Salone del Mobile rinviato a settembre: «Sarà l’emblema da cui ripartirà l’Italia»
Bonomi: soluzione che tiene insieme tutte le filiere Luti: una edizione speciale
«Abbiamo dieci mesi davanti, per preparare tutti assieme una manifestazione che dovrà essere indimenticabile e segnare la ripartenza del nostro settore, di Milano e del Paese». Così Claudio Luti, presidente del Salone del Mobile di Milano, ha annunciato ieri le nuove date (dal 5 al 10 settembre anziché in aprile come da tradizione) della più importante manifestazione internazionale dell’arredamento e del design. Sarà un’edizione speciale per celebrarne i 60 anni di vita, assicura Luti, con tutte le biennali dedicate alle diverse categorie merceologiche (cucina, bagno, illuminazione, ufficio) e con un forte coinvolgimento della città e di altre filiere produttive.
Non è la prima grande manifestazione fieristica ad annunciare una riprogrammazione del calendario anche per il 2021: l’incertezza sull’evoluzione della pandemia e sulle possibilità di riapertura delle fiere, ma anche di spostamento tra Paesi, non consente agli organizzatori e alle aziende partecipanti di pianificare per tempo gli investimenti, con il rischio di mettere in piedi eventi costosi il cui ritorno non vale gli sforzi sostenuti. Un problema soprattutto per i grandi eventi di carattere internazionale. Tra questi, oltre al Salone stesso, anche il Vinitaly di Verona, che nei giorni scorsi ha annunciato nuove date per giugno (dal 20 al 23), e le manifestazioni milanesi legate al mondo della moda (Micam, Mipel, TheOne, Lineapelle e Homi fashion&jewels), che da febbraio slitteranno a fine marzo. Il Salone fa ovviamente un po’ più di rumore: sia per i numeri, dato che si tratta della fiera più grande e attrattiva del nostro Paese, con oltre 400mila visitatori da 186 Paesi. Sia per la data stessa del rinvio, settembre, un mese che tutti auspicano possa segnare uno spartiacque verso il superamento della crisi.
Una data scelta in stretta sinergia con Fiera Milano, il quartiere che ospita la manifestazione. «Abbiamo lavorato non solo nell’idea del business di Fiera, ma per salvaguardare le più importanti filiere della manifattura italiana in un momento in cui tutti stiamo pensando e ci stiamo impegnando sulnizzata la ripartenza – ha detto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria e presidente di Fiera Milano –. Crediamo nella crescita del Paese e il Salone sarà l’emblema da cui ripartirà l’Italia. Questa soluzione tiene insieme anche altre filiere importantissime. Non possiamo che incrociare le dita, ma siamo certi che sarà una manifestazione ancor più bella delle precedenti, perché ci sarà uno spirito di ripartenza del Paese e la voglia di ricostruire un sogno».
Di «grande operazione di sistema» ha parlato Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, sottolineando l’importanza di questo evento per far ripartire anche il comparto fieristico dopo la sosta forzata imposta dalla pandemia. In concomitanza con il Salone del Mobile, dal 5 all’8 settembre si svolgerà anche Homi, la manifestazione dedicata al mondo dell’abitare e della decorazione per la casa orgadalla stessa Fiera Milano, originariamente in calendario a gennaio 2021. «Affiancare Homi al Salone è strategico per fare massa critica nel settore casa e creare un contesto dal respiro internazionale – osserva Luca Palermo, consigliere di amministrazione di Fiera Milano, che dal 1° gennaio prenderà l’incarico di ad –. Poi nella seconda metà del mese arriveranno gli eventi legati alla moda: sarà davvero una grande occasione per far ripartire la città e le imprese».
Ne è convinto anche Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo: le imprese dell’arredamento (29mila, con un fatturato 2019 di 27,5 miliardi di euro) hanno sentito la mancanza, nel 2020, del Salone che le rappresenta e che, per molte di esse, è il principale motore di ordini e di contatti verso l’estero. «Il sistema sta dando prova di grande coesione ed è quello di cui adesso le nostre aziende hanno bisogno – ha detto Feltrin –. È stato fatto un lavoro importante: non è facile spostare una manifestazione di queste dimensioni, che impatta per un mese sulle attività del quartiere fieristico. Ma credo che settembre sia la scelta giusta per segnare un cambio di passo per il nostro settore e per l’economia italiana».