Nel primo semestre assunzioni in calo del 42%
Per effetto dell’emergenza coronavirus il saldo occupazionale del primo semestre 2020, ovvero la differenza tra assunzioni, trasformazioni e cessazioni di rapporti di lavoro, è negativo (79mila), a differenza del primo semestre 2019 quando era nettamente positivo (+886mila rapporti di lavoro).
A incidere negativamente sono soprattutto i mesi di marzo e aprile, caratterizzati dal lockdown con la conseguente caduta di consumi e di produzione, mentre in corrispondenza con maggio si assiste ad una progressiva ripresa (la variazione netta è positiva) che si consolida a giugno (la differenza tra assunzioni, trasformazioni e cessazioni segna +102mila rapporti di lavoro rispetto ai 175mila di giugno 2019). Nella lettura dei dati dell’osservatorio Inps, relativo ai flussi dei rapporti di lavoro, tuttavia, vanno considerati due fattori che hanno contribuito a “mitigare” l’impatto negativo dell’emergenza epidemiologica: il blocco dei licenziamenti introdotto dal 17 marzo dal Dl Cura Italia, e l’esplosione della cassa integrazione con causale emergenza-Covid 19.
A soffrire maggiormente sono stati i rapporti a termine (il saldo è del semestre è pari a -236mila rapporti di lavoro) e i rapporti di somministrazione (-65mila), mentre in virtù del blocco dei licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo e dei licenziamenti collettivi è positiva la variazione netta dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+199mila), anche se al di sotto dei livelli del primo semestre 2019 (+330mila). Le assunzioni nel privato nel primo semestre sono state 2,3 milioni, in calo del 42% rispetto allo stesso periodo del 2019, le trasformazioni da tempo determinato sono 262mila (-32%) e le cessazioni hanno sfiorato i 2,4 milioni (-23%).
Tuttavia secondo l’Istat a luglio, dopo quattro mesi di flessioni consecutive, l’occupazione è tornata a crescere (+85mila unità) e, a fronte del calo dell’inattività, è proseguito l’incremento delle persone in cerca di lavoro.