Industria L’Europa prepara il cambio di strategia
Via libera a larghissima maggioranza dell’Europarlamento alla relazione, firmata dall’ex ministro Calenda, che definisce una nuova strategia industriale per il sistema produttivo Ue
La premessa chiara è messa nero su bianco nella motivazione: «La politica industriale portata avanti dall’Unione è stata spesso vaga e teorica. Un combinato disposto di dichiarazioni di principio, scarsità di risorse, eccesso di normative e meccanismi troppo burocratici». Da qui la necessità di mettere a fuoco «strumenti e azioni concrete» perché «il tempo delle parole senza fatti è finito». Così, muovendo dalla constatazione della necessità di invertire la rotta, è partito il lungo e delicato lavoro di tessitura della “Relazione su una nuova strategia industriale per l’Europa”, condotto dall’ex ministro ed europarlamentare Carlo Calenda, relatore del rapporto. Che ha incassato mercoledì al Parlamento Europeo, riunito in sessione plenaria, un via libera a larghissima maggioranza con 486 voti favorevoli, 109 contrari e 102 astenuti.
Un documento di una trentina di pagine che rappresenta uno snodo cruciale in vista della definizione del rapporto di politica industriale della Commissione Europea (si veda anche intervista a lato) e che tratteggia un piano in due fasi per rilanciare l’industria del Vecchio Continente: un primo step di ripresa del sistema sistema produttivo e un secondo di ricostruzione e di trasformazione dello stesso.produttivo e un secondo di ricostruzionee di trasformazione dello stesso. Il tutto in un momento in cui, sottolineala relazione, l’ Unione si trova alle prese con l’esigenza di accelerare su una doppia transizione, digitale e ambientale, che richiede fortissimi investimenti pubblici e privati, ma che ha dovuto e deve fare anche i conti con gli effetti della prima pandemia dell’epoca moderna.
La relazione suggerisce dunque innanzituttoall’ Europa un atteggiamento più duro e assertivo nella politica commerciale ed estera. Tradotto: il Vecchio Continente, nel nel portare avanti nuovi accordi,portare avanti nuovi accordi, dovrà saper difenderei propri interessi-anche rispetto a possibili acquisizioni predatorie-e muoversi con l’obiettivo di conseguire la resilienza e l’autonomia strategica delle filiere produttive, riportando, ove necessario, “in casa” le catenele catene di valore cruciali.di valore cruciali. E El a svoltala svolta dovrà caratterizzare anche la politica della concorrenza attraverso la revisione, alla luce di un contesto economico globale profondamente mutato, delle norme antitrustnorme antitrust dell’ Unione,dell’Unione, cercando cercando di di individuare« un equilibrio tra« un equilibrio trala necessitàla necessità di far fronte alla concorrenza su scala globale e globale e la protezione della catena diapprov vi giona nento la protezione della catena diapprovvi giona nentoe dei consumatori dalle potenziali conseguenze negativedalle potenziali conseguenze negati vedi di un mercato interno più concentrato».
Un cambio di passo che si snoderà, come detto, in due fasi, la prima delle quali, la ripresa, dovrà portare anche a un diverso focus sugli aiuti di stato per preservare il preservare il mercato unico. mercato unico. In sostanza, bisognerà riscrivere la normativa costruendo uno schema nuovo che consenta consenta di supportare coni bilanci pubblici di supportare coni bilanci pubblici la doppia sfida digitale e “verde”. Ma in questa fase bisognerà questa fase bisognerà puntare anche sulpuntare anche sul sostegno alla ricapitalizzazione delle imprese, profondamente impattate dalla pandemia e più indebitate post crisi, mettendo in campo un supporto fiscale potente e un ingressopotente e un ingresso diretto nel capitalediretto nel capitale per le aziende più grandi «con chiare clausole di uscita e neutralità nella governance». Ma suqu ali strumenti puntare? Per esempio, sul ricorso al cofinanziamento sul ricorso al cofinanziamentodei regimi nazionali di credito dei regimi nazionali di credito d’ imposta per favorired’ imposta per favorire gli investimenti egli investimenti e la ricerca, anche e soprattutto nella transizioneanche e soprattutto nella transizione digitale e ambientale, digitale e ambientale, al al posto dei posto dei consueti incentivi a consueti incentivi a bando. bando. Una possibilità che, rimarcala relazione, dovrebbe essere estesa a tutti gli strumenti e fondi europei. Con un duplice beneficio: una maggiore accessibilità alle risorse da parte parte delle imprese,delle imprese, Pmiin P mi in primis,primis,e una maggiore efficienza e rapidità nell’allocazione dei fondi.
Soltanto agendo in questa direzione si creeranno le giuste basi perla ricostruzione e trasformazione dell’economia europea che ripartirà« solo attraversoun potente programma di investimenti pubblici ». Equi la prima indicazione è di continuare con la sospensione delle regole del patto di stabilità «almeno limitatamente agli investimenti orientati alla digitalizzazione eam bi entalizz azione ». Con una sottolineatura forte su quest’ultimo fronte perché, ribadisce il testo, senza un potente sostegno europeo assicurato da un bilancio rafforzato, dalla prosecuzione del Fondo per la ripresa come Fondo per la ricostruzione e la trasformazione e da una maggiore libertà di investimento degli Stati membri, l’obiettivo di neutralità climatica al 2050 non sarà centrato.
Serve un cambio di passo dell’Unione alle prese con la doppia transizione digitale e ambientale