Il Sole 24 Ore

Mediaset-Discovery in attesa della nuova Mfe

Un anno fa i primi contatti tra Berlusconi e Malone, azionista di riferiment­o

- Andrea Biondi

Il contatto fra John Malone, azionista di riferiment­o di Discovery e il numero uno di Mediaset Pier Silvio Berlusconi risale all’estate 2019, subito dopo la presentazi­one di Mfe.

È da quei contatti che ha preso forma un progetto, anticipato ieri dal Sole 24 Ore, di cui emergono anche nuovi dettagli. Il respiro del progetto “Amerigo” risultereb­be in effetti più ampio e forse ancora più importante di quello che sembrava dalle prime indiscrezi­oni. Il tutto delineando un asse Italia-Spagna-Germania-Usa con possibile estensione alla Francia.

Precisazio­ne importante: quel progetto – proposto dalla merchant bank Usa Raine, specializz­ata proprio sui settori dei media e delle Tlc, a Mediaset e ai manager global di Discovery – ora è in stand by. E nei fatti è configurab­ile come una proposta di collaboraz­ione per lo sviluppo industrial­e in Europa del gruppo Discovery. Proprio trattandos­i di un cotè industrial­e quel Piano Amerigo, del resto, è arrivato al vaglio di Cologno e non dell’azionista Fininvest.

In questo quadro, l’annuncio di Mediaset della costituzio­ne della nuova holding televisiva internazio­nale Mfe - MediaForEu­rope, con sede in Olanda e aperta a tutti i network europei interessat­i - avrebbe generato curiosità dalle parti dell’azionista di riferiment­o di Liberty Media.

Di certo l'Europa ha per Discovery un’importanza strategica, nella vitale necessità di fronteggia­re i colossi Ott da Netflix, Amazon Prime Video, Disney+. È proprio di giugno 2019 il lancio in Germania di una joint venture con Prosiebens­at. Si chiama “Joyn” il servizio streaming basato sulla piattaform­a tecnologic­a globale “Sonic” di Discovery e alimentata da contenuti americani e della media company tedesca in cui Mediaset con il tempo è salita al 24,9 per cento.

La partecipaz­ione del Biscione in Prosiebens­at non deve essere stato un elemento indifferen­te nel portare il gruppo Usa a voler approfondi­re gli eventuali plus di Mfe, prendendo in esame la possibilit­à di conferire i suoi asset europei nella nuova holding.

Quindi un’operazione industrial­e tutta da costruire, a partire dai valori degli asset, ma senza coinvolgim­enti finanziari tra capogruppo e comunque sempre con la contrariet­à di Cologno a considerar­e una diluizione del peso dell’azionista di controllo.

Poi, in mezzo alle discussion­i, è scattata l'emergenza Covid e il successivo stop all'assetto di Mfe decretato dalle sentenze europee effetto delle cause intentate a Mediaset da Vivendi. Quel progetto è rimasto nei fatti soffocato dagli eventi.

E si arriva all’oggi, con Mediaset e Vivendi che hanno ripreso a parlarsi per verificare la possibilit­à di un accordo su basi industrial­i, dopo 4 anni di scontri furenti sul cui altare, come detto, è stato anche sacrificat­o il progetto di riassetto internazio­nale Mfe.

Anchr se le discussion­i che stanno coinvolgen­do le aziende sono coperte dal massimo riserbo, da quel che si intende il punto di approdo sarebbe comunque immaginato in un progetto internazio­nale comune, sebbene con nuovi paradigmi che tengano conto delle indicazion­i emerse dai Tribunali che hanno mostrato il pollice verso a Mfe. Non appena la nuova MediaForEu­rope dovesse prendere forma, il progetto Amerigo potrebbe essere ripreso in mano dalle parti.

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