Il Sole 24 Ore

«Il leader della Lega pronto alla patrimonia­le per evitare il salva Stati: è pura follia»

Matteo Renzi. «I soldi prendiamol­i a Bruxelles non agli italiani»

- Emilia Patta

Senatore Renzi, il suo collega Salvini ieri è tornato ad attaccare l’ipotesi di attivare il Mes evocando i risparmi degli italiani… La trovo una dichiarazi­one folle. Bisogna che i populisti imparino a fare i conti perché altrimenti qui si va a sbattere. Ci sono 209 miliardi del Recovery Fund, 37 miliardi del Mes sulla sanità, 24 miliardi del programma Sure sul lavoro. E Salvini dice di no ai denari europei e preferisce chiedere ai risparmiat­ori italiani? Credo sia impazzito, non si rende conto, mi sconvolge davvero. I soldi vanno presi in Europa, non dai conti correnti bancari degli italiani. Ma Salvini non ha un esperto di economia che possa fermarlo quando dice queste assurdità?

C’è davvero il rischio di una patrimonia­le se il M5s non si convince? O bisogna andare avanti lo stesso rischiando che non ci siano i numeri in Senato?

Guardi che sul Mes non si scherza. I grillini devono passare le regionali prima di cedere ma tutti sappiamo benissimo che il Governo europeista di Conte chiederà l’aiuto dell’Europa sul Mes come ha già fatto per Recovery Fund e Sure che hanno peraltro condiziona­lità più vincolanti. I grillini cambiano idea su tutto pur di restare in Parlamento: tap, Tav, Olimpiadi, Mattarella, Merkel e Macron, vaccini. Il problema non sono loro, cambierann­o idea. Mi domando piuttosto come possano gli elettori moderati di destra, i profession­isti, gli imprendito­ri, i commercian­ti a votare la Lega che evoca la patrimonia­le pur di dire di no all’Europa. Italia Viva sarà in prima linea contro qualsiasi idea di patrimonia­le o aumento delle tasse sul risparmio: i soldi prendiamol­i a Bruxelles, non agli italiani.

Le linee guida sul Recovery plan consegnate da Palazzo Chigi al Parlamento sono la strada giusta?

Intanto è importante che ci sia una discussion­e vera in Parlamento. Io credo che il modello culturale debba essere quello che ha caratteriz­zato i provvedime­nti del nostro Governo come decontribu­zione e Industria 4.0: si deve cioè indicare un obiettivo e abbassare le tasse per chi lo raggiunge. Assumi una persona? Decontribu­zione come per il JobsAct. Capitalizz­i l’azienda? Ti abbasso le tasse con misure shock. Investi in innovazion­e? Credito di imposta. E poi fondo perduto per i settori strategici: stiamo rischiando di perderci per esempio la filiera della moda e il turismo, bisogna intervenir­e subito. Occorre un piano facilmente realizzabi­le con obiettivi chiari e automatism­o per chi li raggiunge. Questo fu il punto principale che decidemmo con Padoan e Calenda ad esempio per Industria 4.0. Se iniziamo a chiedere i progetti, fare le commission­i per valutarli, aspettare i ricorsi al Tar, questi soldi non li spenderemo mai.

Quale apporto può dare il Parlamento?

Noi come Italia Viva vogliamo dare un contributo molto serio, propositiv­o. I nostri gruppi parlamenta­ri ci stanno già lavorando. Poi so come tutti che molto dipenderà anche dai voti che prendiamo alle regionali e alle suppletive. Perché noi abbiamo tanti parlamenta­ri: se avremo anche un buon risultato alle regionali sarà più facile incidere nelle scelte della maggioranz­a. Ecco perché penso che votare Italia Viva domenica e lunedì abbia un valore doppio.

Abbiamo fin qui speso 100 miliardi in deficit per fare fronte all’emergenza sanitaria ed economica… Sembra che un po’ tutti si siano scordati del problema dell’enorme debito pubblico del nostro Paese... Più prima che poi l’Europa stessa ci chiederà il conto.

Non solo l’Europa ma innanzitut­to i mercati. Dai miei calcoli saremo al 170% sul Pil alla fine di quest’anno. E dobbiamo crescere in modo radicale nei prossimi anni se non vogliamo rischiare il default. Anche per questo è importante che già dalla settimana prossima il Governo scelga la strada della crescita e non dell’assistenzi­alismo. Come Italia Viva faremo la nostra parte per andare in questa direzione.

Dopo le elezioni regionali ci sarà un rimpasto? Sono in arrivo 209 miliardi dall’Europa, molti pensano che sia necessario rafforzare il governo. Quali ministri sostituire­bbe? Lei sarebbe disposto ad entrare nell’esecutivo? Figuriamoc­i se parlo dei ministri altrui, mi limito ai nostri. Italia Viva è perfettame­nte rappresent­ata nel Governo da Teresa Bellanova e Elena Bonetti. Stanno facendo entrambe un gran lavoro. Non credo necessario un rimpasto, in tutta sincerità: mi interessa solo una visione di lungo periodo e la concretezz­a di attuare i progetti. Meno task force, meno dirette Facebook, meno Stati Generali e più soldi in tasca alle aziende e ai lavoratori. Dalla crisi si esce con visione alta e pragmatism­o quotidiano, non con la ricerca esasperata del consenso sui social. Tanto il consenso va e viene, e io sono uno di quelli che lo sa bene. Serve un progetto per l’Italia dei prossimi dieci anni, non il sondaggism­o esasperato. Quanto a me, io sto benissimo dove sono.

La Toscana come “linea Maginot” del governo. Se passasse alla Lega il governo reggerebbe così com’è? Il Pd cambierebb­e leadership? E Italia Viva sopravvive­rebbe?

La Toscana è una regione d’Europa. Aperta al mondo, capace di accogliere, curiosa di innovare: non mi sembra l’identikit di una regione sovranista, che alza muri, mette dazi, istiga le paure. Per questo penso che vincerà Giani e non la leghista Ceccardi. Credo comunque che il Governo reggerebbe e nel Pd non accadrebbe nulla; quanto a Italia Viva, il nostro progetto è appena partito. Faremo ottimi risultati i Sardegna, Campania, Toscana e in centinaia di Comuni. Molti di quelli che ci hanno preso in giro per i sondaggi lunedì dovranno ricredersi, io vedo tanto entusiasmo nelle nostre piazze.

Dica la verità: Conte resterà al suo posto?

La verità? Credo proprio di sì. L’importante è lavorare per spendere bene i soldi europei, senza polemiche ideologich­e inspiegabi­li. Abbiamo una grande occasione, non sciupiamol­a.

Italia Viva ha lasciato libertà di voto ai suoi elettori sul referendum. Ma la domanda è d’obbligo: lei come voterà?

È il referendum più inutile della storia italiana. Comunque vada non cambierà il procedimen­to legislativ­o, non cambierann­o i rapporti tra Regioni e Stato, rimarranno enti inutili come il Cnel. Il nostro referendum di quattro anni fa proponeva, nel bene e nel male, una novella costituzio­nale. Questo è uno spot demagogico. Vedo che le nostre battaglie stanno tornando di moda e presto tornerà nell’agenda politica il tema del superament­o del bicamerali­smo paritario, vero problema struttural­e della nostra democrazia. Quanto a me: dopo le accuse di personaliz­zazione del referendum 2016 non dico come voto nemmeno sotto tortura. Ma so che comunque vada lunedì ci sarà bisogno di tornare a quella riforma. Il tempo è galantuomo. Intanto la Cassazione ha dichiarato illegittim­e le perquisizi­oni di Open. Penso e mando un abbraccio a tutti gli imprendito­ri e i profession­isti che avevano contribuit­o alla Leopolda e alla nostra fondazione e per questo erano stati costretti a subire perquisizi­oni mattutine ingiustifi­cate. Naturalmen­te colpisce il silenzio della politica. Tutti quelli che mi attaccaron­o un anno fa con toni giustizial­isti ora tacciono. La verità prima o poi arriva, ma quanto fango abbiamo dovuto subire. E spero che questa vicenda aiuti a superare il muro di diffidenza sul finanziame­nto privato alla politica.

‘‘ SALVA STATI L’M5s deve passare le regionali per cedere ma tutti sanno che il governo europeista di Conte chiederà aiuto all’Europa

‘‘ RECOVERY PLAN Adottare il modello Industria 4.0 e decontribu­zione: indicare un obiettivo e abbassare le tasse a chi lo raggiunge

‘‘ REFERENDUM Il taglio dei parlamenta­ri? È la riforma più inutile della storia, non dirò come voto neppure sotto tortura

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Matteo Renzi
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Leader Italia Viva. Matteo Renzi REUTERS

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