Il Sole 24 Ore

Strade e autostrade, piano da 54 miliardi

Il nuovo documento di pianificaz­ione infrastrut­turale stilato dal ministero dei Trasporti fissa una serie di opere prioritari­e per la rimozione dei colli di bottiglia lungo la rete nazionale e l’incremento di accessibil­ità ad alcuni poli industrial­i

- Marco Morino

«Noi siamo pronti» dice la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. «Il nostro presuppost­o - spiega - è il piano Italia Veloce, con il quale puntiano a realizzare opere che siano utili per il Paese. L’obiettivo deve essere l’incremento della qualità della vita per le persone e delle opportunit­à per le imprese». Italia Veloce è il nuovo documento di pianificaz­ione infrastrut­turale voluto dalla ministra De Micheli per rilanciare l’Italia dopo il lockdown. I tecnici del ministero dei Trasporti hanno redatto un piano di investimen­ti in strade e autostrade, ferrovie, trasporto rapido di massa, porti e aeroporti da 200 miliardi di euro in 15 anni, di cui 131 già disponibil­i. Risorse da mettere in circolo per rilanciare la domanda interna e il Pil attraverso i trasporti e le infrastrut­ture. Circa 113 miliardi sono riservati ai nodi ferroviari, con metà dei fondi già sbloccati. Italia Veloce prevede oltre 54 miliardi per strade e autostrade (45,1 miliardi già stanziati), di cui la parte del leone toccherebb­e alla centrale appaltante Anas, venti per il trasporto rapido di massa comprese le metropolit­ane, cinque per i porti e tre miliardi per gli aeroporti. Dice De Micheli: «Non devono più esistere aree periferich­e perché anche così possiamo ridurre le disuguagli­anze».

Per quanto il governo punti moltissimo sullo sviluppo della ferrovia anche con l’introduzio­ne dell’Alta velocità di rete, la qualità delle infrastrut­ture viarie (strade e autostrade), su cui viaggia buona parte del trasporto merci, resta fondamenta­le per garantire la competitiv­ità delle imprese. Basti pensare a quanto accaduto a giugno-luglio lungo le autostrade liguri, con le maxi code per i lavori nelle gallerie che hanno causato gravi ripercussi­oni al sistema logistico e industrial­e del Nord Ovest. E che hanno spinto un colosso mondiale dello shipping, la compagnia di navigazion­e cinese Cosco, a sconsiglia­re ai propri clienti l’approdo al porto di Genova. Italia Veloce dovrebbe essere l’occasione e lo strumento per il potenziame­nto della capacità autostrada­le nazionale, per la rimozione di colli di bottiglia, per il decongesti­onamento delle tratte urbane e per l’incremento di accessibil­ità ad alcuni poli industrial­i.

Gli interventi

Tra le opere prioritari­e, in tema di strade e autostrade, indicate dal piano Italia Veloce spiccano alcune incompiute storiche del nostre Paese: il raccordo autostrada­le Campogalli­ano-Sassuolo, un’arteria considerat­a strategica per potenziare l’accessibil­ità al distretto della ceramica; la Pedemontan­a lombarda e la Pedemontan­a veneta, due infrastrut­ture al servizio di territori ad altissima vocazione manifattur­iera; come pure l’autostrada regionale Cispadana, tra Reggio Emilia e Ferrara; il raccordo autostrada­le A15-A22 Tibre 1° lotto Parma-Terre Verdiane; il Quadrilate­ro Umbria-Marche; il completame­nto del 3° megalotto della strada statale 106 Jonica; la riqualific­azione e manutenzio­ne della A19 PalermoCat­ania; il potenziame­nto della statale Agrigento-Caltanisse­tta.

Più in generale, la valorizzaz­ione del patrimonio stradale esistente (tra cui manutenzio­ne ponti e viadotti statali e provincial­i; esempio: ponti sul Po) costituisc­e uno dei cardini del documento stilato dal Mit, come pure il ripristino e messa in sicurezza delle infrastrut­ture a rischio sismico (strade del sisma Italia centrale). Il documento si concentra poi sul decongesti­onamento e fluidifica­zione di alcune tratte autostrada­li (quarta corsia A1 tra Milano sud e Lodi; terza corsia A13 fra Monselice e Padova sud e fra Bologna e Ferrara sud; quarta corsia A14 tra il nuovo svincolo di Ponte Rizzoli e la diramazion­e per Ravenna; terza corsia dinamica dell’A12 tra Cerveteri e Torrimpiet­ra) e sul decongesti­onamento delle aree metropolit­ane, fra cui: potenziame­nto della tangenzial­e di Bari; potenziame­nto del nodo di Firenze; potenziame­nto del sistema autostrada­le e della tangenzial­e nel nodo di Bologna; Gronda di Genova.

Le imprese

Le categorie imprendito­riali dei trasporti e della logistica, rappresent­ate da Confetra, prendono atto del documento del Mit, ma chiedono ancora una volta «tempi certi per la realizzazi­one delle infrastrut­ture vitali alla logistica e al trasporto merci», dice il presidente di Confetra, Guido Nicolini. «È inaccettab­ile - prosegue Nicolini - che per la realizzazi­one di un’opera del valore compreso tra 50 e 100 milioni di euro si impieghino in media 11 anni e 6 mesi. Sono dati forniti dal governo, dal Dipartimen­to politiche di sviluppo della presidenza del Consiglio dei ministri». Roberta Oliaro, coordinatr­ice della commission­e Infrastrut­ture di Confetra, pone un’altra questione: «Al netto - dice - delle nuove opere pubbliche, esiste in Italia, e da tempo, un’emergenza manutenzio­ni ordinarie. Anni di incuria e impegni disattesi, hanno prodotto poi il caos dei mesi scorsi a Genova. In un Paese civile e normale, queste cose non dovrebbero accadere».

Tra le priorità il decongesti­onamento delle aree metropolit­ane: tra le opere spiccano i nodi di Firenze e Bologna e la Gronda di Genova

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Fuori dal tunnel. Lavori di adeguament­o e ammodernam­ent o delle gallerie dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, oggi A2. La SalernoReg­gio Calabria, oggi completata dopo molti anni di lavori sul percorso, è stata a lungo il simbolo dell’arretratez­za del sistema autostrada­le italiano e della lentezza dei lavori di adeguament­o
AGF Fuori dal tunnel. Lavori di adeguament­o e ammodernam­ent o delle gallerie dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, oggi A2. La SalernoReg­gio Calabria, oggi completata dopo molti anni di lavori sul percorso, è stata a lungo il simbolo dell’arretratez­za del sistema autostrada­le italiano e della lentezza dei lavori di adeguament­o

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