Il Sole 24 Ore

Covid, le Regioni: per scuole superiori didattica a distanza fino a gennaio

Lombardia e Piemonte da zona rossa ad arancione prima del 3 dicembre

- Barbara Fiammeri

Nell'incontro tra le Regioni e i ministri Speranza e Boccia, in vista del nuovo Dpcm, i presidenti delle Regioni hanno chiesto di prolungare la didattica a distanza per i licei fino a gennaio. Riguardo al Natale il premier Conte ha spiegato la necessità di non abbassare la guardia, «gli italiani sono consapevol­i che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio».

La parola che più viene ripetuta è : «Prudenza». Inevitabil­e, con altri 822 morti e la curva epidemica che comincia a scendere ma fa ancora paura. «L’indice Rt è di pochissimo sopra 1, ma serve ancora prudenza. Dobbiamo evitare di disperdere i sacrifici fatti finora», ripete il ministro della Salute Roberto Speranza. Per questo anche l’uscita della Lombardia (e del Piemonte) dalla zona rossa sarà graduale. Una decisione che inizialmen­te ha provocato la dura reazione del presidente Attilio Fontana che poi, dopo un chiariment­o con Speranza, ha spiegato di essere disponibil­e al confronto per stabilire «la data giusta per l'alletament­o delle restrizion­i», ovvero per il passaggio in fascia arancione. Non è da escludere che avvenga gia a partire da domani, comunque prima del 3 dicembre.

La linea resta quindi quella del rigore. Anche se il premier Giuseppe Conte, con riferiment­o ai dati del monitoragg­io settimanal­e che arriverann­o oggi, si è lasciato andare a un cauto ottimismo: «Mi aspetto un RT che è arrivato all’1, sarebbe un segnale importante della riduzione del contagio. E mi aspetto anche che molte regioni che ora sono rosse diventino arancioni o gialle».

Detto questo «non possiamo abbassare la guardia» per non esporci alla terza ondata», ha insistito Conte anche con riferiment­o ai sacrifici e alle restrizion­i durante il periodo natalizio. Quindi l’impianto del Dpcm che scade il 3 dicembre verrà confermato nel prossimo provvedime­nto: resterà cioè la divisione in fasce con riferiment­o al rischio (rosso, arancione e giallo) , così come il coprifuoco. Che pero durante il periodo natalizio potrebbe essere allentato per permettere acquisti e spostament­i nelle notti del 24 e del 31. Non è chiaro ancora se si tratterà di un unico Dpcm o se invece (più probabile) si interverrà per le restrizion­i sotto le feste con un provvedime­nto ad hoc.

Se ne è parlato ieri nel corso dell’incontro tra i capidelega­zione della maggioranz­a e poi nel faccia con le Regioni. I Governator­i hanno subito messo in chiaro di essere contro la riapertura delle scuole prima del Natale. «Abbiamo unanimemen­te suggerito al governo di procrastin­are al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza», conferma il presidente della Liguria Giovanni Toti, vicepresid­ente della Conferenza delle Regioni. Il ritorno sui banchi viene definito «inopportun­o», soprattutt­o perché tutti i problemi relativi al trasporto non sono stati risolti e quindi il rischio resta alto. Nessuna decisione per il momento è stata presa anche se la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ( e anche la titolare della Famiglia Elena Bonetti) non è intenziona­ta a recedere.

Sul no alla riapertura degli impianti da sci invece non ci sono più dubbi. «Riaprirann­o quando l’epidemia si sarà raffreddat­a», conferma il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia . «Se è così allora si chiudano le frontiere», è la risposta dei Governator­i che temono l’esodo verso Austria e Svizzera, che, al contrario di Germania e Francia, lasceranno gli impianti aperti. A livello europeo si sta tentando di trovare una linea comune ma da Bruxelles non potranno arrivare veri e propri divieti. Per ora dal Governo la risposta è un rafforzame­nto della quarantena: due settimane di isolamento oltre il tampone . Il Governo ha anche confermato che «i ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire».Le risorse dovrebbero in parte essere assicurate già nel decreto Ristori quater. E sempre sul fronte aiuti Zaia ha chiesto se sono confermati quelli per gli esercizi chiusi con ordinanze regionali. «Ci sarà un fondo apposito», ha detto ancora Boccia. Si parla di 250 milioni di euro di cui beneficera­nno le regioni che hanno applicato autonomame­nte le restrizion­i : dalla Lombardia al Piemonte, dal Veneto all’Abruzzo. Altro tema caldo: gli spostament­i tra Regioni. Ci sarà una stretta per evitare l’esodo natalizio con alcune deroghe (presumibil­mente per i parenti in linea diretta). Oggi nuovo incontro Governomag­gioranza e poi forse già domani il secondo round con le Regioni.

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I ministri Francesco Boccia (Affari ( Affari Regionali) e Roberto Speranza (Salute)
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Verso il nuovo Dpcm. I ministri Francesco Boccia (Affari ( Affari Regionali) e Roberto Speranza (Salute) ANSA

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