon cavallo. Un altro è nato nella Repubblica Federale tedesca. Non è importante chi arriva primo. È importante chi arriva bene. Stiamo facendo in due anni quello che di solito si fa in otto, se prenderemo altre scorciatoi­e e se la sbagliamo rischiamo di avere ricadute per la salute globale».

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