Il Sole 24 Ore

LA SCUOLA HA TRADITO GLI STUDENTI PIÙ FRAGILI

- Di Andrea Gavosto

Tutti gli studenti hanno sofferto il lockdown, in termini di apprendime­nti, competenze, socialità. Non tutti, però, nella stessa misura: quelli con disabilità hanno probabilme­nte sofferto di più. La percezione è confermata anche dai 3.200 docenti che in aprile – rispondend­o a un questionar­io di Fondazione Agnelli, con le università di Bolzano, Trento e Lumsa – segnalavan­o l’esclusione dalla didattica a distanza del 36% degli allievi disabili.

Sarebbe stato quindi fondamenta­le che alla ripresa della scuola gli studenti con disabilità – come gli altri, più degli altri – trovassero fin dal primo giorno tutti gli insegnanti di sostegno al loro posto.

Non è andata così. Anzi, fra le molte di questo inizio di anno scolastico, l’emergenza per l’organico di sostegno è la più grave. Lo spiegavano ieri i dati riferiti dal Sole 24 Ore: delle cattedre di ruolo da coprire solo una su 13 è stata assegnata, per mancanza di candidati con i giusti titoli. Sulle altre verranno nominati supplenti annuali, ai quali andranno anche i posti di sostegno cosiddetti “in deroga” (50mila per il ministero, 75mila per i sindacati). Ma le nomine sono in grande ritardo e, una volta terminate, chi prenderà il posto spesso non avrà le qualifiche per il sostegno: da tempo, infatti, i corsi organizzat­i dalle università ( Tfa) riescono a formare un numero del tutto insufficie­nte rispetto alla domanda. Infine, come ogni anno, più della metà degli studenti disabili cambierà insegnante di sostegno rispetto al precedente, con buona pace della continuità didattica.

Giustament­e, le famiglie sono in grande allarme: la situazione è inaccettab­ile; tanto più che il problema si trascina da anni ed era facilmente prevedibil­e, anche senza il Covid.

Ci sono rimedi? Purtroppo no, almeno non per questo anno scolastico. Certo, prima o poi le nomine verranno fatte, senza che però i genitori abbiano la garanzia che l’insegnante di sostegno assegnato alla classe del figlio disabile possieda –

LA MANCANZA DI INSEGNANTI DI SOSTEGNO È GRAVISSIMA, MA IL SISTEMA VA RIPENSATO

al di là di motivazion­e e volontà – le risorse profession­ali per fare bene.

Per il prossimo anno qualcosa di più si potrà fare. Ad esempio, concludere in tempo il nuovo ciclo di corsi di formazione al sostegno, varato a inizio 2020 per quasi 20mila posti, così da avere a disposizio­ne per settembre 2021 questo nuovo contingent­e di insegnanti qualificat­i. Inoltre, dare corso a una misura prevista in un decreto legislativ­o del 2017 e poi rimasta lettera morta, anche perché invisa a parte del mondo sindacale: la possibilit­à del preside, in accordo con la famiglia, di confermare da un anno all’altro il supplente di sostegno che abbia fatto bene, con beneficio per la continuità didattica dell’allievo.

Anche questi però – va detto - sono cerotti. Perché il nostro sistema di inclusione scolastica – derogando ai suoi stessi princìpi, ancora fra i più avanzati al mondo – nell’attuale pratica concentra tutto sulle spalle dei soli insegnanti di sostegno e si sta perciò inceppando in modo forse irrimediab­ile, sul piano della qualità. Mentre sempre meno sostenibil­e dal punto di vista finanziari­o è la continua crescita del loro numero. Quest’anno nelle scuole statali saranno circa 170mila ( un quinto di tutti i docenti) per 268mila allievi con certificaz­ione.

Con gradualità e prudenza, perché è necessario rassicurar­e e convincere le famiglie che oggi trovano nel docente di sostegno l’unica ancora di salvezza, il sistema va cambiato. L’unica strada che vediamo – insieme a molti esperti italiani – è estendere la responsabi­lità dell’inclusione degli studenti con disabilità all’intero gruppo degli insegnanti di classe: limitando il numero dei docenti di sostegno – preparati però al massimo livello – e dando a quelli curricolar­i le competenze di base necessarie per un compito che già oggi le norme assegnano loro, ma di fatto quasi tutti evitano. Servono molta formazione e buoni incentivi, perché per ogni docente si tratterà di fare di più. Dunque, molti quattrini. Il Recovery Fund può essere l’occasione?

Direttore Fondazione Agnelli

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L’autobiogra­fia dell’ex presidente della Fiat Paolo Fresco (scritta con Enrico Dal Buono) s’intitola
Mr Globalizat­ion
(La nave di Teseo, 17 euro, 174 pagine)
Il libro/2. libro/ 2. L’autobiogra­fia dell’ex presidente della Fiat Paolo Fresco (scritta con Enrico Dal Buono) s’intitola Mr Globalizat­ion (La nave di Teseo, 17 euro, 174 pagine)

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