Elementari: stop ai voti, tornano i giudizi
Le regioni in coro: riapertura delle scuole solo il 7 gennaio
Era dalla legge Gelmini del 2008 che i voti alle elementari erano espressi in decimi. Ma da quest’anno si cambia. A prevederlo è il decreto scuola approvato l’estate scorsa che ha rimesso mano, per la nona volta dal ’ 77 a oggi, al sistema di votazione per la scuola primaria. Reintroducendo i giudizi. E adesso arriva anche l’ordinanza ministeriale che mette in pratica la novità e ne introduce quattro.
Il testo - già illustrato ai sindacati e in attesa del parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi) - introduce il giudizio descrittivo per ciascuna disciplina, inclusa l’educazione civica. Un cambiamento che - nelle intenzioni della ministra Lucia Azzolina - punta a rendere la valutazione degli alunni sempre più trasparente e coerente con il percorso svolto. Al posto della vecchia numerazione in decimi, sia nella pagella del primo quadrimestre che in quella finale, le famiglie e i bambini troveranno quattro giudizi per ogni materia: « Avanzato » , « intermedio » , « base » e « in via di prima acquisizione», quest’ultimo da utilizzare per un bambino che termina i «compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente » . Una valutazione che, per gli alunni con disabilità, certificata va correlata agli obiettivi individuati nel Piano educativo individualizzato ( Pei) mentre, per quelli con disturbi specifici dell’apprendimento, deve tenere conto del Piano didattico personalizzato ( Pdp).
Restando alla scuola elementare va poi segnalata la sentenza di ieri del Consiglio di stato, che conferma l’obbligo di mascherina al banco e suggerisce di avviare un « monitoraggio ove possibile costante, e immediato per gli scolari che diano segno di affaticamento, del livello di ossigenazione individuale dopo l'uso prolungato della mascherina » , mediante « apparecchi di misurazione di semplicissima utilizzabilità » in comune commercio.
Tutto ciò mentre proseguono gli incontri per individuare le modalità e i tempi più idonei alla riapertura « graduale » delle scuole, stavolta medie e superiori, invocata dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, mercoledì. Se possibile passando prima da un tavolo nazionale, come invocato dalle autonomie locali durante il vertice sulle misure da prendere nel nuovo Dpcm ( che non vedeva però la scuola tra gli ordini del giorno, ndr). Dal canto loro, i governatori frenano e individuano nel 7 gennaio la data giusta per il ritorno in classe. Una posizione espressa in mattinata da Luca Zaia (Veneto) e Giovanni Toti (Veneto) e fatta propria dai loro colleghi, eccezion fatta per l’Emilia-Romagna che spinge per riaprire. I nodi sono sempre gli stessi: tracing, scaglionamento degli orari e trasporto pubblico. Temi rilanciati anche dai sindacati e dai presidi fermi nel motto “tornare in classe sì ma in sicurezza”.
Alla ministra Azzolina e al premier Giuseppe Conte il compito di fare, nei prossimi giorni, la sintesi. Nelle risposte via Instagram ai quesiti dei ragazzi, la responsabile dell’Istruzione si è limitata a confermare che sta lavorando per riportarli « quanto prima a scuola», pur riconoscendo che, per effetto del quadro epidemiologico, « dobbiamo essere cauti e fare delle scelte » . Quali lo scopriremo presto. Anche perché il primo slot utile (il 9 dicembre) si avvicina.