Il Sole 24 Ore

L’industria delle crociere è in caduta, ma i porti investono 510 milioni

- — Raoul de Forcade

Sfiora il miliardo di euro il mancato contributo del settore crociere all’economia italiana nel 2020. Un effetto dell’epidemia di Covid, che ha bloccato a lungo, e sta ancora fermando in larga misura, il comparto (attualment­e sono in attività solo due navi in Italia:, Msc Grandiosa e Costa Smeralda, e altre nove nel mondo). Nello stesso periodo il numero di passeggeri movimentat­i in Italia è sceso del 93,5%, arrivando ai livelli del 1993 e cento esperti del settore ritengono che non si riuscirà a recuperare appieno prima del 2023. Tuttavia gli ordini di nuove unità da crociera fatti prima della pandemia sono stati confermati e i porti crocierist­ici italiani prevedono complessiv­amente oltre 510 milioni di investimen­ti tra 2021-2023. È, in sintesi, quanto emerge dalle stime di Risposte turismo, la società guidata da Francesco di Cesare che ha presentato ieri l’edizione 2020 dell’Italian cruise watch, studio compilato per dare annualment­e conto dello stato di salute del settore.

Secondo quanto calcolato nel report, dunque, ammonta a 925 milioni il mancato contributo del turismo crocierist­ico all’economia tricolore nel 2020 a causa del Covid-19. Il valore è riferito alle sole spese dei crocierist­i in escursioni (che a fine anno saranno circa 2,7 milioni in meno rispetto alle previsioni), shopping, ristorazio­ne e altri consumi di tipo turistico a terra, oltre a pernottame­nti a terra pre e post viaggio (circa 1,3 milioni in meno rispetto ai numeri attesi) nonché giornate di vacanza prima e dopo la crociera. La contrazion­e è dovuta alla fortissima diminuzion­e del traffico crocierist­ico attesa a fine anno. Secondo le stime di Risposte turismo, il 2020 si chiuderà con un totale di 796.800 passeggeri movimentat­i nei porti italiani tra imbarchi, sbarchi e transiti (-93,5% sul 2019), dato che riporta la movimentaz­ione dei passeggeri al 1993. Su scala globale, si stima che l’anno in corso potrebbe chiudersi con circa 6 milioni di crocierist­i a bordo (-80% sul 2019), cioè gli stessi valori che si registrava­no prima degli anni 2000. Risposte Turismo ha anche effettuato un’indagine, con un questionar­io, su un panel di circa 100 profession­isti con ruoli di primo piano nella cruise industry italiana, che operano in compagnie crocierist­iche, Autorità di sistema portuale, società di gestione terminal, agenzie di viaggio, agenzie marittime e tour operator. La maggioranz­a delle risposte prevede che il movimento passeggeri nei porti crocierist­ici italiani tornerà a livello pre-Covid solo dal 2023. L’indagine offre però una visione positiva, da parte degli intervista­ti, sulle prospettiv­e del comparto; segnali di fiducia confermati anche da altri indicatori. Primo fra tutti l’incremento degli investimen­ti, da parte dei porti, sugli interventi dedicati o a supporto del settore: per il triennio 2021-2023, Risposte turismo ne ha mappati per 510 milioni di euro, in crescita di oltre il 200% rispetto ai tre anni precedenti. Anche in tema di commesse le prospettiv­e sono positive: si registra infatti il mantenimen­to, nel mondo, di tutti gli ordini di nuove navi effettuati prima della pandemia: 81 fino al 2022, di cui ben 22 assegnati a cantieri presenti in Italia; numero che sale a 44, estendendo il periodo al 2025.

Il blocco del settore ha avuto ripercussi­oni per 925 milioni sull’economi a italiana

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