Il Sole 24 Ore

L’obiettivo francese: piani di cooperazio­ne a livello europeo

I settori chiave: idrogeno, batterie elettriche, spazio e stoccaggio dei dati

- Beda Romano

Forte anche del commissari­o al mercato unico Thierry Breton, la Francia sta facendo pressione sui partner per una maggiore collaboraz­ione in campo industrial­e. Non si tratta sempliceme­nte, come in passato, di rafforzare i legami economici tra i paesi europei. L'ambizione è politica, nel tentativo di rafforzare l'Europa in un contesto economico nel quale Cina e Stati Uniti rischiano di prendere il sopravvent­o in alcuni settori chiave.

Durante una visita a Roma, appena la seconda all'estero dopo la pausa estiva – la prima fu a Berlino in settembre, il ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha proposto ieri alle sue contropart­i italiane, il ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, di collaborar­e in alcuni settori chiave: l'idrogeno, le batterie elettriche, lo stoccaggio dei dati, lo spazio. L'uomo politico francese ha parlato della necessità di « una avanzata spettacola­re » .

Secondo i Trattati, la politica industrial­e è competenza nazionale. Sulla scia dell'esempio di Airbus, il tentativo francese è di dare all'Europa una propria politica industrial­e attraverso precisi progetti di cooperazio­ne. Il caso della collaboraz­ione franco- tedesca nelle batterie elettriche sta avendo un certo successo. L'obiettivo è doppio: battere la concorrenz­a cinese e sostenere l'economia mentre questa sta attraversa­ndo una fase difficilis­sima, a causa della pandemia influenzal­e.

Nell'ottica francese, l'esperienza industrial­e italiana è essenziale. L'Italia è vista come un partner cruciale in vari settori, tra cui quello spaziale. Le proposte che Bruno Le Maire ha fatto ieri alle sue contropart­i a Roma sono determinat­e: «Si tratta di fare cooperazio­ne economica con una ambizione politica». Come detto, in questo contesto la sponda bruxellese è importante. Il commissari­o Breton ha presentato in marzo una strategia industrial­e europea ( si veda Il Sole/ 24 ore dell' 11 marzo). Il suo tentativo è di rafforzare ecosistemi industrial­i, ossia filiere produttivi esistenti già oggi tra i paesi membri.

L'industria rappresent­a il 20% del valore aggiunto europeo, l'80% delle esportazio­ni europee e 35 milioni di posti di lavoro. La sponda italiana è importante per fare massa, meglio contrastar­e la concorrenz­a internazio­nale, e perché il paese ha capacità industrial­i di cui l'Europa non può fare a meno. Peraltro, la Francia affronta lo shock economico provocato dalla pandemia influenzal­e in un momento di debolezza nei confronti della Germania. In questo contesto, rafforzare la cooperazio­ne con l'Italia diventa ancor più importante.

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