Il Sole 24 Ore

Scuole riaperte, arrivano i primi stop ma in sette giorni i tamponi calano del 10%

I pediatri: «Urgenti più test» Piemonte, la febbre sarà ancora misurata nelle scuole

- Marzio Bartoloni

Testare, testare, testare. Il mantra ripetuto da settimane per evitare che il Covid riprenda il sopravvent­o, soprattutt­o ora che le scuole sono riaperte, sembra smentito dagli ultimi dati sui tamponi. Che nell’ultima settimana, come riporta la Fondazione Gimbe, sono calati del 10% (60mila in meno) anche se ieri si è tornati a superare 100mila test scovando 1.585 nuovi casi di contagio, con 13 vittime.

Certo per valutare l’effetto scuola sui contagi bisognerà aspettare almeno un paio di settimane, anche se già ci sono decine di stop in tutta Italia con casi tra gli studenti e le prime quarantene che riguardano classi, sezioni e interi istituti. Manca però ancora uno scatto sui tamponi come già è avvenuto in altri Paesi: in Francia e in Germania si fanno oltre 1 milione di tamponi a settimana ( contro i 600mila italiani) mentre in Inghilterr­a solo ieri se ne sono fatti 230mila e da ottobre Londra punta ad arrivare a 500mila test al giorno.

In realtà anche in Italia - come anticipato dal Sole 24 ore del 12 settembre - il commissari­o all’emergenza Domenico Arcuri ha lavorato a un piano d’autunno per raddoppiar­e i tamponi e portarli a 200mila al giorno entro novembre. Il piano ora è sul tavolo del Comitato tecnico scientific­o e le gare della struttura commissari­ale per nuovi macchinari per velocizzar­e l’esame dei test e per l’acquisto di tamponi e reagenti dovrebbero partire a ottobre per arrivare a regime a novembre. Ma potrebbe essere tardi, visto che è necessario accelerare subito come si sta facendo già all’estero .

Il rallentame­nto sull’attività di tracciamen­to emerge dall’ultimo monitoragg­io della Fondazione Gimbe che mostra come i tamponi dal 9 al 15 settembre siano calati del 9,2%, mentre i nuovi casi testati (i cosiddetti tamponi diagnostic­i non quelli per verificare la “guarigione” di chi è gia positivo) sono calati ancora di più e cioè del 12,3 per cento. «Con la riapertura delle scuole bisognava fare un grande salto nell’effettuazi­one dei tamponi e finora così non è stato», avverte il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabello­tta. Che sottolinea anche che se l’aumento dei nuovi casi «appare stabilizza­to» è però «verosimile che il numero sia sottostima­to considerat­a la riduzione dei casi testati e l’ulteriore aumento del rapporto positivi e casi testati».

Tra l’altro sono gli stessi pediatri ad avvertire che con la riapertura delle scuole la richiesta di tamponi è già aumentata e crescerà in modo esponenzia­le: «Per far rientrare i ragazzi in sicurezza a scuola noi dovremo attivare un percorso assistenzi­ale tutte le volte che ci troveremo di fronte a un caso sospetto e poi attestare l’eventuale negatività al Covid», spiega Paolo Biasci presidente della Federazion­e medici pediatri. Il che significa che «999 volte su mille in caso di tosse, febbre o altri sintomi dovremo prescriver­e per i nostri pazienti un tampone alla Asl». Biasci apre anche all’ipotesi di fare tamponi o test rapidi appena saranno validati negli studi dei pediatri: «Siamo pronti a parlarne con il Governo se ci vorranno coinvolger­e anche perché il rischio altrimenti è che molti ragazzi dovranno aspettare per giorni a casa la chiamata per il tampone e tra l’altro con il rischio di contagiare i propri familiari».

Ieri il Tar del Piemonte ha respinto la richiesta di sospensiva d’urgenza, chiesta dai ministri Azzolina e Speranza, della delibera con cui il governator­e Alberto Cirio impone alle scuole piemontesi di verificare la temperatur­a degli studenti all’inizio delle lezioni. Le scuole continuera­nno dunque a misurare la febbre agli studenti piemontesi almeno fino al 14 ottobre, quando la causa sarà discussa in Camera di Consiglio. Fonti governativ­e fanno sapere che «l’impugnazio­ne da parte del governo è stata un atto opportuno e un gesto di buonsenso» ed inoltre «ha raccolto il disappunto dell’intera comunità scolastica regionale e cercato di evitare disagi a scuole e famiglie, che si sono viste stravolger­e le regole di sicurezza a poche ore dalla ripresa».

In Sardegna invece il Tar ha dato ragione al governo sospendend­o l’ordinanza del presidente della Regione Christian Solinas che imponeva test Covid obbligator­i per chiunque arrivasse nell’isola e non si fosse sottoposto volontaria­mente ad un test nelle 48 ore precedenti lo sbarco. I giudici amministra­tivi hanno sospeso il provvedime­nto e rimandato la decisione nel merito al 7 ottobre.

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