Mps, Ubi, Juventus: fino al 15 ottobre le assemblee restano a porte chiuse
La facoltà è prevista dal decreto Agosto: i piccoli soci restano a casa Nessuna società ha optato per la videoconferenza o per il distanziamento
L’ultima ad essere stata convocata è l’assemblea degli azionisti della Juventus, fissata per il 15 ottobre prossimo dal cda presieduto da Andrea Agnelli, riunitosi l’11 settembre. In precedenza erano state fissate quella di Banca Mps, per il 4 ottobre e di Ubi Banca, per il 15 ottobre. Entrambe le convocazioni sono state decise il 4 settembre.
Cosa c’è in comune fra queste tre riunioni? Si svolgeranno a porte chiuse, senza la presenza fisica degli azionisti. I soci potranno intervenire «esclusivamente tramite il rappresentante designato» da ciascuna società. Che è Computershare Spa.
Questa facoltà, che limita la possibilità per i piccoli azionisti di fare domande agli amministratori (o di recare disturbo, secondo i punti di vista), è prevista dall’articolo 71 del decreto legge 14 agosto 2020, n. 104, detto «Agosto». Con il provvedimento il governo ha esteso fino al 15 ottobre 2020 il termine entro il quale le assemblee delle società di capitali, cooperative e mutue assicuratrici possono continuare ad essere svolte con le modalità non «in presenza».
La deroga era stata introdotta in via eccezionale dal governo fino al 31 luglio, per l’emergenza sanitaria Coronavirus, con il decreto «Cura Italia» del 17 marzo, per evitare assembramenti nelle assemblee. La norma vale anche per le assemblee delle non quotate e delle Srl, nelle quali di solito ci sono pochi partecipanti.
Non consentire la partecipazione diretta dei soci non è un obbligo, è una facoltà. Le società potrebbero anche organizzare le assemblee in maniera tradizionale cercando di tenere il distanziamento, caso piuttosto difficile, oppure prevedere la partecipazione dei soci in videoconferenza. Ma hanno scelto la via per loro più semplice, il rappresentante designato, unico. I soci restano a casa.
Tutta la stagione delle assemblee di bilancio delle quotate, comprese le nomine per le Spa pubbliche, si è svolta a porte chiuse. Gli azionisti potevano mandare le domande scritte prima dell’assemblea e dovevano dare le istruzioni di voto al rappresentante designato. Con questa formula non sono consentite repliche degli azionisti alle risposte (o ai silenzi) degli amministratori.
Quel «format» si ripeterà per l’assemblea di Mps che deve decidere lo scorporo di crediti deteriorati da trasferire alla società pubblica Amco. L’esito è scontato, il Mef possiede il 68,25% della banca di Siena. Senza la presenza fisica dei piccoli azionisti, polemici per i risultati negativi della banca, l’assemblea sarà tranquilla, con la partecipazione solo dei vertici societari, del segretario, del notaio e del rappresentante designato. Porte chiuse anche per l’assemblea di Ubi che, dopo la scalata di Intesa, nominerà il nuovo cda il 15 ottobre: è l’ultimo giorno per usfruire della proroga della facoltà delle porte chiuse.
Opzione scelta anche dalla Juventus, che presenterà ai soci un bilancio in profondo rosso: il progetto approvato dal cda l’11 settembre è in perdita per 71,4 milioni e ha debiti finanziari netti per 385 milioni. Ma oggi il cda della Juventus si riunirà per approvare un nuovo progetto di bilancio, per tenere conto dell’effetto economico negativo (pari a 18,3 milioni sull’esercizio 2019-2020) generato dalla risoluzione del contratto con Gonzalo Higuain, ufficializzata ieri. Si stima pertanto che il bilancio al 30 giugno 2020 avrà una perdita netta di quasi 90 milioni. L’assemblea di bilancio della Juventus negli ultimi 5 anni si è svolta tra il 23 e il 25 ottobre. Quest’anno, secondo il calendario finanziario sul sito del club, era prevista nella «terza decade di ottobre 2020». È stata anticipata al 15. E sarà a porte chiuse.