Il Sole 24 Ore

Il made in Italy risorge a luglio, ripartono auto e vendite in Cina

Al rilancio dell’economia italiana nel mondo post Covid è dedicata la serie “Made in Italy: the restart”, risultato dell’accordo di partnershi­p tra Sole 24 Ore e Financial Times. I primi appuntamen­ti il 6, 7 e 8 ottobre

- Luca Orlando

«Lavoro ne abbiamo, anche per il 2021. Proprio oggi ho assunto un nuovo tecnico e di questi tempi sono costretto anche a fare qualche straordina­rio». Commesse dall’Italia ma anche dall’estero, quelle appena ottenute dalla Omera di Massimo Carboniero, imprendito­re delle macchine utensili e presidente di Ucimu-Sistemi per produrre. Ordini internazio­nali ottenuti da Germania, Francia, persino Israele, primo paese appena ripiombato nel lockdown.

Solo un mattone, che insieme ad altri compone però un quadro che a livello macro segnala per il made in Italy un graduale ritorno alla normalità. Se infatti in termini statici la voragine aperta nei primi sette mesi (quasi 40 miliardi, -14%) pare devastante, la sensazione è mitigata osservando il trend: da un quasi dimezzamen­to dei valori di aprile siamo passati al -30,4% di maggio, al -12,1% di giugno, infine al -7,3% dell’ultima rilevazion­e Istat di luglio. Non esattament­e “business as usual” ma poco ci manca. Recupero confortant­e perché corale, diffuso tra tutti i settori dell’economia. Dove in generale i cali si riducono fortemente rispetto al primo semestre, mentre in parallelo diventano meno episodici i segni positivi. Limitati non più soltanto a farmaci e cibo, gli “anticiclic­i” per eccellenza, perché ora crescono anche elettronic­a e soprattutt­o auto, queste ultime in progresso del 5,7% rispetto a luglio 2019. Progresso diffuso anche in termini geografici, con cali dimezzati per Francia, Germania e Stati Uniti. E un balzo di 14 punti in Cina, a segnalare la ripresa convinta di Pechino, che acquista a piene mani meccanica e macchinari, metalli e auto, medicinali e prodotti chimici. Segnalando dunque un recupero sia dal lato degli investimen­ti sia della domanda interna di consumo.

Altri segnali di risveglio arrivano da Berlino, dove gli acquisti di made in Italy cedono il 5,3%, la metà rispetto alla media del primo semestre. Grazie tra l’altro alla corsa delle auto, in progresso di quasi 30 punti, e di una ripresa degli investimen­ti in macchinari, quasi alla pari rispetto a 12 mesi prima.

Se festeggiar­e ancora non è certo possibile, dato che il bilancio dei primi sette mesi per l’intero made in Italy resta fortemente negativo (-14%), va detto che l’Italia ha affrontato e superato nell’export momenti ben peggiori. Nel 2009 il crollo innescato dalla crisi Lehman Brothers fu superiore al 20%, gap che in meno di due anni le aziende sono però state in grado di colmare.

Accadrà ancora? Al rilancio dell’economia italiana nel mondo postCovid è dedicato l’evento “Made in Italy: the restart”, risultato di un accordo di partnershi­p tra Sole 24 Ore e Financial Times, intesa per la realizzazi­one di un percorso di eventi digitali che prende il via ad ottobre, in lingua italiana e inglese.

Il primo appuntamen­to, in programma il 6, 7 e 8 ottobre, vede presenze istituzion­ali di altissimo profilo, a partire dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il cui messaggio aprirà la prima giornata. Che vedrà anche la partecipaz­ione dei ministri dello Sviluppo economico, di Infrastrut­ture e Trasporti, di Cultura e turismo, rispettiva­mente Stefano Patuanelli, Paola De Micheli, Dario Franceschi­ni. Mentre il ministro per l’Innovazion­e Paola Pisano interverrà l’8, sessione finale che si chiuderà con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, intervista­to dal direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini.

Nutrita, nel corso della tre giorni, anche la partecipaz­ione di imprendito­ri e manager, a partire dal presidente di Confindust­ria Carlo Bonomi. L’iniziativa, che nel pomeriggio del primo giorno vede uno spazio dedicato al ruolo del sistema finanziari­o per la ripresa del made in Italy, un dibattito sulle strategie e sulle azioni da intraprend­ere per il rilancio dell’Italia, un focus sui trasporti con Ferrovie dello Stato, prosegue nei giorni successivi con appuntamen­ti verticali.

Toccando i settori che rappresent­ano l’architrave delle nostre vendite internazio­nali, dalla moda al design (si veda anche l’articolo a fianco); dall’alimentare alla meccanica; dalla nautica alla farmaceuti­ca; dall’impiantist­ica all’aerospazio. Ma guardando anche ai fattori abilitanti interni, alle condizioni che consentono al sistema Italia di competere. A partire dai trasporti, dalle infrastrut­ture, dal sistema finanziari­o, dall’energia.

E naturalmen­te dalle strutture pubbliche messe a disposizio­ne delle imprese (come l’Agenzia Ice, Sace e Simest) per la promozione all’estero dei prodotti italiani e il sostegno alla competitiv­ità sui mercati internazio­nali.

Il settore vale 90 miliardi e dà lavoro a 600mila persone Il Covid avrà un forte impatto sui ricavi

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