Mediaset-Discovery in attesa della nuova Mfe
Un anno fa i primi contatti tra Berlusconi e Malone, azionista di riferimento
Il contatto fra John Malone, azionista di riferimento di Discovery e il numero uno di Mediaset Pier Silvio Berlusconi risale all’estate 2019, subito dopo la presentazione di Mfe.
È da quei contatti che ha preso forma un progetto, anticipato ieri dal Sole 24 Ore, di cui emergono anche nuovi dettagli. Il respiro del progetto “Amerigo” risulterebbe in effetti più ampio e forse ancora più importante di quello che sembrava dalle prime indiscrezioni. Il tutto delineando un asse Italia-Spagna-Germania-Usa con possibile estensione alla Francia.
Precisazione importante: quel progetto – proposto dalla merchant bank Usa Raine, specializzata proprio sui settori dei media e delle Tlc, a Mediaset e ai manager global di Discovery – ora è in stand by. E nei fatti è configurabile come una proposta di collaborazione per lo sviluppo industriale in Europa del gruppo Discovery. Proprio trattandosi di un cotè industriale quel Piano Amerigo, del resto, è arrivato al vaglio di Cologno e non dell’azionista Fininvest.
In questo quadro, l’annuncio di Mediaset della costituzione della nuova holding televisiva internazionale Mfe - MediaForEurope, con sede in Olanda e aperta a tutti i network europei interessati - avrebbe generato curiosità dalle parti dell’azionista di riferimento di Liberty Media.
Di certo l'Europa ha per Discovery un’importanza strategica, nella vitale necessità di fronteggiare i colossi Ott da Netflix, Amazon Prime Video, Disney+. È proprio di giugno 2019 il lancio in Germania di una joint venture con Prosiebensat. Si chiama “Joyn” il servizio streaming basato sulla piattaforma tecnologica globale “Sonic” di Discovery e alimentata da contenuti americani e della media company tedesca in cui Mediaset con il tempo è salita al 24,9 per cento.
La partecipazione del Biscione in Prosiebensat non deve essere stato un elemento indifferente nel portare il gruppo Usa a voler approfondire gli eventuali plus di Mfe, prendendo in esame la possibilità di conferire i suoi asset europei nella nuova holding.
Quindi un’operazione industriale tutta da costruire, a partire dai valori degli asset, ma senza coinvolgimenti finanziari tra capogruppo e comunque sempre con la contrarietà di Cologno a considerare una diluizione del peso dell’azionista di controllo.
Poi, in mezzo alle discussioni, è scattata l'emergenza Covid e il successivo stop all'assetto di Mfe decretato dalle sentenze europee effetto delle cause intentate a Mediaset da Vivendi. Quel progetto è rimasto nei fatti soffocato dagli eventi.
E si arriva all’oggi, con Mediaset e Vivendi che hanno ripreso a parlarsi per verificare la possibilità di un accordo su basi industriali, dopo 4 anni di scontri furenti sul cui altare, come detto, è stato anche sacrificato il progetto di riassetto internazionale Mfe.
Anchr se le discussioni che stanno coinvolgendo le aziende sono coperte dal massimo riserbo, da quel che si intende il punto di approdo sarebbe comunque immaginato in un progetto internazionale comune, sebbene con nuovi paradigmi che tengano conto delle indicazioni emerse dai Tribunali che hanno mostrato il pollice verso a Mfe. Non appena la nuova MediaForEurope dovesse prendere forma, il progetto Amerigo potrebbe essere ripreso in mano dalle parti.