Ryanair, un terzo degli azionisti vota contro il bonus di O’Leary
Contestata la politica di remunerazione nel pieno della crisi di settore
Ryanair non mette d’accordo neppure i suoi azionisti. All’assemblea annuale della compagnia per l’approvazione del bilancio, un gruppo consistente di azionisti, circa un terzo, ha votato contro la politica di remunerazione dei manager prendendo di mira il bonus previsto per il chairman Michael O’Leary. Mentre la compagnia riceve aiuti dallo Stato per la cassa integrazione dei suoi dipendenti a causa della pandemia, per il numero uno della low cost è stato previsto un bonus di quasi mezzo milione di euro, 458mila euro. In compenso la paga base di O’Leary per l’anno in corso è stata ridotta della metà a 250mila euro.
Era già successo in IAG, la holding che controlla British Airways e Iberia: in questo caspo il 20% degli azionisti aveva votato contro il piano di remunerazione del management che comprendeva il bonus da 883mila sterline per il numero uno in uscita di IAG, Willie Walsh. In entrambi i casi i bonus sono stati approvati dalla maggioranza degli azionisti. Le proteste sono l'ultimo segnale di come i bonus dei dirigenti stiano diventando un punto critico per gli investitori preoccupati per come le aziende stanno reagendo alla pandemia.
Nel caso di Ryanair, ad esempio, la compagnia ha ricevuto supporto finanziario per 600 milioni di sterline attraverso il Covid corporate financing facility della Bank of England e ha avuto accesso alla “cassa integrazione” nell’ambito del Job retention scheme del governo inglese. La paga di O'Leary era già stata oggetto di controversie lo scorso settembre. In quel caso, soltanto il 50,5% degli azionisti votò per ii bonus quinquennale del valore fino a 100 milioni di euro, il quale sarebbe scattato nel caso fossero stati raggiunti obiettivi di prezzo delle azioni e della redditività. Un target che per ora con la crisi Covid è venuto meno. La compagnia che lo scorso anno ha trasportato 150 milioni di passeggeri, per l’anno in corso prevede di fermarsi a 50 milioni. La low cost nell’ultimo trimestre ha registrato una perdita di 185 milioni di euro e ha annunciato un taglio di 3mila posti di lavoro.